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Palermo, novembre – Illustrazioni, documenti e fotografie originali e altri riprodotti, divise, cappelli, fregi e mostrine, bandiere, articoli di giornale, pubblicazioni, disegni, persino immagini dal set. Storia e storie dellArma dei carabinieri – dalla fondazione, nel 1814, alla nascita del Corpo in Sicilia, nel 1860, fino ai giorni nostri – rivivono nella mostra in allestimento nelle sale dellex Cavallerizza di Palazzo S.Elia.
L’esposizione dal titolo Carabinieri in Sicilia Storia, simboli, attualità, promossa dal Comando provinciale dei carabinieri Palermo, con la partecipazione di tutti i Comandi provinciali dell’Isola e in collaborazione con la Provincia regionale di Palermo è stata inaugurata nel 6° anniversario della strage di Nassiriya, che costò la vita a 19 persone, fra cui 2 civili e 17 militari (6 dell’Esercito e 11 carabinieri, di cui 5 siciliani).
Ad inaugurarla, il presidente della Provincia Giovanni Avanti, il comandante della Regione Carabinieri Sicilia, generale Vincenzo Coppola, il comandante provinciale colonnello Teo Luzi e il comandante del Gruppo carabinieri Palermo, tenente colonnello Giuseppe De Riggi.
Un migliaio di pezzi, distribuiti nelle sette sale dellex Cavallerizza, documentano gli eventi e i personaggi più siginificativi della Benemerita, in un lungo excursus suddiviso per temi.
Nella prima sala dell’ex Cavallerizza, dunque, spazio alla ricostruzione storica: il Corpo dei carabinieri nasce ufficialmente il 13 luglio 1814, per volere di Vittorio Emanuele I, che gli assegna lo status di prima Arma dellEsercito e il compito di proteggere il re, tutelare lordine pubblico e ‘assicurare alla giustizia delinquienti e malfattori’. La prima divisa è in panno turchino, larma di ordinanza è – manco a dirlo – la carabina, una delle più efficenti e affidabili dellepoca. La fedeltà al sovrano è lelemento fondante, tanto che come documenta unillustrazione dellepoca Giovan Battista Scapaccino le sacrifica la vita: viene ucciso dagli anarchici a Les Eschelle, nel 1834. E il primo ‘eroe’ dellArma.
Poi, nel 1860, subito dopo l’Unità dItalia, Giuseppe Garibaldi fonda in Sicilia un Corpo parallelo, al quale si aggiungono poco dopo i militari inviati dal Piemonte. Nasce così il primo Comando di Sicilia, con stazioni, luogotenenze e un nucleo originario di 650 unità: oggi sono circa 9mila, di cui circa 1800 solo nel Palermitano.
Il percorso espositivo prosegue nella sala dedicata ai carabinieri nel cinema, con le foto-riproduzioni di grande formato di alcune scene memorabili: tra le altre, quelle della leggendaria coppia De Sica-Lollobrigida nelle commedie di Comencini, ‘Pane, amore e fantasia’ e ‘Pane, amore e gelosia’.
Un’altra sala documenta il ruolo dellArma nelle due guerre mondiali, fino ai giorni nostri, con le divise indossate dai carabinieri nelle missioni allestero.
Facce, aneddoti, memorabilia, testimonianze della lunga e aspra lotta contro il brigantaggio occupano la restante parte dellallestimento: qui si incrociano foto e articoli di cronaca vecchi di decenni, in un curioso ‘gioco di sponda’ tra guardie e ladri: da una parte, il coriaceo nuorese Lussorio Cau, classe 1867, che per catturare i banditi sardi si travestì da pastore, e il brigadiere Chiaffredo Bergia, classe 1840, detto ‘l’eroe degli Abruzzi’, il carabiniere più decorato dItalia, cacciatore indefesso dei briganti nel territorio de LAquila; dallaltra, i temibili fratelli Rapisarda, latitanti per 30 anni, che per nascondersi non esitavano a indossare i paramenti sacri e celebrare messa nelle chiesette sperdute delle Madonie, le agguerrite bande dei Dino e dei Sacco. Fino a Salvatore Giuliano e alla sua epopea, documentata con immagini e carte del tempo, tra cui la taglia originale sul bandito, che nel 1946, dalle mura cittadine, invitava la popolazione a fornire informazioni utili alla cattura. In palio una ricompensa di 800mila lire.
La mostra resterà in allestimento fino al 29 novembre e potrà essere visitata gratuitamente dal martedì al sabato, dalle 9.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30; la domenica, dalle 9.30 alle 13; chiusura il lunedì.
nella foto: uno scorcio dell’allestimento, nel salone principale dell’ex Cavallerizza di Palazzo S.Elia