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Palermo – Ancora una serata dedicata al documentario d’autore il 1 settembre, per la kermesse a cura di Mario Bellone ”L’arte di sognare”, all’interno della rassegna di ”Provincia in festa” dal titolo ”Suoni e visioni”.
In programma a partire dalle 21, nel giadino di Palazzo Jung (via Lincoln 71, Palermo), tre proiezioni: si parte con ”De tour De Seta”, regia di Salvo Cuccia, autore della sceneggiatura con Benni Atria. Il resgista interverrà alla serata per presentare il suo documentario insieme al curatore della rassegna. Sullo schermo, Vittorio De Seta, Vincenzo Consolo, Michele Mancini, Goffredo Fofi, Franco Maresco, Marco Maria Gazzano, Gianfranco Pannone, Luciano Tovoli.
In programma a partire dalle 21, nel giadino di Palazzo Jung (via Lincoln 71, Palermo), tre proiezioni: si parte con ”De tour De Seta”, regia di Salvo Cuccia, autore della sceneggiatura con Benni Atria. Il resgista interverrà alla serata per presentare il suo documentario insieme al curatore della rassegna. Sullo schermo, Vittorio De Seta, Vincenzo Consolo, Michele Mancini, Goffredo Fofi, Franco Maresco, Marco Maria Gazzano, Gianfranco Pannone, Luciano Tovoli.
Il documentario è un omaggio a Vittorio De Seta, al suo cinema e alle sue storie, con una lunga intervista al maestro a cura di Alessandro Rais.
Autore di opere importanti sia in campo documentaristico che nellambito della fiction, il regista italiano Vittorio De Seta è stato uno dei testimoni privilegiati del violento sviluppo industriale vissuto dallItalia nella seconda metà del ventesimo secolo. In particolare ha realizzato 10 cortometraggi sul mondo arcaico del sud Italia, vere pietre miliari nella storia del genere. In De Tour De Seta Salvo Cuccia ripercorre questi cinquantanni di storia italiana utilizzando alcuni estratti dalla filmografia di De Seta ed integrandoli con interviste al maestro, allo scrittore Vincenzo Consolo e ad alcuni critici cinematografici come Goffredo Fofi e Michele Mancini.
Il regista è inoltre riuscito a rintracciare gli stessi contadini, minatori e pescatori che De Seta aveva ritratto nei suoi primi documentari e che qui testimoniano i cambiamenti radicali avvenuti nei loro mestieri.
Montaggio di Benni Atria, musica di Domenico Sciajno. Prodotto da Filmoteca Regione Sicilia. Il documentario ha una durata di 57 minuti.
Autore di opere importanti sia in campo documentaristico che nellambito della fiction, il regista italiano Vittorio De Seta è stato uno dei testimoni privilegiati del violento sviluppo industriale vissuto dallItalia nella seconda metà del ventesimo secolo. In particolare ha realizzato 10 cortometraggi sul mondo arcaico del sud Italia, vere pietre miliari nella storia del genere. In De Tour De Seta Salvo Cuccia ripercorre questi cinquantanni di storia italiana utilizzando alcuni estratti dalla filmografia di De Seta ed integrandoli con interviste al maestro, allo scrittore Vincenzo Consolo e ad alcuni critici cinematografici come Goffredo Fofi e Michele Mancini.
Il regista è inoltre riuscito a rintracciare gli stessi contadini, minatori e pescatori che De Seta aveva ritratto nei suoi primi documentari e che qui testimoniano i cambiamenti radicali avvenuti nei loro mestieri.
Montaggio di Benni Atria, musica di Domenico Sciajno. Prodotto da Filmoteca Regione Sicilia. Il documentario ha una durata di 57 minuti.
La seconda proiezione in programma è Matar es mi destino, diretto, montato e prodotto da Giovanni Massa, che è anche autore del soggetto e della sceneggiatura, con Elios Mineo. Massa sarà presente domani sera a Palazzo Jung.
Sullo schermo, Turi Vasile, Francesco Alliata di Villafranca, Nila Noto, Cinzia Angelo, Steve Della Casa, Gianfranco Baldanello, Ugo Fangareggi, Tiberio Murgia, Massimo Patrone, Antonio Pica e Angel Aranda; voce fuori campo, Francesco Carmelutti.
Matar es mi Destino è la storia di un film, lultimo del regista palermitano di B-movie Pino Mercanti e lunico prodotto da un parente del regista, dirigente di banca in pensione. Era il 1970: un contesto di profonde trasformazioni sociali che stavano per segnare la nostra storia. Il film in questione si intitolava De Underground, ma in Spagna, paese coproduttore, uscì con il titolo Matar es mi Destino. Non fu un successo. Anzi, tuttaltro. E mise impietosamente la parola fine alla carriera di un regista che aveva firmato 22 opere ufficiali tra gli anni40 e la fine degli anni 60 e di cui oggi nessuno si ricorda più. Raccogliendo i ricordi di famiglia e portando avanti unapprofondita ricerca, tra indagine antropologica e analisi psicologica, nel cinema italiano di mezzo secolo fa – tra pezzi di repertorio, brani di vecchi film, interviste, vecchi super8 e cinema digitale, con incursioni avanti ed indietro nel tempo – il documentario Matar es mi Destino, che ironicamente riprende il titolo spagnolo del film di Mercanti, è una riflessione dolceamara sul tema della memoria personale e collettiva.
Fotografia di Angelo Strano e Massimiliano Caracappa, suono di Mario Oneto.
Il documentario è stato sostenuto dal Ministero per i Beni ed attività Culturali (MiBAC), dal Ministero dello Sviluppo Economico, dalla Regione Siciliana Sicilia film Commission, Sensi Contemporanei Cinema e Audiovisivo Cinesicilia. Il documentario ha una durata di 58 minuti.
Sullo schermo, Turi Vasile, Francesco Alliata di Villafranca, Nila Noto, Cinzia Angelo, Steve Della Casa, Gianfranco Baldanello, Ugo Fangareggi, Tiberio Murgia, Massimo Patrone, Antonio Pica e Angel Aranda; voce fuori campo, Francesco Carmelutti.
Matar es mi Destino è la storia di un film, lultimo del regista palermitano di B-movie Pino Mercanti e lunico prodotto da un parente del regista, dirigente di banca in pensione. Era il 1970: un contesto di profonde trasformazioni sociali che stavano per segnare la nostra storia. Il film in questione si intitolava De Underground, ma in Spagna, paese coproduttore, uscì con il titolo Matar es mi Destino. Non fu un successo. Anzi, tuttaltro. E mise impietosamente la parola fine alla carriera di un regista che aveva firmato 22 opere ufficiali tra gli anni40 e la fine degli anni 60 e di cui oggi nessuno si ricorda più. Raccogliendo i ricordi di famiglia e portando avanti unapprofondita ricerca, tra indagine antropologica e analisi psicologica, nel cinema italiano di mezzo secolo fa – tra pezzi di repertorio, brani di vecchi film, interviste, vecchi super8 e cinema digitale, con incursioni avanti ed indietro nel tempo – il documentario Matar es mi Destino, che ironicamente riprende il titolo spagnolo del film di Mercanti, è una riflessione dolceamara sul tema della memoria personale e collettiva.
Fotografia di Angelo Strano e Massimiliano Caracappa, suono di Mario Oneto.
Il documentario è stato sostenuto dal Ministero per i Beni ed attività Culturali (MiBAC), dal Ministero dello Sviluppo Economico, dalla Regione Siciliana Sicilia film Commission, Sensi Contemporanei Cinema e Audiovisivo Cinesicilia. Il documentario ha una durata di 58 minuti.
Terza e ultima proiezione Miricano, dalla strada al ring, regia di Gaetano Di Lorenzo, autore della sceneggiatura, insieme a Guido Farinella.
Il documentario è un tributo al mito palermitano del ring Pino Leto e alla sua storia, dallinfanzia di stenti e sofferenze, segnata da violenze ed umiliazioni, fino al traguardo di campione europeo dei pesi Welter negli anni 70.
Ma un dramma lo segna con una ferita indelebile: rischia di essere ucciso a coltellate da una banda di minori che vogliono rapinare la banca dove lavora come guardia giurata, e nella sparatoria rimane ucciso un ragazzino. Questo episodio condizionerà tutta la sua vita, tanto da indurlo a cambiare strada e a dedicarsi al recupero dei giovani, aiutandoli a costruire alternative concrete di riscatto.
Protagonista del documentario è lo stesso ex pugile, che sarà presente a Palazzo Jung insieme al regista e al direttore della fotografia Paolo Iraci. Montaggio di Igor DIndia, musiche di Giuseppe Milici, prodotto da Herman Film. Il documentario ha una durata di 51 minuti.
Miricano, dalla strada al ring è stato sostenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC), dallassessorato regionale ai Beni culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione, da Sicilia Film Commission, Sensi Contemporanei Cinema e Audiovisivo, Cinesicilia e dal Ministero dello Sviluppo economico.
Lingresso al pubblico è a inviti, che vanno ritirati allentrata di Palazzo Jung.
Il documentario è un tributo al mito palermitano del ring Pino Leto e alla sua storia, dallinfanzia di stenti e sofferenze, segnata da violenze ed umiliazioni, fino al traguardo di campione europeo dei pesi Welter negli anni 70.
Ma un dramma lo segna con una ferita indelebile: rischia di essere ucciso a coltellate da una banda di minori che vogliono rapinare la banca dove lavora come guardia giurata, e nella sparatoria rimane ucciso un ragazzino. Questo episodio condizionerà tutta la sua vita, tanto da indurlo a cambiare strada e a dedicarsi al recupero dei giovani, aiutandoli a costruire alternative concrete di riscatto.
Protagonista del documentario è lo stesso ex pugile, che sarà presente a Palazzo Jung insieme al regista e al direttore della fotografia Paolo Iraci. Montaggio di Igor DIndia, musiche di Giuseppe Milici, prodotto da Herman Film. Il documentario ha una durata di 51 minuti.
Miricano, dalla strada al ring è stato sostenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC), dallassessorato regionale ai Beni culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione, da Sicilia Film Commission, Sensi Contemporanei Cinema e Audiovisivo, Cinesicilia e dal Ministero dello Sviluppo economico.
Lingresso al pubblico è a inviti, che vanno ritirati allentrata di Palazzo Jung.
I CIMELI DEI CARABINIERI A PALAZZO JUNG – Sempre a Palazzo Jung, alle ore 18, il presidente della Provincia Giovanni Avanti, il presidente del consiglio Marcello Tricoli e l’assessore alla cultura Pietro Vazzana inaugureranno la mostra I Carabinieri in Sicilia: storia, simboli, attualità (1860-2011). Lesposizione, curata dallAssociazione Nazionale di Azione Sociale – Sezione zonale Policlinico Enzo Fragalà, raccoglie divise di varie epoche e cappelli, fregi e distintivi, mostrine e sciabole. Dopo il taglio del nastro si esibirà la Fanfara del 12° Battaglione dei Carabinieri di Sicilia, con la partecipazione del soprano Anna Di Marco e del tenore Salvatore Bellia. La mostra racconta la storia dellArma in Sicilia attraverso una sezione storica e una dedicata alla lotta al banditismo. Nella prima sono raccolti – oltre ad abbigliamento, accessori ed equipaggiamenti – documenti, testi, fotografie, quadri e giornali d’epoca, pannelli raffiguranti singoli episodi e momenti storici, una teca contenente la bandiera sabauda e uno scrittoio portatile da campo. La sezione dedicata invece alla lotta al banditismo contiene vari pannelli con le immagini dei giornali dell’epoca (fra la fine dell’Ottocento e il 1930), il decreto del 1863 per l’arruolamento di personale da impiegare nella caccia ai banditi, il manifesto originale delle ricerche del bandito Salvatore Giuliano, le cassette dattiloscopiche utilizzate per il rilevamento delle impronte.
La mostra resterà aperta fino al 10 settembre ed è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19, il sabato dalle 9,30 alle 12,30. Chiusa la domenica, ingresso gratuito.
La mostra resterà aperta fino al 10 settembre ed è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19, il sabato dalle 9,30 alle 12,30. Chiusa la domenica, ingresso gratuito.
A PALAZZO SANTELIA Il 1 settembre sarà aperta ancora dalle 9.30 alle 19:30 la mostra 1861 Ab origine 150 anni di Provincia attraverso gli abiti dei siciliani, allestita nei saloni del piano nobile di Palazzo SantElia (via Maqueda 81, Palermo) e organizzata dalla fondazione Arti decorative Raffaello Piraino Onlus per il carnet di Provincia in festa.
Lesposizione raccoglie 130 pezzi tra abiti, cappelli, scarpe, borse e vari accessori depoca, sia femminili che maschili della storica collezione di Raffaello Piraino, donata alla Fondazione.
Un percorso espositivo articolato in 11 sale accompagna il visitatore, attraverso la moda, il gusto e lo stile, in un viaggio nella vita quotidiana della borghesia e dellaristocrazia siciliane, dal 1700 al 1950 dallepoca dei monumentali abiti con i panier (canestri) laterali ai raffinati Dior da sera, dalle crinoline a uovo agli smanicati tutti paillettes ispirati allo stile del Charleston – con particolare attenzione al periodo compreso fra il 1860 e la prima metà del Novecento. Fanno parte dellallestimento, curato dallo stesso Piraino, anche la sala dedicata alla biancheria intima e quella degli abiti da sposa.
Tra i pezzi esposti anche lunico abito di di cui si ha notizia indossato da Concetta Corbera, figlia del principe Fabrizio di Salina, protagonista del Gattopardo, e il solo abito di donna Franca Florio rimasto in Sicilia (tutti gli altri sono oggi di proprietà della collezione di Palazzo Pitti, a Firenze). La mostra è un omaggio ai 150 anni della nascita della Provincia, che coincidono con i 150 anni dellUnità dItalia: sono state così allestite tre salette con i documenti provenienti dallArchivio storico provinciale, che raccontano alcune delle tappe più significative del processo che portò allunificazione dItalia; una serie di pannelli didascalici rievocano, inoltre, 150 anni di attività dellEnte, dallelezione del primo presidente alla costruzione delle prime strade, dalle prime opere in campo igienico-sanitario agli interventi a favore della fasce più disagiate della popolazione.
La mostra resterà aperta fino al 23 ottobre; visite al pubblico gratuite il martedì, mercoledì, giovedì, domenica, dalle 9.30 alle 19.30; il venerdì e sabato, dalle 10 alle 22; chiusura il lunedì. Per informazioni; 091-6628289
LA NOTTE DELLE LUCI – Suggestioni e atmosfere incantate a Terrasini, con La notte delle luci, organizzata dalla Pro Loco, rievocazione del miracolo dei lumini che – secondo la credenza popolare – salvarono il paese dal terremoto del 1 settembre 1726, grazie allintercessione della Madonna. A partire dalle 21, la spiaggia della Praiola, piazza Municipio e piazza Duomo saranno teatro di una vera e propria rappresentazione di teatro di strada, con luci, colori, narrazioni, coregrafie e spettacoli di mimo, per ricordare il terrore, la furia degli elementi, il fervore della preghiera e infine il prodigio di quella note di tre secoli fa. Nella prima tappa ci saranno 14 ballerini lungo la battigia, una narratrice e due artisti mangiafuoco; nella seconda tappa, davanti il Palazzo di Città, illuminato con luci blu che evocano il maremoto, ci saranno quattro figuranti affacciati al balconi, disperati come le donne la notte del terremoto, un trampoliere acrobata del fuoco e un mimo avvolto in un mantello nero a rappresentare le onde in tempesta. Nella terza tappa, infine, la facciata del Duomo verrà illuminata da fari rosso fuoco e un gruppo di ballerini comincerà a danzare i passi finalmente liberi e lievi del miracolo; ai piedi della chiesa, poi, un mimo darà vita ad una breve rappresentazione teatrale dedicata al tema dellantico e del moderno che si incrociano senza rinnegarsi. Si chiude con il tradizionale Te Deum e la scampaniata.
Per il cabaret, in piazza a Ciminna, a partire dalle 21.30, saranno protagoniste la satira e la comicità de I Petrolini, al secolo Ciro Chimento, Roberto Mannino e Giancarlo Aguglia, in scena con Tè lItalia, ovvero disamina ironica del Belpaese, o di una parte di esso, quello nato e plasmato dalla televisione, croce e delizia, agrimensore di tutte le nostre aspirazioni, desideri, idee, fobie. Ad accompagnare il trio la musica di chitarra e mandolino
nella foto: il regista Salvo Cuccia, autore del documentario “De tour De Seta”, in proiezione alle 21 a Palazzo Jung
Tutti gli appuntamenti di Provincia in festa sono ad ingresso gratuito. Per informazioni: www.provincia.palermo.it; www.provinciainfesta.it