Dal 19 ottobre al Loggiato San Bartolomeo la mostra Deus Absconditus di Vincenzo Muratore

 
Più di 100 opere, un allestimento ambizioso che abbraccia pittura, scultura, installazioni e architettura. Così si presenta Deus Absconditus, mostra personale dell’artista palermitano Vincenzo Muratore, che si apre venerdì 19 ottobre al Loggiato San Bartolomeo. La mostra, curata da Rita Cedrini, sarà inaugurata alle 18,30 dal Presidente della Provincia Giovanni Avanti e sarà visitabile fino al 17 novembre. 
Patrocinato dalla Provincia Regionale di Palermo e incluso nel circuito Provincia in Festa, l’evento comprende, oltre alla mostra, una tavola rotonda sul ruolo dell’architettura dal titolo provocatorio L’architettura del/nel cambiamento. Ripartire dal fallimento (10 novembre, ore 10.00), e un appuntamento musicale con composizioni del maestro Giovanni Angileri (Concerto d’Autunno, 17 novembre, ore 19.30).  La mostra  – allestita in tutte e tre le sale del Loggiato San Bartolomeo – scava e analizza un particolare aspetto del viaggio umano, alla ricerca di una dimensione autentica.
Il visitatore è invitato a seguire un percorso discendente, che parte dal secondo piano, con La Via, riflessione sul ruolo dell’arte e dell’artista contemporaneo, e arriva, attraverso un’esposizione ricca di effetti, inclusa un’installazione alta 12 metri dedicata alla Shoah, alle immagini delle opere architettoniche realizzate dall’artista nelle campagne di Contessa Entellina, incluse nella sezione Respiri.
Un percorso di introspezione per immergersi nelle profondità più segrete dell’animo umano. Paesaggi interiori, geografie che raccontano profondità psichiche. Soggetti nudi, senza sovrastrutture, sfondi non assimilabili a nessuno spazio tangibile e spesso ricoperti di vegetazione, neri o dorati.
La natura come elemento ricorrente, a ricordare che siamo parte di un’armonia cosmica che nessuno può dominare, ma soltanto interpretare.
«La mostra Deus Absconditus non è una semplice esposizione – dichiara il Presidente della Provincia Giovanni Avanti-, ma un’occasione di confronto sul ruolo dell’arte. Nonostante la sua giovane età, Vincenzo Muratore ha dimostrato un grande talento non soltanto in ambito pittorico, ma anche architettonico e scultoreo. Deus Absconditus –continua Avanti-, attraverso le cento opere in mostra, è una sintesi della sua creatività espressa sotto varie forme ma con un unico obiettivo: ridare all’arte una spinta spirituale lontana dai dogmi e farne strumento di crescita per l’uomo».
Molti i riferimenti biblici, che tuttavia è riduttivo catalogare come arte sacra, poiché mettono in luce temi universali, trasversali a ogni credenza, rito o confessione religiosa. Altrettante le figure che hanno ispirato l’artista: da Teilhard de Chardin, a cui è interamente dedicata la sezione di sculture Inno alla terra, a Primo Mazzolari, da Matthew Fox a Vito Mancuso.
«Dio nascosto è il Dio della Vita. Ogni quadro è una storia, una pagina da interpretare, scoprire, dentro la quale immergersi. Un cammino di ricerca e non l’estemporanea ispirazione che ha poco a che fare con l’arte della vita, la Verità. Ti attraggono i colori, le forme, il versamento estatico dei soggetti, il senso dentro le linee, ma si tratta di offerta: confrontarsi con “lo specchio luminoso della profondità dell’animo” per non restare indifferenti o inappetenti di fronte alla Bellezza». Così si esprime Pietro Gullo, sacerdote e  fondatore della Comunità Trinità della Pace di Contessa Entellina, dove Muratore è nato e maturato come artista.
Per la curatrice della mostra Rita Cedrini, dell’Università degli studi di Palermo, il tema della mostra «si coglie nell’immediatezza dell’insieme: il sacro tra noi, dentro di noi, fuori di noi, sopra di noi, nella recita quotidiana di dolore e amore, di sofferenza e gioia. In altre parole, nel grande mistero della vita che consegna attraverso l’arte lo snodarsi di tappe, dove la trinità (Dio) si disvela perché l’umanità possa cogliere delle diverse entità il sublime nel dono di se stesso, attraverso la creazione prima, la parola poi, e infine il sacrificio supremo che regala la gloria divina».
Nella postfazione al catalogo della mostra, in uscita per Officina Trinacria Edizioni- 160 pagine, più di 200 foto, 9 sezioni dedicate ai lavori esposti al Loggiato- Muratore scrive «Cerco di continuo l’armonia generale che sta alla base della bellezza. L’arte per me è una ricerca della bellezza nascosta che conduce allo spirito, alla fonte». E aggiunge: «l’artista è una sorta di confessore che ascolta attentamente ciò che il mondo ha da confidare, sottovoce. La sua missione è ascoltare, interpretare e far fluire la relazione che dentro di lui si consuma, ritrovando sé stessi Dentro, lì dove qualcosa attende di essere “disseppellito”».
L’arte è, allora, uno strumento allo stesso tempo teologico e di denuncia, capace di destare spiriti miopi e intorpiditi, riavviandoli verso un approccio più autentico nei confronti del mondo e di se stessi. Essa sboccia dal “nascosto” che libera la paura per essere come Dio.
PROGRAMMA
 19 ottobre, ore 18.30- Opening;
 10 novembre, ore 10.00- tavola rotonda L’architettura del/nel cambiamento. Ripartire dal fallimento.
 17 novembre, ore 19.30- Chiusura- Concerto del maestro Giovanni Angileri.
 
La mostra è visitabile dal martedì al sabato dalle 09:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00.
Domenica e festivi dalle 09:00 alle 13:00.
Lunedì chiuso. Ingresso libero.
 
VINCENZO MURATORE
Nato a Palermo nel 1985. Ha seguito studi economici, con una laurea specialistica in Sviluppo locale, cooperazione e mercati internazionali alla facoltà di Economia dell’Università di Parma e due master nel settore della Europrogettazione e dell’Innovazione nelle PMI.
Appassionatosi durante gli studi alle arti figurative e all’architettura, quasi da autodidatta, nel 2006 inizia a dirigere la sua “fame di creazione” verso tele, ruderi di chiese e materia da scolpire e plasmare.
Parallelamente alla sua carriera di economista, vive l’arte come una necessità, uno spazio vitale attraverso cui non soltanto esprimersi, ma esprimere.
Vive da anni nella Comunità Trinità della Pace, dove è nato e maturato come artista e che rappresenta per lui una continua fonte di ispirazione e un fondamentale spazio di meditazione.
Insieme alla Comunità, ha realizzato la chiesa Trinità della Pace Nuova, il Passaggio della Consolazione-Etty Hillesum e l’Eremo Blu della Pace, tutti nelle campagne di Contessa Entellina (PA).
All’attivo, le mostre personali Volti nel Mistero -2010, Sambuca di Sicilia (AG)- e Geografie dello Spirito- 2011, Cinisi (PA).
È autore delle raccolte di poesie Lettere dal Silenzio, Alabastro, Mare Naufrago, quest’ultima rappresentata sotto la regia di Pietro Gullo, a Sciacca, nel 2009.
È stato regista degli spettacoli teatrali D’amore non è Follia (Sambuca di Sicilia, 2010) e Dovunque Dentro-Etty Hillesum (Sambuca di Sicilia, 2012).