RIAPRE LA CAPPELLA S. GIUSEPPE DEL CENTRO IGNAZIANO (CEI) DI PALERMO: RIVIVONO GLI ALTARI SEICENTESCHI NELL’EDIFICIO DEL PRIMO NOVECENTO

Palermo 23 maggio 2008 – Tre mesi di lavori e un fuori-programma nella fase conclusiva: sono stati completati in questi giorni i restauri della cappella San Giuseppe dell’Istituto Cei (ex Gonzaga – via Piersanti Mattarella 38/42) di Palermo. Il risultato degli interventi di recupero, promossi dalla Provincia regionale di Palermo nell’ambito dell’incarico governativo per l’emergenza sisma del settembre 2002, sarà presentato il 24 maggio, alle 11.30, nel corso di una cerimonia di benedizione della chiesa e di una messa inaugurale, che coincide con la ricorrenza della Madonna della Strada, dedicata alla presentazione delle attività della scuola e alla raccolta di fondi per le missioni in Camerun e Madagascar.
Saranno presenti il Commissario straordinario della Provincia, Patrizia Monterosso; il segretario generale, Salvatore Currao, coordinatore dell’Unità Sisma; il rettore dell’Istituto Cei, monsignor Vincenzo Sibilio; i tecnici dell’amministrazione di palazzo Comitini che hanno lavorato al progetto: il direttore della Soprintendenza ai Beni culturali, Maurizio Rotolo; il progettista Paolo Mattina; il responsabile del procedimento, Luigi Guzzo; i collaboratori alla progettazione, Giuseppe Lodovisi, Marcella Agolino, Arturo Fiorito. I lavori sono stati eseguiti dalla ditta ennese “Ennaion”, di Angelamaria Sutera, per un costo di 54.184 euro.  Il recupero si é concentrato in particolare sui tre altari barocchi e si è articolato in lavori di consolidamento e di restauro, per riparare i danni subiti dalla struttura e da stucchi, pitture e marmi. 
“Un intervento significativo – sottolinea la Monterosso – che restituisce solidità e sicurezza ad un bene culturale di particolare pregio, all’interno di un istituto che rappresenta un pezzo di storia di Palermo e un punto di riferimento per la vita culturale e civile di tante generazioni”.
“Il recupero della cappella – dice il rettore – ha un forte valore non solo artistico ma anche simbolico. Questo è un luogo aperto alla città, che, grazie all’intervento della Provincia, si riappropria del suo aspetto originario e testimonia oggi, ancora una volta, un pezzo di storia di Palermo, che incrocia le vicissitudini dell’Ordine gesuita”.
I restauri hanno coinvolto indirettamente anche gli alunni della scuola media dell’Istituto, che hanno realizzato, sotto la guida della professoressa Maria Luigia Viscuso, una ricerca sulle origini della cappella e sul suo valore artistico, in particolare in merito all’affascinante contraddizione della chiesa edificata nei primi del ‘900 ma decorata con imponenti altari del ’600. 
 
La Cappella di San Giuseppe, consacrata nel 1923, contiene al suo interno tre altari di stile barocco, di pregevoli marmi ad intarsio, forse provenienti dalla Chiesa di Santa Maria della Grotta costruita nel 1612 e rinomata per il suo impianto di marmi mischi.
I tre altari sono stati oggetto di interventi di consolidamento, ricostruzione e tassellatura delle parti mancanti o deteriorate.
Si è intervenuto anche alla ricostruzione di intonaci e stucchi danneggiati, attraverso il controllo e la rimozione delle parti deteriorate  o distaccate, alla revisione cromatica ad acquarello delle stuccature, alla ripresa di alcune incisioni a mano, all’integrazione plastica di parti mancanti del modellato in stucco, al consolidamento delle superfici lapidee, all’integrazione di tutte le tarsie e dei tasselli mancanti con materiale uguale a quello esistente, alla pulitura delle superfici lapidee, alla stuccatura e microstuccatura eseguite con una calce particolare.
E’ stato installato un sistema di deumidificazione elettrosmotica non invasiva, che generando un campo magnetico di bassa intensità contrasta e inverte il flusso dell’umidità di risalita.
Infine, un imprevisto che ha sorpreso tecnici e maestranze del cantiere: sotto la superficie dipinta a tempera dell’altare maggiore è stata scoperta una lastra di pregiato marmo giallo di Castronovo, perfettamente conservata. La pittura superficiale, dunque, è stata rimossa e il marmo, proveniente da una cava ormai da tempo completamente estinta, è tornato a splendere del suo ocra intenso. 


nella foto, da sinistra, in prima fila: la restauratrice Anna Giglia; Giovannella Cassata (Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo); la titolare dell’impresa di restauri “Ennaion”, Maria Angela Sutera. Fa sinistra, nella fila arretrata: il restauratore Maurizio Crocilla; il progettista dei lavori per la Provincia, Paolo Mattina; il coordinatore della Provincia per l’Unità sisma, Salvatore Curaro; il rettore dell’Istituto ignaziano, monsignor Vincenzo Sibilio; il Commissario straordinario della Provincia, Patrizia Monterosso; il direttore della Soprintendenza provinciale ai Beni culturali, Maurizio Rotolo; l’architetto responsabile del procedimento, Luigi Guzzo.