Nell’ex Cavallerizza di Palazzo sant’Elia la mostra di Enzo Brai. Mezzo secolo di Sicilia in 100 scatti d’autore

Mezzo secolo di lavoro e di vita, 100 immagini che documentano gli eventi e i personaggi della cronaca, la storia, le tragedie e la bellezza di una terra che di volta in volta ha sedotto, sconvolto, ipnotizzato, ma mai disarmato, l’obiettivo fotografico.
E’ un lungo rapporto fatto di contraddizioni, passione, talento e perizia, quello che da 50 anni lega il fotografo Enzo Brai alla Sicilia, raccontato oggi nella mostra ”Obiettivo Sicilia-Cinquant’anni di storie” (la prima grande ‘antologica’ dedicata al maestro palermitano), promossa dalla Provincia regionale di Palermo su un progetto della fondazione ”Ignazio Buttitta”, realizzata con il sostegno finanziario dell’assessorato regionale ai Beni culturali e allestita da Monica Modica.
L’esposizione aprirà al pubblico nelle sale dell’ex Cavallerizza di Palazzo Sant’Elia (via Maqueda 81) il 9 dicembre, alle 18: all’inaugurazione saranno presenti, con Enzo Brai, il presidente della Provincia Giovanni Avanti, gli assessori alla Cultura Eusebio Dalì e ai Beni culturali, Patrizio Lodato, il presidente della fondazione “Ignazio Buttitta”, Ignazio E.Buttitta. 

Nelle foto in bianco e nero di Brai – classe ’44, fotografo per il Giornale di Sicilia, L`Ora, La Repubblica, Epoca, Panorama, L`Espresso, Life, Time, Observer, Der Spiegel, National Geographic Magazine – fino alla specializzazione nel settore artistico come curatore di decine di cataloghi di mostre ed eventi culturali e collaboratore delle istituzioni museali più prestigiose – scorrono gli scatti di un’umanità antica, dolente, di una realtà aspra e dura, dal terremoto del Belice del ’68 – con il suo ‘precipitato’ di disperazione e smarrimento tra gli accampamenti di Poggioreale e il fango di Montevago – alla mattanza nel mare di Favignana, nell’estate di tutti i record con 500 tonni nella rete, passando per i giorni a Linosa, trascorsi in mezzo ai mafiosi in soggiorno obbligato che banchettavano a spese dei cronisti in cambio delle foto con i pezzi da novanta. Una sala, poi, è dedicata alle immagini degli ultimi 20 anni, quando Brai ha progressivamente virato dalla fotografia di cronaca alla foto d’arte, pubblicando con case editrici come Franco Maria Ricci, Mondadori, Flaccovio, Novecento, Treccani.

“Questo evento  è un omaggio dovuto ad un grande testimone del nostro tempo – commenta il presidente Avanti – che conferma l’attenzione della nostra amministrazione al mondo della fotografia, linguaggio straordinariamente moderno ed efficace. E una conferma anche per Palazzo sant’Elia come sede espositiva prestigiosa e versatile, dove tutte le espressioni artistiche possono essere valorizzate e trovare spazio e cittadinanza”.

Ogni ‘pagina’ un pezzo di storia, cominciata da ‘ragazzo di bottega’ con una Zaiss Ikon 6X6 in mano, in mezzo alle pellicole e ai reagenti del negozio del padre, il glorioso studio Publifoto in via Mariano Stabile, Mecca di tanti pellegrinaggi per gli intellettuali e i giornalisti palermitani dell’epoca Sono cambiati i tempi, gli strumenti del mestiere (le Rolley flex, le Nikon, le Canon; soprattutto, è arrivata l’era del digitale). Ma mai è mutato il modo di osservare, di intendere la fotografia come servizio, testimonianza, perché – dice lo stesso Brai – “affrancare la fotografia dalla necessità della competenza tecnica, che è poi la grande rivoluzione del digitale, non può bastare: il bravo fotografo è quello che sa cogliere l’attimo”.   
“La fotografia – aggiunge l’assessore Dalì – è cultura, con tutta la ricchezza di significati e di accezioni che questo termine comprende. Attraverso la fotografia rivive il passato e si illumina il presente, la fotografia è custode della memoria e insieme interprete del contemporaneo. E nelle opere di Brai la magia dell’immagine fotografica si sposa con l’estro e la grazia del talento”.
“In questa carrellata cronologica, tutta da vedere e da gustare con gli occhi – scrive Giuseppe Quatriglio nel testo in catalogo – sono le immagini ad avere un linguaggio asciutto, essenziale; immagini “di verità momentanea”, come una volta Leonardo Sciascia definì le fotografie, ma immagini che fermano un momento irripetibile. Certamente un mondo lontano rivive in una straordinaria sequenza che ha il profumo del secolo passato”. 

Catalogo edito da Flaccovio, con testi di Antonino Buttitta, Giuseppe Quatriglio, Maria Concetta Di Natale, Guido Meli, Cesare Barbera Azzarello, Angheli Zalapì, Massimiliano Marafon. 

La mostra resterà aperta fino al 9 gennaio e potrà essere visitata gratuitamente dal martedì al sabato, dalle 9:30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30; domenica e festivi, dalle 9:30 alle 13. Per informazioni, 091-6628289/091-6127155. Sul web: www.provincia.palermo.itwww.fondazionebuttitta.it

nella foto: un’immagine scattata a Cattolica Eraclea