Da un lato il leone, dall’altro il coniglio. Animali simbolo di due caratteristiche opposte, il coraggio e la codardia. Eppure, nel nome di Corleone, questi opposti si attraggono, anzi si sovrappongono. Andando alle origini, linguisticamente parlando, troviamo una radice greco bizantina che sfocia in Choraleon, parola composta da chora che si traduce in paese e leon inteso come nome personale ma con evidente riferimento al felino.
Ma negli anni il nome, come spesso accade, ha altre declinazioni che derivano dalle influenze linguistiche dei diversi popoli insediatisi nel territorio. C’è la versione latina, Curilionum e quella normanna, Coraiglion, in cui si percepisce l’influenza aragonese Conillon. Sino ad arrivare alle forme italiche di Coriglione e Coniglione che a sua volta partoriscono la derivazione siciliana Cunigghiuni. E così la magica spirale delle lingue, partendo dalla presenza della parola leone arriva incredibilmente a cunigghiu.
Per la verità, il nome che ha resistito per oltre tre secoli è Coriglione, certificato in documenti storici già dalla metà del 1500 e in uso sino al tardo 1800. Denominazione che per assonanza piò certamente considerarsi la diretta genitrice dell’attuale Corleone.