Palermo, 11 luglio 2007 – Un maestro del Cinetismo europeo, il movimento che negli anni ’60 conquistò la scena artistica internazionale rivoluzionando la percezione della luce, del movimento, della dinamica; un autore schivo e solitario che in oltre mezzo secolo di carriera ha esplorato i territori della pittura e della scultura, riuscendo a trovare una sintesi tra le due espressioni; un ricercatore instancabile, che ha sperimentato tutte le risorse della materia.
E’ Ben Ormenese – nato a Prata di Pordenone, classe 1930, milanese d’adozione, mancato architetto, passione e abilità da ebanista, nome eccellente della scena del cinetismo europeo con Hugo Demarco, Alberto Biasi, Garcia Rossi, Julio Le Parc – protagonista dell’esposizione promossa dalla Provincia regionale di Palermo, in collaborazione con “Il Cigno G.G. edizioni d’arte” di Roma.
La mostra, la prima di Ormenese a Palermo e in Sicilia, antologica con 38 opere realizzate dal friulano tra la fine degli anni ’60 e il 2007, è in allestimento al Loggiato San Bartolomeo (corso Vittorio Emanuele 25) dal 13 luglio al 31, e poi di nuovo dall’1 al 20 settembre (chiusura ad agosto). Ad inaugurarla, il 12 luglio alle 20, il presidente della Provincia Francesco Musotto con l’autore, l’organizzatore Lorenzo Zichichi e i critici curatori Giovanni Granzotto e Leonardo Conti.
Ben Ormenese – La forma virtuale – questo il titolo dell’antologica – è un viaggio lungo la parabola creativa dell’artista, attraverso le installazioni che uniscono il volume delle forme in legno, laccato, dipinto, intarsiato, a volte anche bruciato con la fiamma (tecnica cara ad Alberto Burri) ad inserti in cartone o in vetro e al colore, in larga parte acrilico, denso e quasi “plastico”.
“Dopo il lungo allestimento della mostra di Igor Mitoraj – commenta il presidente della Provincia, Francesco Musotto – un altro appuntamento con l’arte italiana contemporanea, che offre spunti di riflessione e di conoscenza grazie al talento e alle illuminazioni di un autentico ‘grande vecchio’ della ricerca creativa. E ancora una volta la cornice della nostra proposta culturale é il Cinetismo, che con la collettiva del settembre 2006 ha conquistato il pubblico palermitano e non solo”.
Le opere di Ormenese in allestimento nei tre piani del Loggiato fanno spesso parte di un ciclo, uniforme nel tema e nella tecnica di esecuzione: ci sono gli Studi cromatici, i Teatrini e le Levitazioni, gli Spazi vuoti, le Composizioni in bianco e nero.
I primi, in particolare sono costruiti con intarsi e tasselli di legno dipinto; i Teatrini (ambigui, illusori, ingannevoli) e le Levitazioni, sono una sfida alle leggi dell’ottica, opera “corale” per eccellenza, in cui non esistono punti di forza ma ogni parte della tavola diventa origine e motore di se stessa.
Dal catalogo della mostra, le parole del critico Leonardo Conti: “Nell’epoca del post umano in cui la legittimazione e l’identità sono affidate in delega ad altro da sé, e, nel caso dell’arte, che questo ‘altro’ sia il museo, il critico, il mercato o tutti insieme poco importa, l’opera di Ormenese, nel suo rispecchiarsi completamente in una condotta individuale, per la costituzione di uno scambio permanente con ciò che le è esterno, veniva producendo quella conversione dell’artista a se stesso. Che altri effetti non ha se non la costruzione di un soggetto etico di comportamento”.
Come dimostra il tragico, durissimo gesto del ’78, quando Ormenese diede fuoco a molte delle sue opere in un grande e disperato falò.
Significativo anche il giudizio di Luciano Caramel, che per primo scoprì e apprezzò l’opera del maestro di Pordedone: “Tra i molti evidenti pregi delle opere di Ormenese – scrive nella citazione del critico Granzotto – quello che per primo colpisce è la naturalezza. Le sue composizioni non mostrano infatti alcuna traccia della rigorosa ricerca di rapporti da cui sono nate: il loro equilibrio sembra il frutto spontaneo di una felice intuizione, piuttosto che l’esito preciso e faticato di un controllo della forma”.
Orari di apertura al pubblico: dal martedì al sabato, dalle 16.30 alle 19.30; la domenica, dalle 10 alle 13. Chiusura il lunedì. Ingresso gratuito. Per informazioni, 091-6123832.
E’ Ben Ormenese – nato a Prata di Pordenone, classe 1930, milanese d’adozione, mancato architetto, passione e abilità da ebanista, nome eccellente della scena del cinetismo europeo con Hugo Demarco, Alberto Biasi, Garcia Rossi, Julio Le Parc – protagonista dell’esposizione promossa dalla Provincia regionale di Palermo, in collaborazione con “Il Cigno G.G. edizioni d’arte” di Roma.
La mostra, la prima di Ormenese a Palermo e in Sicilia, antologica con 38 opere realizzate dal friulano tra la fine degli anni ’60 e il 2007, è in allestimento al Loggiato San Bartolomeo (corso Vittorio Emanuele 25) dal 13 luglio al 31, e poi di nuovo dall’1 al 20 settembre (chiusura ad agosto). Ad inaugurarla, il 12 luglio alle 20, il presidente della Provincia Francesco Musotto con l’autore, l’organizzatore Lorenzo Zichichi e i critici curatori Giovanni Granzotto e Leonardo Conti.
Ben Ormenese – La forma virtuale – questo il titolo dell’antologica – è un viaggio lungo la parabola creativa dell’artista, attraverso le installazioni che uniscono il volume delle forme in legno, laccato, dipinto, intarsiato, a volte anche bruciato con la fiamma (tecnica cara ad Alberto Burri) ad inserti in cartone o in vetro e al colore, in larga parte acrilico, denso e quasi “plastico”.
“Dopo il lungo allestimento della mostra di Igor Mitoraj – commenta il presidente della Provincia, Francesco Musotto – un altro appuntamento con l’arte italiana contemporanea, che offre spunti di riflessione e di conoscenza grazie al talento e alle illuminazioni di un autentico ‘grande vecchio’ della ricerca creativa. E ancora una volta la cornice della nostra proposta culturale é il Cinetismo, che con la collettiva del settembre 2006 ha conquistato il pubblico palermitano e non solo”.
Le opere di Ormenese in allestimento nei tre piani del Loggiato fanno spesso parte di un ciclo, uniforme nel tema e nella tecnica di esecuzione: ci sono gli Studi cromatici, i Teatrini e le Levitazioni, gli Spazi vuoti, le Composizioni in bianco e nero.
I primi, in particolare sono costruiti con intarsi e tasselli di legno dipinto; i Teatrini (ambigui, illusori, ingannevoli) e le Levitazioni, sono una sfida alle leggi dell’ottica, opera “corale” per eccellenza, in cui non esistono punti di forza ma ogni parte della tavola diventa origine e motore di se stessa.
Dal catalogo della mostra, le parole del critico Leonardo Conti: “Nell’epoca del post umano in cui la legittimazione e l’identità sono affidate in delega ad altro da sé, e, nel caso dell’arte, che questo ‘altro’ sia il museo, il critico, il mercato o tutti insieme poco importa, l’opera di Ormenese, nel suo rispecchiarsi completamente in una condotta individuale, per la costituzione di uno scambio permanente con ciò che le è esterno, veniva producendo quella conversione dell’artista a se stesso. Che altri effetti non ha se non la costruzione di un soggetto etico di comportamento”.
Come dimostra il tragico, durissimo gesto del ’78, quando Ormenese diede fuoco a molte delle sue opere in un grande e disperato falò.
Significativo anche il giudizio di Luciano Caramel, che per primo scoprì e apprezzò l’opera del maestro di Pordedone: “Tra i molti evidenti pregi delle opere di Ormenese – scrive nella citazione del critico Granzotto – quello che per primo colpisce è la naturalezza. Le sue composizioni non mostrano infatti alcuna traccia della rigorosa ricerca di rapporti da cui sono nate: il loro equilibrio sembra il frutto spontaneo di una felice intuizione, piuttosto che l’esito preciso e faticato di un controllo della forma”.
Orari di apertura al pubblico: dal martedì al sabato, dalle 16.30 alle 19.30; la domenica, dalle 10 alle 13. Chiusura il lunedì. Ingresso gratuito. Per informazioni, 091-6123832.