L’eroe dei due mondi sbarca a Palermo, nel duecentesimo anniversario della nascita. Le avventure, la vita privata, le testimonianze più inedite e curiose, racchiuse negli oggetti appartenuti a lui e agli uomini della spedizione dei Mille; i cimeli, provenienti dall’Italia e dall’estero, le opere d’arte ispirate all’effige con barba e camicia rossa “venerata” in Italia e in tutta Europa. In poche parole i documenti e i manufatti che ancora oggi alimentano l’aura quasi leggendaria e a tratti ancora misteriosa di Garibaldi, raccolte e presentate al pubblico nella ricchissima mostra di circa 60 pezzi allestita dal 21 settembre a Palazzo Jung.
L’esposizione nasce dalla prestigiosa collezione del prefetto di Brescia, Francesco Paolo Tronca, un patrimonio inestimabile per fascino, varietà e completezza, che conta circa 500 pezzi assemblati in oltre 30 anni di paziente lavoro di ricostruzione delle memorie risorgimentali. Il primo contatto del prefetto con il ‘mito’ avvenne per strani percorsi familiari: il nonno, palermitano, battezzato dal Capitano dei Garibaldini, Gaetano Crescione, aveva ricevuto in eredità da quest’ultimo un coltello “da combattimento” originale, con manico in osso. Da qui nacque una passione quasi ‘filologica’ che ha portato Tronca a continue ricognizioni, tra istituzioni pubbliche e privati, anche fuori dai confini nazionali (in Francia e in Inghilterra specialmente), alla ricerca di pipe, piatti, ritratti, incisioni acquerellate, busti e piccole sculture, bandiere, ricami, armi. Tutto il mondo di Garibaldi e dei garibaldini, non solo i combattenti al suo seguito ma anche i numerosissimi ammiratori della sua epopea, studiosi e profani.
Con la mostra dedicata a Garibaldi riapre i battenti, dopo una laborioso intervento di restauro, Palazzo Jung, la residenza ottocentesca di via Lincoln recuperata dalla Provincia con un investimento di due milioni e mezzo di euro.
L’esposizione nasce dalla prestigiosa collezione del prefetto di Brescia, Francesco Paolo Tronca, un patrimonio inestimabile per fascino, varietà e completezza, che conta circa 500 pezzi assemblati in oltre 30 anni di paziente lavoro di ricostruzione delle memorie risorgimentali. Il primo contatto del prefetto con il ‘mito’ avvenne per strani percorsi familiari: il nonno, palermitano, battezzato dal Capitano dei Garibaldini, Gaetano Crescione, aveva ricevuto in eredità da quest’ultimo un coltello “da combattimento” originale, con manico in osso. Da qui nacque una passione quasi ‘filologica’ che ha portato Tronca a continue ricognizioni, tra istituzioni pubbliche e privati, anche fuori dai confini nazionali (in Francia e in Inghilterra specialmente), alla ricerca di pipe, piatti, ritratti, incisioni acquerellate, busti e piccole sculture, bandiere, ricami, armi. Tutto il mondo di Garibaldi e dei garibaldini, non solo i combattenti al suo seguito ma anche i numerosissimi ammiratori della sua epopea, studiosi e profani.
Con la mostra dedicata a Garibaldi riapre i battenti, dopo una laborioso intervento di restauro, Palazzo Jung, la residenza ottocentesca di via Lincoln recuperata dalla Provincia con un investimento di due milioni e mezzo di euro.