Palermo, 8 ottobre 2009 – Il mondo del vino in tutte le sue declinazioni, negli scatti firmati da Francesco Francaviglia. E’ in allestimento dal 9 ottobre (e fino al 30), a Palazzo Fatta (piazza Marina, Palermo), la mostra ‘Terra Aria’, realizzata con il sostegno della Provincia regionale di Palermo, organizzata dall’associazione culturale ‘Officine Blu’ e inaugurata dall’autore e dal presidente Giovanni Avanti.
In allestimento 25 immagini stampate su lastre dibond, nel formato 50X50. Francaviglia, fotografo e violoncellista, racconta la natura e luomo nel micro-cosmo della campagna dello Jato, tra vitigni assolati, operai chini sui grappoli, macchine industriali. Nascono così i primi-piani sugli acini appena raccolti e sulle mani sapienti di chi fa il vino, sui calici fiammeggianti e sulle batterie di bottiglie ancora da riempire, ma anche le immagini dei moderni apparati che presiedono ai complessi processi di trasformazione. Comune denominatore, i colori acidi, le sovraesposizioni, lo sguardo disincantato dellartista che impietoso cattura e restituisce gli oggetti con violenza, i contorni volutamente sfocati, bruciature e trasparenze insondabili.
‘E rimasta una nenia, una cantilena, il ricordo di una strofa, la lotta senza tempo e senza possibile fine tra bontempo e malotempo, il ciclo di morte e rinascita da cui dipendenva il raccolto, e dunque, la sopravvivenza del villano’, scrive Paolo Morello nel testo critico pubblicato in catalogo.
E su questi due binari viaggia l’ispirazione di Francaviglia, che nel titolo della mostra cita un’opera dell’amico Giovanni Sollima: nel vino sopravvivono le tracce della fatica e della tradizione, di una sapienza antica e della passione per il territorio, ma il controaltare alla dolcezza della valle è la corsa frenetica alla produzione, la matematica della serialità e lanonimato delle catene industriali. In allestimento anche un’immagine di Francaviglia rielaborata graficamente dal fotografo toscano Francesco Gonnelli, scelta come copertina del catalogo.
Visite gratuite dal martedì alla domenica, dalle 19 alle 24. nella foto: una delle immagini esposte a Palazzo Fatta, firmata da Francaviglia e rielaborata graficamente da Francesco Gonnelli.
In allestimento 25 immagini stampate su lastre dibond, nel formato 50X50. Francaviglia, fotografo e violoncellista, racconta la natura e luomo nel micro-cosmo della campagna dello Jato, tra vitigni assolati, operai chini sui grappoli, macchine industriali. Nascono così i primi-piani sugli acini appena raccolti e sulle mani sapienti di chi fa il vino, sui calici fiammeggianti e sulle batterie di bottiglie ancora da riempire, ma anche le immagini dei moderni apparati che presiedono ai complessi processi di trasformazione. Comune denominatore, i colori acidi, le sovraesposizioni, lo sguardo disincantato dellartista che impietoso cattura e restituisce gli oggetti con violenza, i contorni volutamente sfocati, bruciature e trasparenze insondabili.
‘E rimasta una nenia, una cantilena, il ricordo di una strofa, la lotta senza tempo e senza possibile fine tra bontempo e malotempo, il ciclo di morte e rinascita da cui dipendenva il raccolto, e dunque, la sopravvivenza del villano’, scrive Paolo Morello nel testo critico pubblicato in catalogo.
E su questi due binari viaggia l’ispirazione di Francaviglia, che nel titolo della mostra cita un’opera dell’amico Giovanni Sollima: nel vino sopravvivono le tracce della fatica e della tradizione, di una sapienza antica e della passione per il territorio, ma il controaltare alla dolcezza della valle è la corsa frenetica alla produzione, la matematica della serialità e lanonimato delle catene industriali. In allestimento anche un’immagine di Francaviglia rielaborata graficamente dal fotografo toscano Francesco Gonnelli, scelta come copertina del catalogo.
Visite gratuite dal martedì alla domenica, dalle 19 alle 24. nella foto: una delle immagini esposte a Palazzo Fatta, firmata da Francaviglia e rielaborata graficamente da Francesco Gonnelli.