Palermo, 23 maggio 2007 – Il distretto produttivo “Filiera Carni Bovine delle aree interne di Sicilia” farà ricorso al Tar contro l’esclusione dai distretti ammessi dal decreto dell’assessorato regionale alla Cooperazione, al Commercio, alla Pesca e all’artigianato. La decisione è stata presa questa mattina, nel corso di una riunione a Palazzo Comitini, alla quale hanno partecipato l’assessore provinciale all’Agricoltura, Marcello Caruso, Salvatore Restivo (presidente del distretto produttivo), Michele Macaluso (in rappresentanza dell’Assessorato regionale Agricoltura e Foreste), Alessandro Ficile (Sosvima), Vincenzo Chiofalo (Consorzio di Ricerca Filiera delle Carni), Marco Mocciaro (Consorzio Tutela Carni bovine delle Madonie).
“È un provvedimento che non condividiamo – sottolinea l’assessore Caruso – in quanto l’esclusione penalizza, non solo il distretto produttivo, ma tutto il comparto. La decisione infatti è in controtendenza con gli orientamenti della programmazione, sia a livello regionale che a livello comunitario, che riconoscono il comparto zootecnico come fondamentale per lo sviluppo del territorio”.
I distretti produttivi sono organismi, composti da attori istituzionali e mondo delle imprese, finalizzati alla qualificazione e alla valorizzazione dei vari settori. Il distretto “Filiera Carni Bovine delle aree interne di Sicilia” coinvolge 300 soggetti fra cui quattro Province regionali (Palermo, Caltanissetta, Enna e Messina), trenta Comuni, l’Ente Parco delle Madonie, tre Enti di ricerca, quattro Enti di formazione, quattro Enti di promozione e sviluppo territoriale, tre organismi professionali, due istituti di credito e oltre duecento operatori della filiera.
La zootecnia in Sicilia conta 400 mila capi, la metà dei quali allevati nelle quattro province del distretto. Solo in provincia di Palermo sono 80 mila.
Nel distretto ricade peraltro l’unico consorzio di tutela operante in Sicilia, certificato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che applica il sistema di etichettatura facoltativa delle carni.
“È un provvedimento che non condividiamo – sottolinea l’assessore Caruso – in quanto l’esclusione penalizza, non solo il distretto produttivo, ma tutto il comparto. La decisione infatti è in controtendenza con gli orientamenti della programmazione, sia a livello regionale che a livello comunitario, che riconoscono il comparto zootecnico come fondamentale per lo sviluppo del territorio”.
I distretti produttivi sono organismi, composti da attori istituzionali e mondo delle imprese, finalizzati alla qualificazione e alla valorizzazione dei vari settori. Il distretto “Filiera Carni Bovine delle aree interne di Sicilia” coinvolge 300 soggetti fra cui quattro Province regionali (Palermo, Caltanissetta, Enna e Messina), trenta Comuni, l’Ente Parco delle Madonie, tre Enti di ricerca, quattro Enti di formazione, quattro Enti di promozione e sviluppo territoriale, tre organismi professionali, due istituti di credito e oltre duecento operatori della filiera.
La zootecnia in Sicilia conta 400 mila capi, la metà dei quali allevati nelle quattro province del distretto. Solo in provincia di Palermo sono 80 mila.
Nel distretto ricade peraltro l’unico consorzio di tutela operante in Sicilia, certificato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che applica il sistema di etichettatura facoltativa delle carni.