
Palermo, 17 ottobre 2009- A New York, una mostra e un libro per ricordare Joe Petrosino, il poliziotto italo-americano inviato a Palermo per indagare sui rapporti tra la criminalità organizzata del New Jersey e la mafia siciliana e ucciso in piazza Marina, a Palermo, il 12 marzo del 1909.
Il poliziotto ‘torna’ nella sua New York, la città che lo aveva accolto a 13 anni e gli aveva offerto prima un modesto impiego come spazzino e poi il tanto atteso arruolamento nella Polizia, grazie alliniziativa della Provincia regionale di Palermo che, in occasione del tradizionale appuntamento del ‘Columbus Day’ e nel centenario della morte di Petrosino, ha organizzato nella Grande Mela una serie di iniziative dedicate al poliziotto, sul solco degli appuntamenti dellultima edizione di ‘Provincia in Festa’.
‘Petrosino ha dichiarato il presidente della Provincia, Giovanni Avanti – come molti italiani partiti per gli Stati Uniti, ha saputo mettere a frutto nella sua nuova terra quelle doti umane e intellettuali che hanno permesso alla nostra gente di affermarsi e contribuire a costruire quel grande paese che è lAmerica. La sua storia e il suo sacrificio sono un monito e un incoraggiamento per la nostra comunità, che oggi, a distanza di tanti decenni, non vuole rinunciare a quel patrimonio di legami affettivi e culturali che nasce dal rapporto costante con gli emigrati’.
Il 16 ottobre, nella sede della ‘John D. Calandra Italian American Institute’, a Manhattan, Avanti ha inaugurato la mostra su Petrosino e presentato il volume monografico ‘Petrosino-Documenta’, tradotto in inglese e realizzato dalla responsabile dellArchivio storico Anna Maria Corradini con ricerche allArchivio di Stato di Palermo, alla Biblioteca regionale ‘A.Bombace’ e in archivi privati.
Il collettivo dell’esposizione comprende le riproduzioni dei documenti provenienti dal dossier sulle indagini dellomicidio Petrosino, resi noti per la prima volta nel libro; le gigantografie fotografiche di alcuni dei personaggi chiave della vicenda: lo stesso Petrosino; i presidenti degli Stati Uniti Theodore Roosvelt e William McKinley, il boss Vito Cascio Ferro, considerato da sempre come un probabile mandante; John Davison Rockefeller, che finaziò la missione di Petrosino in Sicilia; le riproduzioni degli articoli pubblicati sui giornali dell’epoca, recuperati grazie alla collaborazione con la Biblioteca regionale diretta da Gaetano Gullo.
Il libro raccoglie carte e testimonianze rimaste segrete per cento anni che ricostruiscono la fitta trama di rapporti tra la malavita siciliana e quella americana che portò alla condanna a morte del poliziotto.
Il poliziotto ‘torna’ nella sua New York, la città che lo aveva accolto a 13 anni e gli aveva offerto prima un modesto impiego come spazzino e poi il tanto atteso arruolamento nella Polizia, grazie alliniziativa della Provincia regionale di Palermo che, in occasione del tradizionale appuntamento del ‘Columbus Day’ e nel centenario della morte di Petrosino, ha organizzato nella Grande Mela una serie di iniziative dedicate al poliziotto, sul solco degli appuntamenti dellultima edizione di ‘Provincia in Festa’.
‘Petrosino ha dichiarato il presidente della Provincia, Giovanni Avanti – come molti italiani partiti per gli Stati Uniti, ha saputo mettere a frutto nella sua nuova terra quelle doti umane e intellettuali che hanno permesso alla nostra gente di affermarsi e contribuire a costruire quel grande paese che è lAmerica. La sua storia e il suo sacrificio sono un monito e un incoraggiamento per la nostra comunità, che oggi, a distanza di tanti decenni, non vuole rinunciare a quel patrimonio di legami affettivi e culturali che nasce dal rapporto costante con gli emigrati’.
Il 16 ottobre, nella sede della ‘John D. Calandra Italian American Institute’, a Manhattan, Avanti ha inaugurato la mostra su Petrosino e presentato il volume monografico ‘Petrosino-Documenta’, tradotto in inglese e realizzato dalla responsabile dellArchivio storico Anna Maria Corradini con ricerche allArchivio di Stato di Palermo, alla Biblioteca regionale ‘A.Bombace’ e in archivi privati.
Il collettivo dell’esposizione comprende le riproduzioni dei documenti provenienti dal dossier sulle indagini dellomicidio Petrosino, resi noti per la prima volta nel libro; le gigantografie fotografiche di alcuni dei personaggi chiave della vicenda: lo stesso Petrosino; i presidenti degli Stati Uniti Theodore Roosvelt e William McKinley, il boss Vito Cascio Ferro, considerato da sempre come un probabile mandante; John Davison Rockefeller, che finaziò la missione di Petrosino in Sicilia; le riproduzioni degli articoli pubblicati sui giornali dell’epoca, recuperati grazie alla collaborazione con la Biblioteca regionale diretta da Gaetano Gullo.
Il libro raccoglie carte e testimonianze rimaste segrete per cento anni che ricostruiscono la fitta trama di rapporti tra la malavita siciliana e quella americana che portò alla condanna a morte del poliziotto.
nella foto – da sinistra: Gaetano Gullo (direttore della Biblioteca regionale), Francesco Maria Talò (Console generale a New York), Anna Maria Corradini (autrice del libro), il presidente della Provincia Giovanni Avanti e Marianna Mirto (capo di Gabinetto)