Da palazzo Comitini un appello per Sakineh

Palermo, 8 settembre 2010 – Un gonfalone con la foto di Sakineh Mohammad Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione per adulterio, è stato esposto a Palazzo Comitini, sede della Provincia di Palermo, dal presidente Giovanni Avanti e dal vicepresidente e assessore ai Diritti Umani, Pietro Alongi.
“Fermiamo la lapidazione di Sakineh” si legge sotto la foto. E ancora: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”, richiamando l’articolo 1 della Dichiarazione universale dei Diritti Umani.
Un gesto simbolico per protestare contro l’esecuzione della pena: “una condanna inaccettabile per la sua crudeltà – sottolinea Avanti – che non tiene conto dei più elementari diritti della persona, al di là di qualunque distinzione di genere. Il rispetto per la vita è un principio irrinunciabile e nessuna giustizia può essere definita tale se non ne tiene conto”.
Per sostenere la causa di Sakineh la Provincia ha anche deciso di dedicare alla donna diventata simbolo di tutte le oppressioni e le violenze subite dalle donne lo sportello dei Diritti Umani e Civili che vedrà la luce in un immobile confiscato alla mafia e assegnato all’Ente. “La battaglia per l’affermazione dei diritti umani – aggiunge Alongi – passa attraverso iniziative concrete come questa struttura nella quale intendiamo dare appoggio a chi quotidianamente è vittima di soprusi e di violenze”.