A Palazzo sant’Elia doppio appuntamento con ”Attraversamenti”. Al piano nobile l’Antologica di Gastone Biggi, viaggio in 150 opere, dal periodo figurativo agli inediti dei ‘Fiori’. All’ultimo piano la Personale dell’artista Franca Pisani.

Palermo, 24 settembre 2010 – Il progetto ”Attraversamenti”, promosso dalla Provincia di Palermo e ospitato nella settecentesca sede museale di Palazzo Sant’Elia dal 25 settembre si compone di due mostre distinte, i cui protagonisti, Gastone Biggi e Franca Pisani, pur nelle ovvie differenze di esperienze e di poetica, possiedono la medesima volonta’ d’arte di immergersi con passione e determinazione nel proprio mondo espressivo, secondo il percorso delineato della loro immaginazione, in contatto col valore supremo della pittura. Rendere conto di tali percorsi e della ricerca che li anima e’ l’oggetto principale delle due mostre palermitane, allestite da ”Art Time”, con direttore artistico Marzia Spatafora, coadiuvata dal responsabile artistico della Galleria organizzatrice dell’evento, Francesco Boni.

Gastone Biggi, nato nel 1925 a Roma e formatosi artisticamente nella capitale negli anni Cinquanta, è considerato oggi uno dei protagonisti indiscussi degli sviluppi dell’arte italiana dal dopoguerra ad oggi, con un riconoscimento internazionale sancito ultimamente dalla Biennale di Venezia del 2009. Dell’artista romano, nella mostra che occupa interamente il piano nobile di Palazzo Sant’Elia, curata da Francesco Gallo, brillano 149 esposti su tela (tecnica industrial paint), dei quali 25 di grandi dimensioni. Le opere evidenziano come la pittura di Biggi si svolga attraverso una ricerca appassionata e rigorosa che si serve dell’accordo forma-colore, delle stratificazioni di grafie e delle fioriture del colore sopra un complesso sistema di partizioni ritmiche. Per Biggi la preoccupazione non sta nel cosa dipingere ma nel come farlo, nel porsi in una condizione dove l’elemento fondante sta nella forza della pittura a contatto con l’energia e nella spontaneità della sua capacità rievocativa. Questa caratteristica sta alla base del percorso scelto per la mostra palermitana, che si snoda attraverso alcune delle tappe principali che hanno scandito la ricerca di Biggi, dai primi quadri, ancora figurativi, degli anni Cinquanta, fino alla prorompente vitalità astratta del recentissimo ciclo dei “Fiori”.
Se considerate nella loro successione le opere dell’artista evidenziano l’attenzione del loro autore per la grammatica costitutiva della realtà naturale: la densità dell’aria, la texture del mare e delle foglie, la qualità della luce, il ritmo e le consonanze armoniche della natura, così come le sue dissonanze. La pittura di Biggi evidenzia gli elementi della natura: luce, colore, atmosfera, densità, ariosità, così come vengono richiamati dalla memoria dell’artista.
Partendo da un piccolo quadro del 1948, chiamato “Gli ignoti”, viene evidenziato nella mostra quel filo rosso che lega quest’opera alla recentissima serie dei “Fiori”, abbracciando con continuità e coerenza tutta la produzione intermedia. Fin dal 1948 la pittura di Biggi aveva precocemente trovato una via d’uscita, alla polemica tra astrattisti e realisti, profetica per molti degli sviluppi che la pittura italiana avrebbe assunto nei decenni successivi.
Il processo alla base della poetica di Biggi avviene naturalmente verso ciò che lui stesso nel 2005 definirà “realismo astratto” e parte da una serie di opere figurative del 1956/57 e si evidenzia, poi, nelle serie dei “Racconti” (1958), delle “Lettere” e delle “Colature” (1960). Con le “Colature” si affaccia il motivo dell’assoluta libertà espressiva di Biggi, che non teme di lasciare un margine di intervento legato a una forma di casualità controllata ed anzi ne sfrutta le possibilità a suo favore.
Nei successivi cicli dei “Continui” e delle “Variabili” la composizione rimane tesa tra emozione e controllo, verso una ricomposizione analitica della forma, che si richiama sempre ai ritmi e alle energie naturali. Il ciclo “Guerra e Pace” del 2005/06 inscena macro e micro eventi che hanno a che fare con lo stato del vivere contemporaneo, tra gli orrori della storia e il loro riassorbimento nel corso lungo della natura. Come avviene per i “Fiori”, esiste un momento in cui l’opera sfugge dalle mani del suo creatore e dall’orizzonte dei suoi riferimenti specifici per affrancarsi in una dimensione totale che lascia cadere le inflessioni per parlare una lingua universale, andando al di là delle occasioni che l’hanno prodotta.
Dai ricordi e dall’emozione Biggi trasferisce sulla tela le vette della sua sensibilità, come nel caso dei limpidissimi “Cieli” (1979/1984), o il dramma dell’esistenza, come nel ciclo della “Follia” del 1988. Infine, Biggi dimostra, con i suoi “Fiori”, di essere ancora pienamente attivo e di proseguire con coerenza, sul solco della sua ricerca, quell’avventura fortunata e profetica che, a partire dal piccolo quadro incompreso del 1948, oggi è finalmente riconosciuta ed apprezzata per la sua importanza.

Franca Pisani, nata a Grosseto nel 1956, espone 20 sculture in terracotta, bronzo e legno, 6 “nomadi” alti circa 3 metri (sculture in resina, canvas e bambù) e 6 tele di grande formato. In mostra anche la maxi-installazione site-specific, concepita da Pisani a Palermo come una simbiosi fra pittura e scultura e fra lo spazio della creazione e quello della fruizione dell’osservatore. L’opera si dipana attraverso l’intero ambiente espositivo, passando di sala in sala come un nastro senza soluzione di continuità, occupando lo spazio secondo direttrici molteplici, in linea retta o avvolgendosi a spirale, accompagnando il visitatore in un viaggio tra passato e futuro. L’installazione, ottenuta lavorando la pittura su un rotolo industriale lungo più di 150 metri, si compone quindi di un tema strutturale che allaccia fisicamente l’intero spazio, facendolo divenire parte stessa del lavoro; il tema portante dà poi spazio ai singoli episodi, quasi dei racconti a margine del tronco narrativo principale, che si concentrano, in ogni sala, sotto forma di installazioni a parete, di opere su carta, di sculture, di tele di grandi dimensioni e di manichini-assemblages. 

”Attraversamenti”, inaugurata il 25 settembre, potrà essere visitata gratuitamente fino al 5 novembre, dal martedì al sabato, dalle 9:30 alle 13 e dalle 16 alle 19:30; la domenica e i festivi dalle 9:30 alle 13; chiusura il lunedi’. Per informazioni, Palazzo Sant’Elia (via Maqueda 81): 091-6628982

nella foto: ”Kingsor”, di Gastone Biggi

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