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Palermo, 20 agosto 2010 – La storia letta attraverso le carte, i sigilli, le formule ufficiali e quelle piu’ confidenziali, attraverso l’inchiostro, le immagini. Un disegno complesso e controverso, da leggere in controluce. E’ un affresco affascinante e per certi versi sorprendente, quello che emerge dalla mostra storico-documentaria ”Unum – 150 anni d’Italia”. L’esposizione, inserita nel cartellone di appuntamenti culturali di ”Provincia in festa 2010” e organizzata dalla Provincia regionale di Palermo per celebrare i 150 anni dell’Unita’ d’Italia, e’ in alestimento nelle sale dell’ex Cavallerizza di Palazzo Sant’Elia (via Maqueda 81) dal 20 agosto (inaugurazione ad ingresso libero, alle 19) al 12 settembre.
Curata dalla responsabile dell’Archivio storico provinciale, Anna Maria Corradini, con la collaborazione di Guglielmo Moncada di Monforte, la mostra comprende – tra immagini e documenti inediti – un collettivo di 150 pezzi. Di questi, 70 provengono dall’Archivio storico provinciale e 80 fanno parte della collezione privata di Guglielmo Moncada, una delle piu’ ricche e prestigiose del sud Italia.
I documenti abbracciano un periodo cronologico compreso tra ottobre 1860 e aprile 1861, ovvero i mesi caldi del processo di Unificazione, con limpresa dei Mille, la nascita dellamministrazione garibaldina, il Plebiscito siciliano e infine lannessione dellisola alla corona sabauda e lelezione dei primi rappresentanti al Parlamento dellItalia unita: avvenimenti, personaggi, trame politiche e delicati rapporti personali, disegni a volte oscuri, ambizioni, rivivono attraverso le lettere autografe di Cavour, Minghetti, Vittorio Emanuele II, di patrioti siciliani come Ruggero Settimo, Mariano Stabile, Francesco Crispi, Filippo Cordova, Gregorio Ugdulena, Casimiro Pisani, attraverso i decreti originali, le disposizioni e i regolamenti e lampio materiale iconografico della collezione privata, ovvero fotografie, litografie, stereoscopie (n.d.r. immagini realizzate con una tecnica che simula la tridimensionalità) e stampe dellepoca, nonché articoli di giornali italiani e stranieri.
In questa mostra commenta il presidente Avanti cè il rigore della ricerca storica, ma anche la materia viva di accadimenti umani, di idee, di umori spesso contrastanti, di esistenze sacrificate per un progetto comune. Materia pulsante, anche nelle sue forme apparentemente più asciutte, asettiche. Emerge limmagine di un Paese che non era ancora nato e già pagava il pegno delle sue contraddizoni. Ed emerge, soprattutto, limmagine di una terra, la Sicilia, dove già allora nulla era scontato, dove la memoria condivisa sarebbe stata una conquista quotidiana e non un punto di partenza. Un messaggio scomodo ma ineludibile, che ancora oggi non possiamo ignorare.
Tanti gli aneddoti, le curiosità, le rivelazioni, i retroscena che si delineano in controluce dal fitto disegno della storia. Nella corrispondenza del luogotenente Massimo Cordero di Montezemolo a Vittorio Emanuele II, Cavour e i maggiori esponenti del governo sabaudo, – missive riservatissime, da considerarsi alla stregua delle odierne carte secretate, che viaggiavano via telegrafo o a bordo delle navi a vapore pendolari tra Genova e Palermo si legge di una vera e propria espoliazione perpetrata dai Savoia ai danni dei siciliani e dellintenzione del governo piemontese di non lasciare margini a quelle istanze indipendentiste del tempo, già fortemente presenti in Sicilia, che in ogni caso non inficiavano il principio unitario, ma si inquadravano allinterno di uno federalismo statale, sotto lunica egida della Casa reale piemontese.
E ancora, fa parte dellallestimento anche il decreto dellannessione, datato 4 dicembre 1860. Niente di strano, se non che Cordero di Montezemolo era stato nominato luogotenente da Vittorio Emanuele il 2 dicembre, con tanto di cerimonia al Palazzo reale di Palermo, cioè due giorni prima della data riportata nel documento. Come giustificare la nomina in una data anteriore al decreto di annessione? Come spiegarla ? Si evince chiaramente che era stato dato per scontato il risultato.
In altre lettere dello stesso Cordero ci sono prove e dettagli della cospirazione ordita da Francesco Crispi e dai suoi contro i piemontesi, nel gennaio del 1861, quando il futuro Primo ministro del Regno mente dellavventura dei Mille, marito dellunica donna che aveva preso parte alla Spedizione – ricopriva lincarico di segretario di Stato di Garibaldi. Cordero scrive a Torino e racconta del tentativo di arrestare il siciliano e i suoi complici, e dellinsubordinazione dei soldati che non avevano dato seguito ai suoi ordini, permettendo a Crispi di fuggire. E doveva finire nel mirino come si evince ancora una volta dai documenti anche Pasquale Calvi, presidente della Corte suprema di giustizia per nomina garibaldina, sospettato di essere daccordo con i cospiratori e inviso ai piemontesi. Montezemolo tentò di destituirlo con un decreto compilato in poche ore, ma il progetto fallì per lopposizione di alcuni componenti del consiglio di Luogotenenza.
Esposte anche 3 lettere, rigorosamente autografe, di Ruggero Settimo. Il vecchio ammiraglio della flotta borbonica, poi entusiasta e valoroso esponente del movimento liberale e patriota siciliano, scriveva ai piemontesi con mano tremante e un elegante inchiostro azzurro dal suo buen retiro di esule a Malta, dove si trovava dopo la sua partecipazione ai moti del 48, tre anni prima di morire: nelle sue parole, la gratitudine per lonore accordato ma anche il rifiuto dellincarico di primo presidente del Senato. Cè anche il provvedimento garibaldino con il quale leroe dei due mondi aboliva il baciamano e il titolo di eccellenza, e gli atti ufficiali di Mariano Stabile, primo presidente della Provincia di Palermo, vergati durante le riunioni a sala dErcole.
Affascinanti le immagini esposte, che rievocano la Palermo dello sbarco dei Mille – con le strade, le case, il popolo minuto, le lotte e le barricate – e le pagine ingiallite di Le Monde e altre testate prestigiose dellepoca, italiane e straniere, che osservavano da lontano le vicende della nuova Italia.
In mostra anche una triquetra (il caratteristico, antico simbolo della Trinacria, con una testa e tre gambe) realizzata interamente in bronzo e risalente al XVIII secolo. La scultura fa parte della collezione di Guglielmo Moncada e rivela sin nei minimi dettagli loriginale immagine della Sicilia a tre punte.
Unum 150 anni dItalia resterà aperta fino al 12 settembre e potrà essere visitata gratuitamente il martedì, mercoledì, giovedì, domenica, dalle 18 alle 21; il venerdi e il sabato, dalle 18 alle 24.
nella foto: una delle stampa delle collezione Moncada di Monforte, in mostra a Sant’Elia (”Saccheggio e incendio della porta di Castro” – Palermo, 27 maggio 1860)
Tutte le informazioni su Provincia in festa sono disponibili sul portale della Provincia regionale di Palermo provincia.palermo.it e sul sito provinciainfesta.it. Ufficio relazioni con il pubblico: Palazzo SantElia 81, Palermo (091-6628921/8450)
Unum 150 anni dItalia resterà aperta fino al 5 settembre e potrà essere visitata gratuitamente il martedì, mercoledì, giovedì, domenica, dalle 18 alle 21; il venerdi e il sabato, dalle 18 alle 24.
nella foto: una delle stampe in mostra (”saccheggio e incendio della Porta di Castro” – Palermo – 27 maggio 1860)
Tutte le informazioni su Provincia in festa sono disponibili sul portale della Provincia regionale di Palermo provincia.palermo.it e sul sito provinciainfesta.it. Ufficio relazioni con il pubblico: Palazzo SantElia 81, Palermo (091-6628921/8450)