Wim Wenders a settembre a Palermo sul set del suo prossimo film

Palermo, 11 maggio 2007 – Un grande regista racconta Palermo, per il progetto cinematografico promosso dall’Aapit e dalla Provincia con finanziamenti europei. Un nome di primissimo piano, il tedesco Wim Wenders, una città e un intero territorio a fare non solo da sfondo ma da veri protagonisti, un riscontro internazionale per diffondere un’immagine di cultura, arte, bellezza, in grado di richiamare turisti da ogni parte del mondo: sono queste le coordinate di Palermo Story, che Wenders inizierà a girare a settembre, dopo un’assenza dalla città lunga 29 anni.
Il regista è stato a palazzo Comitini per la conferenza stampa di presentazione del progetto. Ad accoglierlo, il presidente della Provincia, Francesco Musotto e l’assessore al Turismo Salvatore Sammartano, presidente dell’Aapit. Sono intervenuti i funzionari dell’Aapit, i rappresentanti dell’assessorato regionale ai Beni culturali, ambientali e Pubblica istruzione (in vece dell’assessore Lino Leanza); Giovanni Callea, della “Graham & Associati”, che ha redatto il progetto “sponsorizzato” dall’Aapit; la direttrice del Goethe Institute di Palermo, Heidi Sciacchitano.
Non solo una visita istituzionale però, il viaggio di Wenders in Sicilia, ma un vero e proprio sopralluogo negli scorci più interessanti della città, in particolare nel centro storico, in vista dell’inizio delle riprese.
“Un autore di grande fama e talento interpreterà l’anima più nobile e profonda del nostro territorio, per far conoscere in ogni parte del mondo le sue risorse. Quella con Wenders è una collaborazione che ci onora e ci rassicura, anche grazie all’impegno della Regione, nella reale possibilità di fare qualcosa di bello e di utile per la nostra terra, troppo spesso ingiustamente etichettata in maniera superficiale e approssimativa. Wenders rinnova il nobile e antico legame che unisce la Sicilia alla Germania, sulla scia della cultura, dell’arte, della storia. Palermo vuole accogliere Wenders nel modo migliore: per la festa della Provincia, che quest’anno celebra il decimo anniversario, organizzeremo una retrospettiva delle sue opere”.
L’iniziativa nasce dal bando lanciato dalla Regione Siciliana nell’ambito della distribuzione dei fondi del Por 2000-2006 (Asse II – Risorse culturali). Il piano presentato dall’Aapit è stato selezionato fra centinaia di proposte, giudicato il migliore progetto e approvato con un contributo di 1.107.502 euro, che si sommano al budget a carico della Wenders Images (la casa di produzione del regista, con sede a Berlino) per un costo totale  di 2.019.188 euro.
“Ho girato diversi film senza una sceneggiatura interamente definita, anzi, alcuni addirittura senza una sceneggiatura – spiega il regista – Alice nelle città, Nel corso del tempo, Lo stato delle cose, Lampi sull’acqua, Il cielo sopra Berlino sono tra questi, così come i documentari, Buena Vista Social Club o Soul of a Man. Anche Paris, Texas è stato girato con una sceneggiatura scritta a metà. L’attuale situazione dei finanziamenti cinematografici sembra aver reso ormai impossibile questo tipo di approccio, ma poiché in questo caso, per il sostegno finanziario di cui dispongo, avrò il lusso della massima libertà, sono determinato a riaffacciarmi in quel territorio così avventuroso nel quale sento di aver realizzato i miei lavori migliori. Se si arriva in un posto nuovo con delle idee già precostituite non si è liberi di immaginare, pensare. Io sono venuto qui con il cuore aperto, per lasciare che Palermo racconti a me la sua storia, affinché io la racconti al mondo. Sono i cliché i peggiori nemici della cultura contemporanea”.
Palermo Story verrà ultimato entro il 2008 e sarà un omaggio a Palermo e alla sua provincia e uno strumento di grande impatto artistico e commerciale per far conoscere le risorse del territorio ad una vastissima platea. Non a caso Wenders è uno dei pochi autori di fama planetaria che riesce a coniugare la stima incondizionata della critica con il successo di sala, che sa far coincidere la sua totale libertà di ispirazione e di invenzione con i gusti di un pubblico eterogeneo, che ne apprezza il talento visionario, l’unicità dello sguardo rivolto a luoghi e personaggi, l’uso sapiente e mai scontato della musica e dei suoni, la genialità nel raccontare storie spesso non “irreggimentate” in un vero e proprio copione, o comunque mai pianificate nei minimi dettagli.
  
 L’assessore regionale ai Beni culturali, ambientali e alla Pubblica Istruzione, Lino Leanza, conferma l’interesse della Regione verso il cinema: “Il film è stato inserito nel programma Por 2000-2006 Misura 2.02, interventi a regia regionale. Crediamo molto nel progetto, una coproduzione siculo-tedesca,  e per questa ragione ci stiamo impegnando a livello economico in maniera cospicua con un finanziamento di 1.107.502 euro. Quella del sostegno al cinema e all’audiovisivo è una delle strade da noi scelte per creare occupazione, destagionalizzare i flussi turistici e promuovere i luoghi della Sicilia e la nostra cultura. Per raggiungere questi obiettivi supportiamo le produzioni che decidono di utilizzare un set naturale come quello che la nostra regione è capace di offrire. Se Wenders ha scelto Palermo e la sua provincia, che ha scandagliato attentamente, Antonioni ha puntato sul territorio etneo: insomma, i due grandi registi, con i loro lavori, hanno abbracciato l’intera Sicilia, da ovest a est.”

LA STORIA – Al centro della trama un berlinese di mezza età, che ad un certo punto della sua vita si trova a fare i conti con una crisi esistenziale e con la necessità di dare un taglio al suo passato. Da qui comincia a meditare un viaggio radicale, un cambiamento senza mezze misure che lo porterà a Palermo, dove incontrerà una figura determinante, la giovane Maria, uno stile di vita completamente diverso, una scala di valori rivoluzionata nei principi e nelle priorità che fino a quel momento lo hanno guidato nelle sue scelte. Particolare risalto, come in tutti i film di Wenders, sarà dato alla musica, elemento imprescindibile della sceneggiatura.
Tornano nella pellicola alcuni dei temi più cari a Wenders: il viaggio come ricerca, l’inquietudine, la scoperta del ‘diverso’.

“Il progetto – sottolinea Sammartano – non ha solo l’ambizioso obiettivo di raccontare in una chiave inedita e affascinante il nostro territorio, ma anche quello di rappresentare un punto di partenza importante per tutti gli operatori del turismo e della cultura che possono trovare lo stimolo giusto per riqualificare l’offerta in città e in provincia, sul fronte delle idee e delle infrastrutture. E un sicuro riscontro potrà venire pure sul piano degli investimenti internazionali nel territorio e del bacino di utenza degli imprenditori siciliani, che beneficeranno di una promozione di così ampio raggio”.

Da Wenders ancora un appello: “Vi chiedo di accordarmi fiducia. Non che non abbia già dimostrato quanto questo l’approccio rock’n roll  mi sia congeniale. Questo sarà decisamente un film che non si ispira ad alcun modello, né l’argomento né la fotografia sono mai stati affrontati in questo modo,  né si è mai incontrata la musica in questo contesto.
Sarà un viaggio sorprendente, innovativo, dal ritmo veloce. E posso promettere che, mescolando diverse tecnologie di ripresa e utilizzando al massimo i vantaggi della postproduzione digitale, da un punto di vista visivo sarà un viaggio  davvero inusuale”.

Dopo il soggiorno a Palermo – dove è arrivato con la moglie Donata, per un vero e proprio tour de force, mappa e guida turistica alla mano – Wenders sarà a Cannes per presentare il cortometraggio realizzato in Africa con l’associazione “Médecins sans frontieres”, un progetto umanitario che lo vedrà impegnato in Congo anche quest’estate.
BIOGRAFIA E FILMOGRAFIA – Wim Wenders (Dusseldorf, 14 agosto 1945) è uno dei principali registi europei viventi. Si fa conoscere dal grande pubblico con la cosiddetta “trilogia della strada”: Alice nella città, Falso movimento e Nel corso del tempo (pellicola premiata a Cannes e a Chicago). Nel 1980 realizza Nick’s movie in seguito al quale è acclamato come uno dei più grandi cineasti europei. Segue la lavorazione di Hammett-Indagine a Chinatown, durata sette anni, in seguito ad una sceneggiatura continuamente riscritta (si parla di quindici versioni) ed all’eccessiva ingerenza del produttore Francis Ford Coppola: forse questo il meno personale dei suoi lavori. Dopo la critica ed il pubblico arrivano anche i grandi riconoscimenti internazionali con Lo stato delle cose, una storia sul cinema che vince il Leone d’Oro a Venezia nel 1982, e ancora Paris, Texas, storia di solitudine e di un amore impossibile che riceve la Palma d’Oro a Cannes nell’84.
Successivamente firma Tokyo-Ga, tributo alla carriera del grande cineasta giapponese Yasujiro Ozu. Altra Palma d’Oro a Cannes con Il cielo sopra Berlino, poetico e delicato, girato in una Berlino che forse mai un film ha reso così suggestiva. Segue Fino alla fine del mondo, il suo progetto produttivo forse più ambizioso, un film che gli procura non poche critiche. Così lontano così vicino, premiato di nuovo a Cannes, è il seguito de Il cielo sopra Berlino ma con un nuovo elemento: le macerie del muro. Con Al di là delle nuvole realizza un’opera insieme al suo mito cinematografico: il regista Michelangelo Antonioni, che assiste alla regia.
Lisbon Story, dedicato alla città ed alla musica portoghese, è del 1994; fu progettato come documentario ma realizzato come un vero e proprio film, che ha reso celebre in tutto il mondo il gruppo musicale portoghese dei Madredeus.
Dopo Crimini invisibili (1997), con Gabriel Byrne e Andie MacDowell, nel 1998 Wenders realizza Buena Vista Social Club, emozionante diario del suo incontro con il musicista Ry Cooder e con i grandi artisti della musica cubana, mentre due anni più tardi firma l’originale giallo The Million Dollar Hotel, con Milla Jovivich e Mel Gibson, Orso d’argento al Festival di Berlino. Nel 2002 torna dietro la macchina da presa per un episodio di Ten minutes older – The trumpet, pellicola sulla personale interpretazione del tempo di cinque registi, che esplorano nello spazio di soli dieci minuti le esperienze più complesse della storia dell’uomo.

E’ un omaggio amaro e sconsolato all’America, il film del 2004 The Land of plenty (“La terra dell’abbondanza”), in concorso alla sessantunesima Mostra del cinema di Venezia. Ambientato in una Los Angeles che in nulla somiglia alla scintillante Mecca del cinema e del lusso, il film scorre sul filo di due storie e un incontro – tra l’alienato veterano del Vietnam, Paul, e la giorvane Lena, idealista umanitaria che torna in Usa dopo un soggiorno in Medio Oriente. Una critica dura ma non didascalica alla società statunitense che – dopo lo shock dell’11 settembre – sembra aver smarrito il senso della realtà, persa nell’indifferenza delle masse e nel degrado. Nel 2005 realizza Don’t come knocking (“Non bussare alla mia porta”), dedicato all’America delle periferie e degli spazi infiniti. Stesso tema che il regista tedesco ha affrontato con l’obiettivo della sua reflex: i suoi scatti sono stati esposti a Roma fino al mese di ottobre 2006. Dal ‘93 insegna in qualità di professore onorario all’Academy of Film and Television di Monaco.
L’ultima apparizione pubblica in Italia risale al 5 maggio di quest’anno, ospite della kermesse per il 70 anni di Cinecittà.