TORNANO A SPLENDERE LE PITTURE DI S.MARIA DI MONSERRATO, A PALERMO

Palermo, 2 aprile 2007 – Un laborioso intervento di recupero per riportare alla bellezza originaria le decorazioni delle volte, dell’abside e del coro, e rimuovere i segni del tempo e i danni di precedenti restauri ben poco accorti. Obiettivo raggiunto per la chiesa Santa Maria del Monserrato, per tutti i palermitani chiesa delle Croci, nell’omonima piazza.
La chiesa, edificata sul finire del ‘600 all’interno della cinquecentesca villa del duca di Bivona don Pietro di Luna, dove sorgevano un lazzaretto e un istituto per ragazze povere, è un vero e proprio “libro” di memorie e aneddoti legati alla vita religiosa della città, che oggi si riappropria delle sue suggestive decorazioni grazie al restauro promosso dalla Provincia.
Gli interni dipinti nel 1901 dai pittori Giuseppe Enea e Francesco Padovano, autori anche di alcune opere del teatro Massimo, rinnovati nel suggestivo ‘inganno’ di superfici apparentemente lavorate a stucco, ma in realtà semplicemente dipinti a tempera, sono stati mostrati per la prima volta ai fedeli dal presidente della Provincia Francesco Musotto. 
Musotto ha disposto l’intervento di restauro in qualità di commissario delegato da palazzo Chigi per l’emergenza sisma, nell’ambito di un’operazione di risanamento più ampia che ha riguardato gli edifici pubblici di Palermo e della provincia colpiti dal terremoto del 2002. I lavori, affidati all’impresa palermitana “Keramos”, vincitrice della gara d’appalto, sono costati 71.800 euro e hanno fatto seguito agli interventi di rifacimento delle coperture, promossi sempre dalla Provincia e indispensabili per risolvere il problema dell’acqua che per anni ha continuato a piovere dentro la chiesa.
“Abbiamo accolto l’appello che il parroco don Gioacchino Gammino aveva inoltrato nel mese di marzo – spiega Musotto – chiedendo un sostegno per salvare la chiesa delle Croci dal degrado conseguente ai danni del terremoto. Ma negli ultimi due anni l’impegno della Provincia su questo fronte ha segnato in città altre tappe importanti: due su tutti, la conclusione dei restauri nella chiesa dei Leoni e il rifacimento di tutti gli impianti elettrici San Domenico”. Gli interni di S.Maria del Monserrato erano pesantemente danneggiati: in alcune aree della volta centrale le pitture si erano distaccate, o, dove presenti, erano in uno stato di avanzato degrado a causa probabilmente delle infiltrazioni di umidità che presentavano le coperture, anche queste oggetto di un recentissimo rifacimento da parte della Provincia Inoltre precedenti interventi di restauro avevano alterato la resa dei colori, anche con l’inserimento di elementi incongrui e la stesura di una particolare resina che conferiva alle superficie un aspetto traslucido del tutto inadeguato. Inappropriate risultavano anche le integrazioni delle figure dei putti, che non rispettavano lo stile originario; nella vasta sezione rettangolare del coro, infine, i decori erano quasi del tutto mancanti. Di tutto questo hanno tenuto conto i progettisti, gli architetti Luigi Guzzo e Maurizio Rotolo, direttore della Sovrintendenza provinciale ai Beni culturali e monumentali, e l’ingegnere Paolo Mattina, nominato anche responsabile e direttore dei lavori. In prima battuta, con l’applicazione di una particolare resina acrilica stesa a spruzzo o iniettata con le siringhe, si è praticato un intervento di consolidamento generale, per assicurare la tenuta delle precarie superfici da trattare. Quindi sono stati eseguiti i test di pulitura, per individuare il giusto solvente da utilizzare. Successivamente sono stati rimossi i depositi incongrui, anche quelli più resistenti. L’intervento ha contribuito a ripristinare l’assetto cromatico dei decori, nella raffigurazione della Madonna ai piedi della Croce e nell’abside, rovinata da ritocchi sbagliati e da depositi di nero fumo. Particolarmente delicato l’intervento sulle aree decorate con i caratteristici putti di ascendenza rinascimentale e barocca: per rendere volumi e colori meno piatti, lo sfondo è stato dipinto in una tonalità più chiara di quella esistente, così da recuperare l’unità di visione della composizione; sono state ricostruite le decorazioni geometriche mancanti e il grande riquadro all’altezza del coro, di cui non si conoscevano i decori autentici, è stato dipinto con un colore uniforme, seguendo le tracce già esistenti.