La maggior parte dei nomi di città, paesi o borghi formata da due parole hanno una caratteristica comune: la seconda accompagna sempre la prima definendone la morfologia del territorio, oppure è frutto del sigillo di una nobile famiglia feudataria.
Nel caso di Belmonte Mezzagno la storia è esattamente al contrario. Fino al tardo 1700 il nome era Mezzagno, la cui origine secondo un’interpretazione popolare era legata alla tassa che i contadini dovevano pagare ogni anno, quasi come una forma di leasing, al principe proprietario delle terre da loro coltivate. Un gabello di mezz’agnus, mezzo agnello. Una versione su cui molti sono i dubbi, ma che è senz’altro più affasciante della derivazione geografica, cioè terra di mezzo.
Mezzagno come denominazione scomparve nel 1776, sostituita da Belmonte, dal titolo nobiliare del principe Emanuele Ventimiglia. Belmonte infatti indicava il territorio sovrastato dall’omonimo monte che il re Carlo III diede al Ventimiglia con licenza di ripopolarlo.
Meno di un secolo dopo, nella denominazione di questo paese separato da Palermo dal monte Grifone, si ritornò alle origini con un logico compromesso. E a Belmone fu aggiunto Mezzagno.