Al loggiato San Bartolomeo le “estroflessioni” di Agostino Bonalumi. In allestimento fino al 1 aprile

Materie diverse – dal legno al tessuto – che si incontrano in una simbiosi virtuosa; il colore assoluto; l’arte come tensione continua fra pensiero e realtà fisica che scaturisce nella scelta del monocromatico e nell’eleganza assoluta di tele scultoree.
Sono questi i cardini, la cifra inconfondibile dello stile di Agostino Bonalumi, protagonista della mostra promossa dalla Provincia Regionale di Palermo e organizzata da “Il Cigno G.G. edizioni d’arte” di Roma.
La personale dell’artista lombardo (è nato a Vimercate nel 1935) è in allestimento nei saloni del Loggiato San Bartolomeo (corso Vittorio Emanuele 25, Palermo). L’esposizione raccoglie 35 opere, realizzate tra gli anni ’60 e i primi anni ’90 e dal 2000 al 2007. In allestimento opere realizzate in acrilico ma soprattutto le caratteristiche “estroflessioni”, tele plastiche che coniugano pittura e scultura, utilizzando per il telaio le materie prime più disparate, stoffa, arbusti, cemento, legno. La singolare tecnica delle tele modellate con imbottiture e supporti lignei, sperimentata per la prima volta dal pittore nel 1959, trasforma le superfici piatte in volumi da proiettare nello spazio.
Amico di Lucio Fontana, Bonalumi e il maestro dello Spazialismo hanno in comune la ricerca spaziale, intesa tuttavia in senso opposto: ovvero non come spazio da recuperare al di là della tela, bensì, nelle opere di Bonalumi, come spazio in movimento verso l’osservatore. Nascono così quadri che sembrano vivere di vita propria, come corpi prigionieri che cercano di squarciare il bozzolo che li avvolge. Il bianco, il blu, il rosso, il giallo sono i colori che Bonalumi predilige per le sue opere astratte, rigorosamente racchiuse in un campo monocromatico.
La mostra resterà in allestimento fino al 1 aprile; aperture al pubblico, dal martedì al sabato, dalle 16.30 alle 19.30; la domenica, dalle 10 alle 13. Chiusura il lunedì. Ingresso gratuito. Nel catalogo, edito dal “Cigno”, testi dei curatori Calvesi e Pegoraro.
Scrive il primo: “Né racconto né confessione in Bonalumi, né indagine sulle materie, ma solo speculazione intellettuale sulla forma, e sulla nozione di spazio, che da  rappresentato o meglio simulato (prospettiva, profondità delle linee o del colore) diventa presentato e protagonista; e non come nella scultura che, facendo naturalmente parte dello spazio, non lo rappresenta né lo presenta; bensì come parte ‘divisa’ dello spazio, e isolata per essere osservata, seguita nei suoi andamenti e svolgimenti, quasi il positivo di quel negativo che, lo spazio circostante all’opera, finisce per diventare. Metaspazio, se si vuole, e metaforme, cioè spazio la cui forma si distacca dai propri stessi confini e li ricrea in una dimensione altra”.

 

Al fine di favorire la partecipazione delle scolaresche la mostra, a partire dal prossimo 20 marzo, sarà aperta anche il giovedì mattina dalle 9,30 alle 13,30. Rimarrà chiusa invece il giorno di Pasqua, domenica 23 marzo. Rimangono invariati  gli altri orari: dal martedì al sabato, dalle 16.30 alle 19.30; la domenica, dalle 10 alle 13. Chiusura il lunedì. Ingresso gratuito. La mostra resterà in allestimento fino al 1 aprile.