Palermo, 4 giugno 2007 – Palermo chiama la Cina per ‘vendere’ sul mercato potenzialmente più grande del mondo il proprio patrimonio turistico.
L’educational tour organizzato dalla U.e.t. Italia (Istituto europeo per il turismo in Cina) e da “Retevacanze” con il contributo della Provincia e dell’Aapit, porta in città dal 3 all’8 giugno una delegazione di 18 cinesi, tra cui esponenti del mondo politico e diplomatico, operatori del turismo, giornalisti, studenti universitari, che per cinque giorni visiteranno i luoghi più suggestivi del territorio e potranno verificare direttamente gli standard di qualità e i servizi offerti da hotel e agriturismi. Una sorta di “pubblicità” itinerante del territorio, dunque, che ha l’obiettivo di contribuire a far conoscere in Cina i centri della Sicilia più ‘appetibili’ sul piano della storia, dell’arte, della gastronomia, della natura, al pari di altre città italiane già molto apprezzate, come Roma, Firenze, Pisa, Venezia, Milano, Napoli.
Stamani primo appuntamento a palazzo Comitini, sede della Provincia, dove gli ospiti cinesi (fra gli altri: Shan Jin Ku, vicepresidente della regione dell’Henan, Li Gang, ministro per il Turismo della regione dell’Henan, e Gu Hui Li, manager della Shangai Airlines) sono stati ricevuti dall’assessore Nicola Vernuccio, in rappresentanza del presidente Francesco Musotto, e dal presidente del Consiglio Maurizio Gambino.
Erano presenti inoltre Saverio Panzica e Lucrezia Fricano, dirigenti dell’Aapit, Marina Eydoux e Claudio Ambrosecchio, rispettivamente dirigente generale e responsabile regionale di U.e.t. Italia, e Silvia Figari, manager del dipartimento marketing di
“Retevacanze”.
“Siamo convinti – ha commentato Musotto – che una pubblica amministrazione può intervenire concretamente nello sviluppo di un settore nevralgico della nostra economia come il turismo, sostenendo i progetti che si rivolgono direttamente o indirettamente ai consumatori e aiutando gli imprenditori che con entusiasmo e una buona dose di coraggio cercano nuovi sbocchi sul mercato. Quello cinese rappresenta indubbiamente una sfida, che va raccolta migliorando la qualità dei servizi e gli standard dell’accoglienza, e puntando su proposte turistiche più mirate. E proprio in questa direzione la Provincia e l’Aapit hanno promosso negli ultimi anni progetti significativi come il Marchio di qualità turistica e ‘Paese Albergo’”.
Si sposta in gruppi organizzati, è un consumatore attento e curioso di arte e cultura, che lo interessano più del mare e delle spiagge, sceglie un turismo destagionalizzato (quindi non va ad ingrossare le fila dei vacanzieri dell’estate), soggiorna in alberghi a quattro o anche cinque stelle: questo l’identikit del potenziale turista cinese. Il mercato dunque è particolarmente appetibile. E i dati a disposizione indicano una tendenza in ascesa: nel 2005, ad esempio, il numero dei visitatori cinesi in Sicilia (dati riferiti alle presenze) è aumentato del 24% rispetto all’anno precedente, per un totale di 8648 turisti, distribuiti fra strutture alberghiere (in larghissima parte) e non alberghiere (bed&breakfast, ostelli, case-vacanze). In un ambito più ampio, l’Italia è il quarto paese più visitato dai cinesi in Europa (100.000 turisti nel 2004), anche grazie all’accordo sancito con il protocollo Ads (Approved destination status), che ha sostanzialmente introdotto una serie di garanzie bancarie a favore del governo di Pechino, a fronte di una maggiore disponibilità, da parte di quest’ultimo, nella concessione dei visti.
In conclusione dell’incontro a palazzo Comitini, consueto scambio di doni fra ospiti e padroni di casa: questi ultimi hanno omaggiato i cinesi del ‘crest’ della Provincia e della pubblicazione illustrata sull’Orto Botanico di Palermo, ricevendo un caratteristico dipinto che illustra uno antico mercato.
Dopo Palermo, Castelbuono e Cefalù la delegazione cinese visiterà il territorio del ragusano e del catanese.
L’educational tour organizzato dalla U.e.t. Italia (Istituto europeo per il turismo in Cina) e da “Retevacanze” con il contributo della Provincia e dell’Aapit, porta in città dal 3 all’8 giugno una delegazione di 18 cinesi, tra cui esponenti del mondo politico e diplomatico, operatori del turismo, giornalisti, studenti universitari, che per cinque giorni visiteranno i luoghi più suggestivi del territorio e potranno verificare direttamente gli standard di qualità e i servizi offerti da hotel e agriturismi. Una sorta di “pubblicità” itinerante del territorio, dunque, che ha l’obiettivo di contribuire a far conoscere in Cina i centri della Sicilia più ‘appetibili’ sul piano della storia, dell’arte, della gastronomia, della natura, al pari di altre città italiane già molto apprezzate, come Roma, Firenze, Pisa, Venezia, Milano, Napoli.
Stamani primo appuntamento a palazzo Comitini, sede della Provincia, dove gli ospiti cinesi (fra gli altri: Shan Jin Ku, vicepresidente della regione dell’Henan, Li Gang, ministro per il Turismo della regione dell’Henan, e Gu Hui Li, manager della Shangai Airlines) sono stati ricevuti dall’assessore Nicola Vernuccio, in rappresentanza del presidente Francesco Musotto, e dal presidente del Consiglio Maurizio Gambino.
Erano presenti inoltre Saverio Panzica e Lucrezia Fricano, dirigenti dell’Aapit, Marina Eydoux e Claudio Ambrosecchio, rispettivamente dirigente generale e responsabile regionale di U.e.t. Italia, e Silvia Figari, manager del dipartimento marketing di
“Retevacanze”.
“Siamo convinti – ha commentato Musotto – che una pubblica amministrazione può intervenire concretamente nello sviluppo di un settore nevralgico della nostra economia come il turismo, sostenendo i progetti che si rivolgono direttamente o indirettamente ai consumatori e aiutando gli imprenditori che con entusiasmo e una buona dose di coraggio cercano nuovi sbocchi sul mercato. Quello cinese rappresenta indubbiamente una sfida, che va raccolta migliorando la qualità dei servizi e gli standard dell’accoglienza, e puntando su proposte turistiche più mirate. E proprio in questa direzione la Provincia e l’Aapit hanno promosso negli ultimi anni progetti significativi come il Marchio di qualità turistica e ‘Paese Albergo’”.
Si sposta in gruppi organizzati, è un consumatore attento e curioso di arte e cultura, che lo interessano più del mare e delle spiagge, sceglie un turismo destagionalizzato (quindi non va ad ingrossare le fila dei vacanzieri dell’estate), soggiorna in alberghi a quattro o anche cinque stelle: questo l’identikit del potenziale turista cinese. Il mercato dunque è particolarmente appetibile. E i dati a disposizione indicano una tendenza in ascesa: nel 2005, ad esempio, il numero dei visitatori cinesi in Sicilia (dati riferiti alle presenze) è aumentato del 24% rispetto all’anno precedente, per un totale di 8648 turisti, distribuiti fra strutture alberghiere (in larghissima parte) e non alberghiere (bed&breakfast, ostelli, case-vacanze). In un ambito più ampio, l’Italia è il quarto paese più visitato dai cinesi in Europa (100.000 turisti nel 2004), anche grazie all’accordo sancito con il protocollo Ads (Approved destination status), che ha sostanzialmente introdotto una serie di garanzie bancarie a favore del governo di Pechino, a fronte di una maggiore disponibilità, da parte di quest’ultimo, nella concessione dei visti.
In conclusione dell’incontro a palazzo Comitini, consueto scambio di doni fra ospiti e padroni di casa: questi ultimi hanno omaggiato i cinesi del ‘crest’ della Provincia e della pubblicazione illustrata sull’Orto Botanico di Palermo, ricevendo un caratteristico dipinto che illustra uno antico mercato.
Dopo Palermo, Castelbuono e Cefalù la delegazione cinese visiterà il territorio del ragusano e del catanese.