Palermo, 17 maggio 2008 – Settanta artisti; oltre 100 opere – tra pittura, scultura, video, installazioni, fotografia; 50 anni di arte contemporanea, per ripercorrere genio, creatività, storia, tensioni del secondo Novecento in Spagna e le influenze esercitate dai maestri iberici nel panorama culturale europeo. Ad ospitare il prestigioso collettivo, Palazzo Sant’Elia, il settecentesco edificio di via Maqueda acquistato e restaurato dalla Provincia e trasformato in sede museale.
Si è aperta al pubblico la mostra “España 1957-2007”, che resterà in allestimento fino al 14 settembre. Promossa dalla Provincia Regionale di Palermo, dall’Instituto Cervantes, ente pubblico che contribuisce alla diffusione della cultura e della lingua spagnola all’estero, con il patrocinio del Presidente del Parlamento Europeo, del Ministero della Cultura Spagnolo e con la collaborazione del DARC Sicilia, prodotta da Artemisia e curata da Demetrio, “Espana” è una delle più importanti e corpose esposizioni d’arte spagnola realizzate negli ultimi decenni.
La mostra muove dal 1957, anno di costituzione del gruppo El Paso, che nel panorama dell’arte del Novecento spagnolo rappresenta il momento di passaggio dalla modernità alla contemporaneità. Considerando il 1957 il momento di riferimento per un’arte di svolta nel panorama spagnolo, la mostra include opere di Pablo Picasso, Joan Mirò, Salvador Dalì, artisti il cui lavoro, rinnovandosi, ha continuato a rappresentare un insegnamento imprescindibile per le generazioni successive.
L’arte spagnola moderna e contemporanea si snoda nel solco tracciato a partire dal Seicento dal don Quijote di Cervantes e dalla tradizione Barocca: la mostra non è pertanto suddivisa cronologicamente ma seguendo un percorso espositivo per sezioni: Quijotismo trágico, Misticismo pagano, Existencialismo barrocco, Tenebrismo hispánico, Astrazione simbolico-formale.
Un’impostazione tematica e narrativa che accosta le opere in modo da sottolineare la continuità di stili e contenuti.
L’esposizione è stata presentata in conferenza stampa a palazzo Comitini: erano presenti il Ministro della cultura di Madrid, César Antonio Molina; il Commissario Straordinario della Provincia, Patrizia Monterosso; il presidente del Consiglio provinciale, Maurizio Gambino; il direttore dell’Instituto Cervantes, Carmen Caffarel; il curatore della mostra, Demetrio Paparoni, Francesco Musotto, europarlamentare, ultimo presidente della Provincia e promotore della mostra.
“Palermo – ha detto il ministro – è una delle città che amo di più, sulla quale ho scritto e raccontato molto. Ed è un onore oggi poter riannodare i fili della storia che la Spagna e la Sicilia hanno condiviso, proprio qui, e poter rievocare la forza della grande rivoluzione estetica che ha coinvolto l’arte spagnola in questo secolo. Questa mostra ci aiuta a ricostruire il nostro passato. E del resto è uno dei compiti principali della Politica e della Cultura è proprio questo: ricordarci chi siamo”.
Hanno sottolineato il valore della sinergia fra istituzioni spagnole e Provincia regionale, il Commissario Straordinario, Monterosso e il presidente del Consiglio provinciale, Gambino. “Preziosa è stata la collaborazione con il governo spagnolo, con Cervantes e con il Dipartimento regionale di Architettura e Arte contemporanea – ha sottolineato la prima – che ha reso possibile questa straordinaria esposizione e l’affascinante incontro tra le due culture mediterranee”.
“Adesso – ha commentato il secondo – si apre per palazzo Sant’Elia, autentico gioiello nel circuito degli spazi espositivi italiani, un percorso molto ambizioso: diventare un punto di riferimento per l’arte, un museo permanente e un luogo di eccellenza immediatamente riconoscibile anche fuori dai confini nazionali”. “Questa mostra – ha detto la direttrice del Cervantes di Madrid, Caffarel – registra il più ampio coinvolgimento di musei spagnoli e rappresenta il più ricco e significativo allestimento dedicato all’arte contemporanea spagnola mai realizzato. Si conferma così il ruolo istituzionale del nostro Istituto e la vitalità della sede di Palermo, la più ‘giovane’ tra le quattro sedi italiane ma con grandi progetti in cantiere”.
Musotto ha poi rievocato la genesi della mostra e della collaborazione con il governo di Madrid e il Cervantes: “E’ stata una sana follia, una proficua ‘locura’, come direbbero in Spagna, che ci ha permesso di raccogliere l’ennesima sfida, vedere oltre l’immediato presente e progettare un grande evento che superava le strette, specifiche competenze della Provincia, per affermare un ruolo importante fuori dall’anonimato”.
Un ringraziamento sentito ai partner istituzionali e a tutti coloro che a vario titolo hanno lavorato alla mostra, è stato il tributo del curatore Demetrio Paparoni: “Otto mesi di lavoro, 100 persone coinvolte nella preparazione della mostra, un’idea forte nata dall’incontro con il ministro Molina quando era ancora direttore del Cervantes. L’intenzione originaria di allestire l’esposizione a Milano o a Roma ha lasciato il passo alla scelta di palazzo Sant’Elia, senz’altro il più bello e importante dell’Italia del sud. E’ auspicio comune, quindi, che questa nuova sede museale diventi il simbolo concreto di una nuova politica culturale in Sicilia”.
Si è aperta al pubblico la mostra “España 1957-2007”, che resterà in allestimento fino al 14 settembre. Promossa dalla Provincia Regionale di Palermo, dall’Instituto Cervantes, ente pubblico che contribuisce alla diffusione della cultura e della lingua spagnola all’estero, con il patrocinio del Presidente del Parlamento Europeo, del Ministero della Cultura Spagnolo e con la collaborazione del DARC Sicilia, prodotta da Artemisia e curata da Demetrio, “Espana” è una delle più importanti e corpose esposizioni d’arte spagnola realizzate negli ultimi decenni.
La mostra muove dal 1957, anno di costituzione del gruppo El Paso, che nel panorama dell’arte del Novecento spagnolo rappresenta il momento di passaggio dalla modernità alla contemporaneità. Considerando il 1957 il momento di riferimento per un’arte di svolta nel panorama spagnolo, la mostra include opere di Pablo Picasso, Joan Mirò, Salvador Dalì, artisti il cui lavoro, rinnovandosi, ha continuato a rappresentare un insegnamento imprescindibile per le generazioni successive.
L’arte spagnola moderna e contemporanea si snoda nel solco tracciato a partire dal Seicento dal don Quijote di Cervantes e dalla tradizione Barocca: la mostra non è pertanto suddivisa cronologicamente ma seguendo un percorso espositivo per sezioni: Quijotismo trágico, Misticismo pagano, Existencialismo barrocco, Tenebrismo hispánico, Astrazione simbolico-formale.
Un’impostazione tematica e narrativa che accosta le opere in modo da sottolineare la continuità di stili e contenuti.
L’esposizione è stata presentata in conferenza stampa a palazzo Comitini: erano presenti il Ministro della cultura di Madrid, César Antonio Molina; il Commissario Straordinario della Provincia, Patrizia Monterosso; il presidente del Consiglio provinciale, Maurizio Gambino; il direttore dell’Instituto Cervantes, Carmen Caffarel; il curatore della mostra, Demetrio Paparoni, Francesco Musotto, europarlamentare, ultimo presidente della Provincia e promotore della mostra.
“Palermo – ha detto il ministro – è una delle città che amo di più, sulla quale ho scritto e raccontato molto. Ed è un onore oggi poter riannodare i fili della storia che la Spagna e la Sicilia hanno condiviso, proprio qui, e poter rievocare la forza della grande rivoluzione estetica che ha coinvolto l’arte spagnola in questo secolo. Questa mostra ci aiuta a ricostruire il nostro passato. E del resto è uno dei compiti principali della Politica e della Cultura è proprio questo: ricordarci chi siamo”.
Hanno sottolineato il valore della sinergia fra istituzioni spagnole e Provincia regionale, il Commissario Straordinario, Monterosso e il presidente del Consiglio provinciale, Gambino. “Preziosa è stata la collaborazione con il governo spagnolo, con Cervantes e con il Dipartimento regionale di Architettura e Arte contemporanea – ha sottolineato la prima – che ha reso possibile questa straordinaria esposizione e l’affascinante incontro tra le due culture mediterranee”.
“Adesso – ha commentato il secondo – si apre per palazzo Sant’Elia, autentico gioiello nel circuito degli spazi espositivi italiani, un percorso molto ambizioso: diventare un punto di riferimento per l’arte, un museo permanente e un luogo di eccellenza immediatamente riconoscibile anche fuori dai confini nazionali”. “Questa mostra – ha detto la direttrice del Cervantes di Madrid, Caffarel – registra il più ampio coinvolgimento di musei spagnoli e rappresenta il più ricco e significativo allestimento dedicato all’arte contemporanea spagnola mai realizzato. Si conferma così il ruolo istituzionale del nostro Istituto e la vitalità della sede di Palermo, la più ‘giovane’ tra le quattro sedi italiane ma con grandi progetti in cantiere”.
Musotto ha poi rievocato la genesi della mostra e della collaborazione con il governo di Madrid e il Cervantes: “E’ stata una sana follia, una proficua ‘locura’, come direbbero in Spagna, che ci ha permesso di raccogliere l’ennesima sfida, vedere oltre l’immediato presente e progettare un grande evento che superava le strette, specifiche competenze della Provincia, per affermare un ruolo importante fuori dall’anonimato”.
Un ringraziamento sentito ai partner istituzionali e a tutti coloro che a vario titolo hanno lavorato alla mostra, è stato il tributo del curatore Demetrio Paparoni: “Otto mesi di lavoro, 100 persone coinvolte nella preparazione della mostra, un’idea forte nata dall’incontro con il ministro Molina quando era ancora direttore del Cervantes. L’intenzione originaria di allestire l’esposizione a Milano o a Roma ha lasciato il passo alla scelta di palazzo Sant’Elia, senz’altro il più bello e importante dell’Italia del sud. E’ auspicio comune, quindi, che questa nuova sede museale diventi il simbolo concreto di una nuova politica culturale in Sicilia”.
Le sezioni espositive – Quijotismo trágico: nulla più del poema cavalleresco Don Chisciotte di Cervantes esprime la tensione della cultura spagnola verso mete così ambiziose da portare con sé il rischio del fallimento. Nell’arte del Novecento spagnolo il quijotismo, l’ironia amara che sconfina nel comico e finisce per mostrare la tragedia della sconfitta, permane anche in assenza di tessuto narrativo e linguaggio iconico. Il quijotismo tragico è una costante della cultura spagnola al di là delle diverse epoche e che assume di volta in volta soluzioni formali diverse.
Misticismo pagano: l’anelito verso il divino si manifesta nella cultura spagnola in forma mistica, si manifesta cioè come aspirazione dell’individuo a uscire fuori di sé per identificarsi con il divino stesso negando ogni mediazione. Accanto a queste manifestazioni individuali di fuga verso il divino si pongono fenomeni sociali che trovano espressione in una ricca ritualità collettiva. Una ritualità collettiva in cui a prevalere è la natura stessa e tutta la sua carica sensuale. Per altro verso elementi di forte sensualità, com’è noto, sono presenti nelle più elevate espressioni della mistica spagnola, si pensi a San Giovanni della Croce o a Santa Teresa d’Avila.
Existencialismo barocco: l’esistenzialismo barocco trova espressione nell’horror vacui di cui l’individuo fa esperienza nel momento in cui si confronta con i propri limiti. Sul piano formale si manifesta come un’invasione dello spazio con una sovrabbondanza di elementi che mirano a riempire l’angoscia che il vuoto produce. In particolare nell’arte del dopoguerra spagnolo l’esistenzialismo barocco si manifesta come contrasto tra aspirazioni e limiti di artisti che, animati da una forte tensione socio-politica, fanno esperienza della sconfitta sublimandola in immagini cariche di ironia e rassegnazione. Mentre nella sezione Quijotismo trágico l’attenzione è rivolta al rapporto che l’individuo ha con l’altro, in questa sezione si affronta il rapporto dell’individuo con se stesso.
Tenebrismo hispánico: riprendendo il nome che è stato dato a uno stile pittorico proprio di un gruppo di artisti del Nord dell’Europa e della Spagna in particolare, questa sezione affronta un aspetto dell’arte spagnola del secondo Novecento e dei nostri giorni: il suo rapporto con il nero e la predilezione per contrasti molto forti basati sul chiaroscuro.
Abstracción simbólico-formal: la realizzazione di opere non descrittive, che non propongono cioè forme riconducibili alla natura, è in Occidente alla base dell’arte astratta del Novecento. Quest’arte trova la sua legittimazione in un procedimento mentale attraverso il quale si sostituisce il riferimento alla natura con segni e forme che sono la trascrizione formale di concetti. Non c’è arte tuttavia che possa sottrarsi al formalismo, che possa cioè escludere radicalmente il riferimento a forme e segni esistenti in natura. Nell’arte spagnola l’astrazione si muove su un doppio binario, da una parte affronta la relazione dell’individuo con il proprio inconscio, sconfinando sovente nel segno surrealista, dall’altra si serve concettualmente (e strumentalmente) delle forme geometriche esistenti in natura. In entrambi i casi l’obiettivo è definire la grammatica di linguaggi autonomi capaci di affrontare in chiave originale il simbolo e la sua manifestazione più o meno controllabile da parte dello stesso autore.
Misticismo pagano: l’anelito verso il divino si manifesta nella cultura spagnola in forma mistica, si manifesta cioè come aspirazione dell’individuo a uscire fuori di sé per identificarsi con il divino stesso negando ogni mediazione. Accanto a queste manifestazioni individuali di fuga verso il divino si pongono fenomeni sociali che trovano espressione in una ricca ritualità collettiva. Una ritualità collettiva in cui a prevalere è la natura stessa e tutta la sua carica sensuale. Per altro verso elementi di forte sensualità, com’è noto, sono presenti nelle più elevate espressioni della mistica spagnola, si pensi a San Giovanni della Croce o a Santa Teresa d’Avila.
Existencialismo barocco: l’esistenzialismo barocco trova espressione nell’horror vacui di cui l’individuo fa esperienza nel momento in cui si confronta con i propri limiti. Sul piano formale si manifesta come un’invasione dello spazio con una sovrabbondanza di elementi che mirano a riempire l’angoscia che il vuoto produce. In particolare nell’arte del dopoguerra spagnolo l’esistenzialismo barocco si manifesta come contrasto tra aspirazioni e limiti di artisti che, animati da una forte tensione socio-politica, fanno esperienza della sconfitta sublimandola in immagini cariche di ironia e rassegnazione. Mentre nella sezione Quijotismo trágico l’attenzione è rivolta al rapporto che l’individuo ha con l’altro, in questa sezione si affronta il rapporto dell’individuo con se stesso.
Tenebrismo hispánico: riprendendo il nome che è stato dato a uno stile pittorico proprio di un gruppo di artisti del Nord dell’Europa e della Spagna in particolare, questa sezione affronta un aspetto dell’arte spagnola del secondo Novecento e dei nostri giorni: il suo rapporto con il nero e la predilezione per contrasti molto forti basati sul chiaroscuro.
Abstracción simbólico-formal: la realizzazione di opere non descrittive, che non propongono cioè forme riconducibili alla natura, è in Occidente alla base dell’arte astratta del Novecento. Quest’arte trova la sua legittimazione in un procedimento mentale attraverso il quale si sostituisce il riferimento alla natura con segni e forme che sono la trascrizione formale di concetti. Non c’è arte tuttavia che possa sottrarsi al formalismo, che possa cioè escludere radicalmente il riferimento a forme e segni esistenti in natura. Nell’arte spagnola l’astrazione si muove su un doppio binario, da una parte affronta la relazione dell’individuo con il proprio inconscio, sconfinando sovente nel segno surrealista, dall’altra si serve concettualmente (e strumentalmente) delle forme geometriche esistenti in natura. In entrambi i casi l’obiettivo è definire la grammatica di linguaggi autonomi capaci di affrontare in chiave originale il simbolo e la sua manifestazione più o meno controllabile da parte dello stesso autore.
A fare da cornice ai cinque percorsi espositivi, il settecentesco palazzo Sant’Elia, restaurato dalla Provincia con una spesa complessiva di 5 milioni di euro.
Gli interventi di recupero hanno riguardato il consolidamento delle strutture, il recupero dei prospetti, dei caratteristici balconi in ferro a petto d’oca, degli infissi e dei portoni. Sul fronte del restauro degli interni sono stati interessati tutti gli ambienti del palazzo, in particolare il piano nobile, dove le volte affrescate necessitavano di un puntuale intervento di ripristino. Fra i lavori di maggior rilievo l’eliminazione di parti dell’edificio di recente costruzione, che si erano sovrapposti in modo improprio all’impianto originario.
In alcuni ambienti è stato necessario procedere allo smontaggio dei pavimenti per consentire il consolidamento di volte e solai. Al recupero strutturale hanno fatto seguito gli interventi per l’adeguamento a sede museale, che hanno decretato la definitiva consacrazione di Sant’Elia all’arte e alla cultura. Così il piano nobile e il sottotetto sono diventati gli spazi ideali per l’allestimento delle mostre e la corte principale d’ingresso è stata destinata alla gestione della sicurezza e della custodia. I servizi multimediali, invece, sono stati concentrati nel piano ammezzato: qui hanno trovato posto la biblioteca, una fototeca, che sarà anche centro di documentazione, e un’area per la didattica. Grande attenzione, durante la progettazione, è stata rivolta alla definizione dei percorsi di visita, concepiti in modo da consentire la fruibilità di tutto il complesso, anche al pubblico portatore di handicap. Il museo è dotato delle più moderne tecnologie, che consentiranno di visitare il museo con computer palmari e apparati wireless.
Elenco degli artisti: Fermín Aguayo, Manu Arregui, Eduardo Arroyo, Txomin Badiola, José Manuel Ballester, Jorge Barbi, Miquel Barceló, Jordi Bernadó, Joan Brossa, Luis Buñuel, Carmen Calvo, Daniel Canogar, Rafael Canogar, Jacobo Castellano, Eduardo Chillida, Jordi Colomer, Salvador Dalí, Equipo Crónica, Equipo 57, Pepe Espaliú, Esther Ferrer, Dionisio Gonzalez, Luis Gordillo, Juan Hidalgo, Cristina Iglesias, Pello Irazu, Francisco Leiro, Eva Lootz, Antonio López, Enrique Marty, Ramón Masats, Mateo Maté, Manolo Millares, Antoni Miralda, Joan Miró, Juan Luis Moraza, MP & MP Rosado, Juan Muñoz, Antoni Muntadas, Miquel Navarro, Aitor Ortiz, Jorge Oteiza, Pablo Palazuelo, Carlos Pazos, Perejaume, Javier Pérez, Pablo Picasso, Joan Hernández Pijuan, Jaume Plensa, Sergio Prego, Manuel Rivera, Bernardí Roig, Fernando Sánchez Castillo, Antonio Saura, Adolfo Schlosser, Eusebio Sempere, José Maria Sicilia, Santiago Sierra, Susana Solano, José Suárez, Antoni Tàpies, Francesc Torres, Juan Uslé, Isidoro Valcárcel Medina, Eulàlia Valldosera, Daniel Verbis, Manuel Vilariño, Zush/Evru.
Istituzioni da cui provengono le opere: Centro Andaluz de Arte Contemporáneo (CAAC), Centro Atlántico de Arte Moderno (CAAM), Centro-Museo Vasco de Arte Contemporáneo – ARTIUM, Colección De Pictura, Fundación Juan March, Instituto Valenciano de Arte Moderno (IVAM), Museo de Arte Contemporáneo de Castilla y León (MUSAC), Museo de Arte Contemporáneo Unión Fenosa, Museo Extremeño e Iberoamericano de Arte Contemporáneo (MEIAC), Museo Nacional centro de Arte Reina Sofía, Museo Vostell Malpartida, Museo de Cáceres, Patio Herreriano – Museo de Arte Contemporáneo Español. Si ringraziano inoltre le Gallerie e i prestatori privati.
Catalogo Skira
Catalogo Skira
per informazioni: ufficio stampa Artemisia: +39 0721 37 09 56
Ufficio stampa Provincia regionale di Palermo: +39 091 66 28 936
Ufficio stampa Skira (per il catalogo della mostra): + 39 02 89 415 532 – +39 02 89 401 645
Ufficio stampa Provincia regionale di Palermo: +39 091 66 28 936
Ufficio stampa Skira (per il catalogo della mostra): + 39 02 89 415 532 – +39 02 89 401 645
scheda tecnica – in allestimento dal 18 maggio al 14 settembre 2008
Palazzo Sant’Elia Via Maqueda 81, 90133 Palermo Mostra a cura di Demetrio Paparoni
Promossa da Provincia Regionale di Palermo Instituto Cervantes
Con il patrocinio del Presidente del Parlamento Europeo Ministero della Cultura Spagnolo
In collaborazione con DARC Sicilia
Produzione Arthemisia
Progetto grafico Angela Scatigna, Arthemisia
Palazzo Sant’Elia Via Maqueda 81, 90133 Palermo Mostra a cura di Demetrio Paparoni
Promossa da Provincia Regionale di Palermo Instituto Cervantes
Con il patrocinio del Presidente del Parlamento Europeo Ministero della Cultura Spagnolo
In collaborazione con DARC Sicilia
Produzione Arthemisia
Progetto grafico Angela Scatigna, Arthemisia