IL PALERMO CALCIO NELLE SCUOLE: AGLIARDI E COSSENTINO A CONFRONTO CON GLI ALUNNI DEL CIRCOLO DIDATTICO SPERONE

Palermo, 3 aprile 2008 – Il sogno della maggior parte di loro è fare, da grande, il calciatore ma c’è chi pensa anche a mestieri e professioni più comuni. Per tutti gli alunni del circolo didattico Sperone di Palermo, i giocatori del Palermo sono comunque i loro idoli e i giovanissimi tifosi hanno incontrato, giovedì 3 aprile allo stadio “Renzo Barbera” il portiere Federico Agliardi e il difensore Alberto Cossentino. L’incontro, condotto da Massimo Minutella, è stato organizzato nell’ambito della convenzione che lega la Provincia di Palermo al club di viale del Fante.
Ai due rosanero gli alunni delle quarte e quinte classi hanno rivolte decine di domande, dagli esordi all’emozione di indossare la maglia rosanero, dal tifo violento ai sacrifici che richiede la carriera nel calcio e alle soddisfazioni che questa regala.
“Per me che sono palermitano – ha detto Cossentino – indossare la maglia della mia città è un’emozione indescrivibile. So che è il sogno di ogni bambino palermitano, per me che ho fatto tanta gavetta nel Palermo è un sogno che si realizza. Ho iniziato a dieci anni, per divertimento, poi è stato naturale trasformarlo nel mio lavoro. Domenica scorsa ho esordito, all’inizio ero un po’ emozionato ma dopo qualche minuto pensavo solo a giocare”. La “prima volta” di Agliardi in maglia rosanero invece è datata marzo 2006, contro l’Udinese, come ricorda lo stesso portiere. “Anche per me – aggiunge – non è stata una scelta vera e propria quella di fare il calciatore. Se sai di avere delle qualità cerchi di sfruttarle al meglio ma ci vuole tanto impegno e determinazione, soprattutto quando si è molto giovani e si va ancora a scuola. Certo giocando ci si diverte ma si fanno anche tanti sacrifici, per me ad esempio è difficile stare lontano dai miei affetti. È la passione il motore di tutto”.
Un gol o una parata decisiva sono una soddisfazione personale o della squadra? Entrambi rispondono alla domanda: “gioia personale e collettiva – dice Agliardi – vivono insieme, ciascuno prova soddisfazione per il gesto tecnico ma questa soddisfazione si riflette sulla squadra”; “si vince in undici così come si perde in undici – aggiunge Cossentino – , se un’azione riuscita ti dà subito una soddisfazione personale immediatamente dopo la condividi con i compagni”. E sulle diverse emozioni che si provano quando si vince o quando si perde, aggiungono: “quando vinci – dice Agliardi – conquisti fiducia in te ma il calcio è fatto anche di sconfitte. Sono bocconi amari da mandare giù ma anche questi ti aiutano a crescere”. “Quando perdi tutto è più difficile – aggiunge Cossentino – anche noi adesso stiamo affrontando un periodo complicato. Sappiamo che in classifica abbiamo tanti avversari “pericolosi” ma quando entri in campo non temi più nessuno”.
La violenza negli stadi è un altro tema affrontato dagli alunni: “è la parte del calcio che non vorremmo mai vedere in televisione – dice il difensore – , dobbiamo impegnarci tutti anche promuovendo iniziative contro questo fenomeno”. “È una situazione molto triste – ha aggiunto Agliardi – , il calcio è uno sport e come tale deve essere un’occasione di felicità non un pretesto per scatenare la violenza”.