PIANO GESTIONE INTEGRATA DELLA PESCA: LA PROVINCIA IN PRIMA LINEA

Palermo 13 ottobre 2007 – La Provincia corre al capezzale del grande malato: il mare della fascia costiera orientale del palermitano, che si estende da Capo Zafferano nei pressi di Porticello, a Punta Raisi Gerbi vicino a Finale di Pollina, con ripercussioni negative nel settore della pesca. E’ giunto infatti al traguardo un progetto finanzato con i fondi comunitari del Por Sicilia  2000/2006, che vede l’Amministrazione di Palazzo Comitini capofila, attraverso l’assessorato all’Ambiente guidato da Aristide Tamajo, insieme a partner scientifici, l’Istituto per l’ambiente marino e costiero del Cnr di Mazara del Vallo e le Cooperative Crea e Uniservice, per raccogliere dati e indicazioni  sulle attività di pesca che qui si svolgono, con particolare riguardo per le aree di accrescimento di specie ittiche importanti per l’economia della zona. Senza tralasciare comunque l’aggiornamento e la riqualificazione di un centinaio di operatori di piccola pesca dei comuni  costieri, attraverso 6 corsi di formazione: di primo soccorso, sicurezza dei lavoratori,tutela ambientale, certificazione di qualità, controllo alimentare e imprenditore ittico. Tutte notizie utili raccolte in una banca dati, che saranno inoltrate alla Regione per la redazione del piano di gestione della pesca nell’area, prodotto dall’assessorato alla Cooperazione e Pesca. I risultati del progetto saranno presto consultabili anche sul sito della Provincia, www.provincia.palermo.it (sezione Ambiente). I tecnici coinvolti nel programma  hanno dunque scandagliato per mesi  i fondali della fascia costiera, essenzialmente quelli del Golfo di Porticello, che sono stati suddivisi in quattro zone : sabbiose, rocciose, coperte da indicatori biologici come le praterie di  Posidonia oceanica e con barriere frangiflutti. Aree delimitate di 25 metri di lunghezza per cinque di  larghezza  dove sono sono stati esaminati circa 10 mila esemplari di piccolissimi pesci delle molteplici specie del nostro mare. Dallo studio è emerso così un eccessivo sfruttamento delle risorse acquatiche e sono state indicate aree strategiche da sottoporre a protezione con la regolamentazione della pesca. Una situazione di malessere comunque di tutta la facia costiera con evidente abusivismo e scarichi non depurati. In ultima analisi il rilancio del settore pesca nell’area, è stato sottolineato, passa dal risanamento di tutta la fascia marina e costiera e dalla formazione continua degli operatori finalizzata allo sfruttamento sostenibile delle ricchezze del nostro mare.
“La collaborazione tra l’Ente locale, la ricerca scientifica e le organizzazioni di produttori – commenta il Presidente della Provincia Francesco Musotto – rende finalmente possibile giungere alla gestione integrata della fascia costiera e delle sue risorse. L’approccio scientifico al problema consentirà di tenere conto sia delle esigenze dei pescatori che della salvaguardia dell’ambiente”. 
Il rilancio delle marinerie del palermitano, sul piano della gestione delle risorse ittiche che su quello strutturale dei porti, è stato poi assicurato dall’assessore Aristide Tamajo.

“L’azione della Provincia – ha detto- è indirizzata infatti anche su un programma di restyling di importanti approdi per le barche da pesca che potrà giovare all’economia di tutto il settore”.