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Il tradimento di Dafni dietro Cefalù e la storia della rocca a forma di cranio

Un borgo di rara bellezza, impreziosito da un patrimonio architettonico di grande pregio e dalla presenza di un mare che ne fa uno dei centri turistici più importanti dell’intera Sicilia.

Il nome di Cefalù è conosciuto nel mondo ed è legato al boom turistico della seconda metà del ‘900, ma pochi ne conoscono l’origine greca. Originariamente, infatti, fu Kefaloidion, la cui traduzione ci rimanda al sostantivo testa. Proprio a forma cranica era la rocca che sovrastava il promontorio su cui i Cartaginesi avevano costruito il loro insediamento.

Poi la cittadina fu conquistata dai Siracusani, ma solo con l’avvento del Romani (nel 254 a.c.) il nome fu trasformato in Cephaloedium, la cui matrice ci riconduce all’attuale denominazione.

Tuttavia, all’origine del nome Cefalù contribuisce anche un aspetto legato al mito. Si narra, infatti, di un fanciullo di nome Dafni, figlio di Mercurio, dedito alla diffusione poesia pastorale. Giurato amore eterno alla sposa Echenaide, la tradisce, però, sotto il nefasto effetto del vino. E per questo motivo viene accecato dalla suocera. Dafni comincia a vagare nei boschi, ma senza potere narrare la natura poiché non la vede più. Impietositosi, Mercurio trasforma il figlio in quella roccia a cui dà la forma di un viso umano. Per l’appunto, Kefaloidion, poi Cephaloedium e infine Cefalù ai nostri giorni.