“Provincia in Festa” è anche un’occasione per fare il punto dell’attività amministrativa, per mostrare i risultati del lavoro realizzato nei mesi precedenti dagli assessorati ai Beni Culturali, guidato da Giuseppe Colca, all’Edilizia scolastica, agli Interventi manutentivi del Patrimonio e alla Protezione civile, guidati da Arturo Spataro, alle Fonti alternative di energia, guidato da Raffaele Loddo. L’inaugurazione di alcune opere realizzate fanno dunque parte del calendario della rassegna come momenti che sintetizzano l’impegno della Giunta Musotto su vari fronti: dal recupero del patrimonio architettonico all’edilizia scolastica, dagli interventi nel campo delle energie rinnovabili alla realizzazione di strutture utili all’operatività della Protezione civile provinciale.
Al termine di un laborioso intervento di recupero, riapre i battenti Palazzo Jung, la residenza ottocentesca di via Lincoln. I lavori di restauro sono stati finanziati dalla Provincia con un investimento di due milioni e mezzo di euro. Un progetto ampio, che ha affiancato al consolidamento dell’edificio e al suo adeguamento agli standard più moderni l’attento restauro degli affreschi e dei solai lignei.
Costruito nella prima metà dell’800, fu residenza della famiglia Jung, tre fratelli ebrei (Mario, Guido e Ugo) giunti da Milano agli inizi del diciannovesimo secolo per impiantare in città una grande impresa di esportazione di frutta secca, essenze, agrumi e sommacco.
La residenza di via Lincoln, situata lungo l’antico “stradone di Alcalà”, faceva parte di quella cortina edilizia che, a partire dalle fine del ‘700, aveva occupato l’area di risulta dell’antico fossato della città e si era assiepata a ridosso dei bastioni e delle mura cittadine ormai in disuso. Il Palazzo risponde nello stile e nella visione architettonica dello spazio alle esigenze imprenditoriali della nuova classe capitalista, alla quale si doveva il risveglio del commercio e della finanza siciliana. In anni ben più recenti è stato adibito a sede dell’Istituto Alberghiero di Stato.
Al di là del prospetto a tre ordini, con un portale con balcone decorato da colonne in pietra, si apre la corte da cui si domina il suggestivo giardino, anche questo restituito dalla Provincia alla fruizione del pubblico palermitano.
I lavori realizzati dalla Provincia hanno interessato una superficie totale di circa 6 mila metri quadri, suddivisi tra piano terra, primo e secondo piano, più una serie di ammezzati e naturalmente il bellissimo giardino.
Nel corso della prima tranche di lavori, oltre al consolidamento dell’intera struttura, all’interno dell’antico palazzo sono stato ripresi gli affreschi, i solai lignei e i controsoffitti. Sono stati restaurati anche i prospetti esterni, quelli interni e le chiostrine. L’ultimo stralcio di lavori, avviati nel 2005, riguarda invece il completamento del restauro, degli impianti tecnologici e di climatizzazione e la realizzazione delle opere di cablaggio.
Un cenno a parte merita lo splendido giardino, risanato dopo anni di incuria che lo avevano trasformato in una giungla di arbusti, sterpaglia e rifiuti. Grazie all’impegno degli ex lavoratori socialmente utili e ad un investimento contenuto, è stato ripreso il disegno irregolare e sinuoso dei viottoli lungo i quali si sviluppa una ricca collezione di piante rare. Il recupero, in attesa di un restauro più ampio e definitivo, ha riguardato anche l’ex alloggio del custode.
Costruito nella prima metà dell’800, fu residenza della famiglia Jung, tre fratelli ebrei (Mario, Guido e Ugo) giunti da Milano agli inizi del diciannovesimo secolo per impiantare in città una grande impresa di esportazione di frutta secca, essenze, agrumi e sommacco.
La residenza di via Lincoln, situata lungo l’antico “stradone di Alcalà”, faceva parte di quella cortina edilizia che, a partire dalle fine del ‘700, aveva occupato l’area di risulta dell’antico fossato della città e si era assiepata a ridosso dei bastioni e delle mura cittadine ormai in disuso. Il Palazzo risponde nello stile e nella visione architettonica dello spazio alle esigenze imprenditoriali della nuova classe capitalista, alla quale si doveva il risveglio del commercio e della finanza siciliana. In anni ben più recenti è stato adibito a sede dell’Istituto Alberghiero di Stato.
Al di là del prospetto a tre ordini, con un portale con balcone decorato da colonne in pietra, si apre la corte da cui si domina il suggestivo giardino, anche questo restituito dalla Provincia alla fruizione del pubblico palermitano.
I lavori realizzati dalla Provincia hanno interessato una superficie totale di circa 6 mila metri quadri, suddivisi tra piano terra, primo e secondo piano, più una serie di ammezzati e naturalmente il bellissimo giardino.
Nel corso della prima tranche di lavori, oltre al consolidamento dell’intera struttura, all’interno dell’antico palazzo sono stato ripresi gli affreschi, i solai lignei e i controsoffitti. Sono stati restaurati anche i prospetti esterni, quelli interni e le chiostrine. L’ultimo stralcio di lavori, avviati nel 2005, riguarda invece il completamento del restauro, degli impianti tecnologici e di climatizzazione e la realizzazione delle opere di cablaggio.
Un cenno a parte merita lo splendido giardino, risanato dopo anni di incuria che lo avevano trasformato in una giungla di arbusti, sterpaglia e rifiuti. Grazie all’impegno degli ex lavoratori socialmente utili e ad un investimento contenuto, è stato ripreso il disegno irregolare e sinuoso dei viottoli lungo i quali si sviluppa una ricca collezione di piante rare. Il recupero, in attesa di un restauro più ampio e definitivo, ha riguardato anche l’ex alloggio del custode.
Chiostro del Duomo – Cefalù, 10 settembre
Il Chiostro del Duomo di Cefalù riapre al pubblico, per svelare i risultati dell’attento e minuzioso restauro realizzato dalla Provincia. Un milione e 32 mila euro investiti, quattro anni di lavori minuziosi e a volte ingegnosi, più di dieci esperti coinvolti: sono i numeri dell’operazione voluta dalla Giunta Musotto per recuperare, dopo decenni di abbandono, un tesoro di valore e bellezza inestimabili. Prima dei lavori l’opera era gravemente danneggiata: un’ala era scomparsa per un incendio, un’altra era stata smontata e mai rimontata, un’altra sostituita, l’ultima stava per essere definitivamente perduta a causa del degrado; infine, mancava la copertura delle corsie.
Attorno al sito, dunque, è sorto un grande cantiere: sono stati affrontati test preliminari, analisi delicatissime, emergenze di ogni tipo.
Oltre ogni più rosea previsione, il bilancio degli interventi. Due ali di colonne sono state recuperate, ripristinando quelle originarie e integrando quelle mancanti. Altre due, irrimediabilmente perdute, sono state riconfigurate con strutture in ferro stilizzate, di gusto moderno, sobrio e minimale. Interventi di consolidamento sono stati realizzati su tutto l’edificio, con la messa in sicurezza dei vari elementi dell’impianto e la copertura delle corsie.
L’obiettivo più ambizioso, però, è stato il recupero dei sontuosi capitelli decorati con motivi vegetali e simboli del mondo animale. Gli elementi in pietra sono stati rimossi, ripuliti da uno spesso strato di sali, irrobustiti da iniezioni di una particolare resina che rafforza la coesione della pietra, consolidati con fibre di carbonio.
Restano intatti il fascino e il mistero che avvolgono la costruzione del Chiostro. Non si sa con certezza né la data di esecuzione, né il nome degli artisti che hanno lavorato al suo primo cantiere. Forse le sue sculture sono state realizzate nella prima metà del XII secolo, in contemporanea con la Cattedrale, e “montato” successivamente, intorno al 1300-1400 (ovvero 200 anni dopo il Duomo, il che spiegherebbe il curioso rapporto di spazi e strutture che lega i due complessi, del tutto incoerente). Sicuramente la qualità delle materie usate e le tecniche di costruzione fanno pensare ad uno stile meno aulico e raffinato di quello normanno, ben oltre dunque il regno di Ruggero II che, pur nella sua lungimiranza di politico e mecenate, aveva lasciato la sua Cattedrale incompiuta. O forse, altra ipotesi altrettanto valida, il chiostro fu montato, smontato e rimontato. In ogni caso, la questione è insoluta.
Il Chiostro del Duomo di Cefalù riapre al pubblico, per svelare i risultati dell’attento e minuzioso restauro realizzato dalla Provincia. Un milione e 32 mila euro investiti, quattro anni di lavori minuziosi e a volte ingegnosi, più di dieci esperti coinvolti: sono i numeri dell’operazione voluta dalla Giunta Musotto per recuperare, dopo decenni di abbandono, un tesoro di valore e bellezza inestimabili. Prima dei lavori l’opera era gravemente danneggiata: un’ala era scomparsa per un incendio, un’altra era stata smontata e mai rimontata, un’altra sostituita, l’ultima stava per essere definitivamente perduta a causa del degrado; infine, mancava la copertura delle corsie.
Attorno al sito, dunque, è sorto un grande cantiere: sono stati affrontati test preliminari, analisi delicatissime, emergenze di ogni tipo.
Oltre ogni più rosea previsione, il bilancio degli interventi. Due ali di colonne sono state recuperate, ripristinando quelle originarie e integrando quelle mancanti. Altre due, irrimediabilmente perdute, sono state riconfigurate con strutture in ferro stilizzate, di gusto moderno, sobrio e minimale. Interventi di consolidamento sono stati realizzati su tutto l’edificio, con la messa in sicurezza dei vari elementi dell’impianto e la copertura delle corsie.
L’obiettivo più ambizioso, però, è stato il recupero dei sontuosi capitelli decorati con motivi vegetali e simboli del mondo animale. Gli elementi in pietra sono stati rimossi, ripuliti da uno spesso strato di sali, irrobustiti da iniezioni di una particolare resina che rafforza la coesione della pietra, consolidati con fibre di carbonio.
Restano intatti il fascino e il mistero che avvolgono la costruzione del Chiostro. Non si sa con certezza né la data di esecuzione, né il nome degli artisti che hanno lavorato al suo primo cantiere. Forse le sue sculture sono state realizzate nella prima metà del XII secolo, in contemporanea con la Cattedrale, e “montato” successivamente, intorno al 1300-1400 (ovvero 200 anni dopo il Duomo, il che spiegherebbe il curioso rapporto di spazi e strutture che lega i due complessi, del tutto incoerente). Sicuramente la qualità delle materie usate e le tecniche di costruzione fanno pensare ad uno stile meno aulico e raffinato di quello normanno, ben oltre dunque il regno di Ruggero II che, pur nella sua lungimiranza di politico e mecenate, aveva lasciato la sua Cattedrale incompiuta. O forse, altra ipotesi altrettanto valida, il chiostro fu montato, smontato e rimontato. In ogni caso, la questione è insoluta.
Itc “Francesco Crispi” – Palermo, 26 settembre
Uno spazio al servizio della comunità scolastica ma aperto anche alla fruizione dei cittadini in occasione di spettacoli, convegni ed eventi culturali. Si inaugura il 26 settembre il nuovo auditorium annesso all’Itc “Francesco Crispi” di Palermo, dopo i lavori realizzati dalla Provincia per la manutenzione straordinaria della scuola su cui sono stati complessivamente investiti un milione e 200 euro.
La struttura, che può contenere fino a 225 spettatori, è stata oggetto di un progetto di riqualificazione pensato proprio per aprirne l’utilizzo a tutti, puntando anche sulla sua collocazione autonoma rispetto al corpo che ospita le aule didattiche.
I lavori nell’auditorium hanno comportato il rifacimento dell’impianto elettrico e di quello di amplificazione, il cablaggio della struttura e l’adeguamento degli altri impianti alle norme di sicurezza.
Proprio per ribadire l’apertura della struttura al mondo culturale e sociale, l’inaugurazione dell’auditorium coinciderà con la celebrazione dell’apertura dell’anno accademico dell’“Utle – Università europea del tempo libero”, una associazione della terza età che ha come obiettivo la promozione della crescita culturale e sociale di chi giovane non è più.
Uno spazio al servizio della comunità scolastica ma aperto anche alla fruizione dei cittadini in occasione di spettacoli, convegni ed eventi culturali. Si inaugura il 26 settembre il nuovo auditorium annesso all’Itc “Francesco Crispi” di Palermo, dopo i lavori realizzati dalla Provincia per la manutenzione straordinaria della scuola su cui sono stati complessivamente investiti un milione e 200 euro.
La struttura, che può contenere fino a 225 spettatori, è stata oggetto di un progetto di riqualificazione pensato proprio per aprirne l’utilizzo a tutti, puntando anche sulla sua collocazione autonoma rispetto al corpo che ospita le aule didattiche.
I lavori nell’auditorium hanno comportato il rifacimento dell’impianto elettrico e di quello di amplificazione, il cablaggio della struttura e l’adeguamento degli altri impianti alle norme di sicurezza.
Proprio per ribadire l’apertura della struttura al mondo culturale e sociale, l’inaugurazione dell’auditorium coinciderà con la celebrazione dell’apertura dell’anno accademico dell’“Utle – Università europea del tempo libero”, una associazione della terza età che ha come obiettivo la promozione della crescita culturale e sociale di chi giovane non è più.
Centro operativo Protezione civile – Piano Battaglia, 17 settembre
Con l’approssimarsi della stagione invernale, a Piano Battaglia sarà attivo il nuovo centro operativo della Protezione civile. L’ex rifugio, ristrutturato in economia dalla Provincia con un investimento di 25 mila euro, affiancherà la struttura già esistente a Piano Zucchi. In questo modo, in caso di neve, si potrà garantire un intervento più rapido ed efficace, coprendo contemporaneamente la parte bassa e quella alta delle Madonie.
Nel Centro di Piano Battaglia sono stati ricavati i locali per ospitare sei addetti ai lavori e un alloggio per il soccorso alpino, che grazie ad una convenzione con la Protezione civile provinciale potrà usufruire di una postazione permanente. Nella stazione troveranno posto inoltre tre mezzi pesanti per lo spalamento della neve.
Con l’approssimarsi della stagione invernale, a Piano Battaglia sarà attivo il nuovo centro operativo della Protezione civile. L’ex rifugio, ristrutturato in economia dalla Provincia con un investimento di 25 mila euro, affiancherà la struttura già esistente a Piano Zucchi. In questo modo, in caso di neve, si potrà garantire un intervento più rapido ed efficace, coprendo contemporaneamente la parte bassa e quella alta delle Madonie.
Nel Centro di Piano Battaglia sono stati ricavati i locali per ospitare sei addetti ai lavori e un alloggio per il soccorso alpino, che grazie ad una convenzione con la Protezione civile provinciale potrà usufruire di una postazione permanente. Nella stazione troveranno posto inoltre tre mezzi pesanti per lo spalamento della neve.
Impianti fotovoltaici – Castelbuono (17 settembre) e Termini Imerese (22 settembre)
L’energia rinnovabile, da quella solare a quella fotovoltaica, come importante fonte di alimentazione. La Provincia, già da tempo, ha scelto questa strada in nome della tutela dell’ambiente.
Due gli impianti fotovoltaici che tagliano il nastro in queste settimane: quello del liceo scientifico “Failla Tedaldi” di contrada Rosario a Castelbuono e quello del liceo classico “Gregorio Ugdulena” di Termini Imerese, realizzati con un investimento complessivo di oltre 250 mila euro.
Entrambi gli impianti, da 20 kilowatt picco, avranno una capacità di produzione media annua di energia elettrica di oltre 38 mila kilowatt/ora e un risparmio energetico potenzialmente calcolabile in circa 6,5 tonnellate di petrolio. Per entrambi è previsto lo “scambio energetico” sul posto: si sottrae all’energia consumata nell’immobile quella prodotta dall’impianto, pagando al gestore solo la differenza in bolletta.
I due impianti sono solo una parte dell’ampio programma varato dall’Amministrazione provinciale che prevede il graduale utilizzo delle energie rinnovabili in tutto il patrimonio dell’Ente: dagli istituti scolastici agli impianti sportivi, dagli uffici alle aree artigianali. In questo quadro è già completato stato l’impianto fotovoltaico del Centro Direzionale di via San Lorenzo, sono già in corso i lavori in diversi istituti scolastici, saranno a breve appaltati i lavori per l’ex Palazzo delle Ferrovie di via Roma e il vecchio centro di smistamento delle Poste in via Cirrincione a Brancaccio. Gli ultimi due progetti in particolare costeranno circa 400 mila euro ciascuno e una potenza di 50 kilowatt picco.
L’energia rinnovabile, da quella solare a quella fotovoltaica, come importante fonte di alimentazione. La Provincia, già da tempo, ha scelto questa strada in nome della tutela dell’ambiente.
Due gli impianti fotovoltaici che tagliano il nastro in queste settimane: quello del liceo scientifico “Failla Tedaldi” di contrada Rosario a Castelbuono e quello del liceo classico “Gregorio Ugdulena” di Termini Imerese, realizzati con un investimento complessivo di oltre 250 mila euro.
Entrambi gli impianti, da 20 kilowatt picco, avranno una capacità di produzione media annua di energia elettrica di oltre 38 mila kilowatt/ora e un risparmio energetico potenzialmente calcolabile in circa 6,5 tonnellate di petrolio. Per entrambi è previsto lo “scambio energetico” sul posto: si sottrae all’energia consumata nell’immobile quella prodotta dall’impianto, pagando al gestore solo la differenza in bolletta.
I due impianti sono solo una parte dell’ampio programma varato dall’Amministrazione provinciale che prevede il graduale utilizzo delle energie rinnovabili in tutto il patrimonio dell’Ente: dagli istituti scolastici agli impianti sportivi, dagli uffici alle aree artigianali. In questo quadro è già completato stato l’impianto fotovoltaico del Centro Direzionale di via San Lorenzo, sono già in corso i lavori in diversi istituti scolastici, saranno a breve appaltati i lavori per l’ex Palazzo delle Ferrovie di via Roma e il vecchio centro di smistamento delle Poste in via Cirrincione a Brancaccio. Gli ultimi due progetti in particolare costeranno circa 400 mila euro ciascuno e una potenza di 50 kilowatt picco.