L’arte israeliana a palazzo S.Elia nel Giorno della Memoria. Dal 27 gennaio 120 opere di 22 autori in mostra per ”Middle Yeast”

Palermo – L’arte per unire il ricordo delle vittime della Shoah con le nuove tendenze che hanno caratterizzato negli ultimi anni la cultura israeliana, in un difficile gioco di equilibri fra memoria e oblio, fra passato e futuro. Nasce cosi’ ”Middle Yeast”, la mostra promossa dalla Provincia Regionale di Palermo, con la collaborazione dell’Ambasciata Israeliana a Roma e con il patrocinio dell’Ucei (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), inaugurata  il 27 gennaio, alle 19, a palazzo Sant’Elia dal presidente della Provincia Giovanni Avanti, dall’assessore alla cultura Eusebio Dali’ e dai rappresentanti dell’Unione delle Comunita’ ebraiche e dell’Ambasciata, in occasione del Giorno della memoria, 66 anni dopo la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. Ventidue artisti israeliani, o comunque legati alla cultura israeliana,  attraverso 120 opere, pitture e sculture, installazioni e video, proporranno i nuovi linguaggi sviluppatisi negli ultimi anni per evidenziare i fermenti culturali nati da una condizione sociale e politica che ha profondamente segnato il popolo israeliano, ma che hanno reso Tel Aviv una delle capitali culturali più interessanti a livello internazionale. 
La mostra è stata presentata in anteprima alla stampa  a palazzo S.Elia dal presidente Avanti e dalla curatrice Daniela Brignone.  “Celebriamo il Giorno della memoria – sottolinea il Presidente Avanti – con una mostra davvero unica che affianca i valori culturali di una nazione dal forte vissuto storico, con i valori che richiamano alla pace e alla tolleranza. Un’occasione di approfondimento e di riflessione sui percorsi che legano passato e presente di una terra diventata simbolo dei conflitti politici e religiosi del pianeta, ma che rappresenta un fulcro del pensiero e della cultura mondiale”.     
 Il titolo Middle Yeast scaturisce proprio da  un gioco di parole che unisce gli aspetti storici, politici e sociali del territorio mediorientale (Middle East, Medio Oriente) con i nuovi risvolti artistico – culturali israeliani  oggi  in continua evoluzione ( yeast significa, infatti, “lievito, fermento”), grazie alle nuove correnti artistiche che rendono feconda la costante ricerca di identità del territorio. La mostra, curata da Daniela Brignone, con l’organizzazione di Nike s.r.l. Palermo e Galleria Monteleone, visitabile presenta 22 autori, fra personalità già affermate e giovani interpreti, che vantano presenze presso celebri musei internazionali e importanti collaborazioni. Gli artisti sono: Uri Lifshitz, Alon Ohana, Alexander Bogen, David Gerstein, Miri Lavee,  Eyal Ben Simon, Boaz Lanir, Tanya Preminger, Belle Shafir, Daniella Scheinmann, Freddie Fabian, Gila Schnell, Harold Rubin, Igor Cherchenko, Lev Stern, Mira Maylor, Sara Meridor, Orna Ben Shoshan, Avi Yair, Meira Grossinger, Gabi Natan, Yaara Nirel.  Tra di loro Miri Lavee, figlia di sopravvissuti all’Olocausto, porta sulle sue tele un’umanità scheletrica. Alexander Bogen, scomparso lo scorso anno a 93 anni, protagonista della resistenza partigiana ebrea dopo la fuga dal ghetto di Vilna nel 1943, esporrà  disegni dal grande valore documentario da lui realizzati nel periodo della Shoa. Freddie Fabian, ha fondato una scuola d’arte e scultura a Ramat Gan. Nel 1976 ha vinto il primo premio per artisti stranieri a Parigi, città in cui nello stesso anno ha realizzato una mostra personale. Harold Rubin, sudafricano di nascita ma israeliano d’adozione, autore di opere di evidente matrice espressionistica. Architetto, musicista jazz oltre che artista, ha esposto in Israele, in Germania, in Inghilterra, negli Stati Uniti e in Sudafrica. Orna Ben-Shoshan, è un’artista autodidatta che trasferisce nelle sue opere figurative quella passione per la metafisica e il misticismo. Uri Lifshitz, è attento agli umori, ai cambiamenti e alle trasformazioni dei contesti culturali, con cui nella sua lunga carriera è entrato in contatto. Ha avuto riconoscimenti prestigiosi nella sua Israele e all’estero. Alon Ohana, nato a Petah Tikvah nel 1970. La sua attività si divide tra la pittura e il disegno di scenografie cinematografiche, come quella del film La ragazza con l’orecchino di perla. Negli ultimi anni lavora stabilmente con Wilberth Van Thurp, scenografo del grande regista Peter Greenaway.

In allestimento fino al 5 marzo. Visite al pubblico gratuite dal martedì al sabato, dalle 9.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30; domenica e festivi, dalle 9.30 alle 13. Per informazioni, 091-6628289 / 091-6127155.