La passione è spesso il motore delle decisioni più importanti. Come nel caso di Chiusa Sclafani e dell’origine del suo nome. Sulla discendenza dalla famiglia Sclafani, che possedette e governò il feudo nei primi anni del ‘300, non è lecito avere dubbi. Ma è sul Chiusa che gli storici si sono interrogati, partorendo una versione prevalente che fa riferimento proprio all’origine del paese e alla passione del conte Matteo Sclafani. Proprio la passione per i cavalli lo portò a identificare un territorio chiuso per farli pascolare senza correre rischi. Un territorio protetto, insomma. E qui entra in gioco la lingua latina e quel verbo claudere – da cui Clusa – che significa appunto chiudere. Dal primordiale Clusa all’attuale Chiusa non è necessario alcuno sforzo di fantasia per comprenderne la derivazione.
C’è anche una seconda versione, meno accreditata ma egualmente suggestiva, che fa riferimento alla conformazione del feudo, compreso – e quindi chiuso- fra tre colli e due versanti del fiume Isburi.
Per la cronaca: l’affascinante territorio di Chiusa Sclafani conta una massiccia presenza di ciliegi. Motivo per cui non è raro che il dialetto siciliano si faccia largo e che dai luoghi circostanti Chiusa Scalafani sia identificata come Cirasara.