AVANTI INAUGURA LA MOSTRA ANTOLOGICA DI ALBERTO SUGHI A PALAZZO SANT’ELIA: 100 OPERE PER RACCONTARE MEZZO SECOLO D’ARTE

Palermo, 9 maggio 2009 – “Oggi, con l’omaggio ad Alberto Sughi, colmiamo una grave lacuna: facciamo conoscere, e per alcuni scoprire, l’arte di Alberto Sughi, maestro indiscusso della pittura della seconda metà del ‘900, interprete raffinato e mai banale della difficile condizione umana degli ultimi decenni”.
Così il presidente della Provincia regionale di Palermo, Giovanni Avanti con l’assessore regionale ai Beni culturali, Ambientali e e Pubblica Istruzione, Antonello Antinoro ha inaugurato la mostra del pittore romagnolo Alberto Sughi, protagonista a Palazzo Sant’Elia. L’esposizione è promossa dalla Presidenza della Provincia con l’assessorato regionale ai Beni culturali, Ambientali e Pubblica Istruzione, organizzata dal presidente di “RomaArtificio”, Roberto Celli, in collaborazione con l’Associazione Amici dell’Arte e con la Società Beni Culturali e con l’Alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica, del Senato e della Camera dei deputati. Curata da Maurizio Calvesi, si è avvalsa della collaborazione di Francesco Gallo, consulente della Provincia per le arti visive.  
Sughi è esponente di primo piano dell’arte italiana del secondo Novecento: pittore figurativo, di stile espressionista, appartato e poco avvezzo a seguire scuole e correnti prestabilite, è stato uno degli artisti più amati e citati da Federico Fellini, che ne ammirava l’intensità delle opere, l’originalità, la tempra umana.
“Palermo e il suo territorio – ha aggiunto Avanti – entrano così in un circuito di primissimo livello, diventano punto di riferimento per la cultura al pari di altre grandi città italiane, e non solo. La città, i suoi spazi e i luoghi che meglio ne rappresentano la storia, il prestigio, l’eredità del passato, diventa la “vetrina” scelta da un grande maestro per celebrare la sua creatività, una casa per l’arte – mirabilmente recuperata alla fruizione pubblica grazie all’intervento della Provincia – proiettata in un nuovo ed entusiasmante contetso culturale, quello Novecentesco, che ha infinite espressioni e volti da mostrarci, tanta, preziosa materia umana e artistica ancora da mostrare”
L’allestimento della mostra comprende 100 opere – tra gessi, olii su tela, tempere – che abbracciano i temi cari al pittore: gli interni borghesi, i bar fumosi, i prati rigogliosi (con i colori brillanti che rendono così particolare il cosiddetto ‘ciclo dei verdi’), soprattutto le donne – stravaccate sulla sedia, filiformi, dolenti, di profilo o di schiena – che Sughi raffigura con i suoi tratti rapidi, la luce malinconica, quell’aura ineffabile di solitudine e di abbandono che custodisce il mistero dei suoi quadri e al tempo stesso ne svela la natura più intima.
Scrive Calvesi nel testo in catalogo: “Insomma, il momento più annebbiante, più misterioso, cui ben s’intona l’improvvisa immersione nell’oscurità… La tonalità principale, almeno qui, non è quella, sempre sottolineata dagli interpreti, della solitudine. Sono gli spettatori nella sala, non comunicano tra loro, ma comunicano con una visione che riempie i loro sguardi e il loro animo. Non c’è racconto, intendo intreccio narrativo, nella pittura di Sughi, ma come riflesso o l’eco del racconto. Il racconto è lontano, separato, tra le sequenze del film o della vita, ciascuno lo rivive nella propria visione o nella propria memoria, in un’atmosfera trasognata, interiorizzata, che è un modo di essere assorti in se stessi, più che infelicità”.
Uno sguardo non ideologico, quello di Alberto Sughi, che rinuncia alla denuncia sociale per andare invece alla ricerca di un modo nuovo, rispetto al Neorealismo, di confrontarsi con la realtà, senza per questo approdare alla pittura astratta.
Il risultato è una narrazione, a tratti cinematografica, di un mondo senza eroi, di una condizione di disagio e assenza di dialogo di cui emergono tutte le implicazioni intimistiche e psicologiche.
I quadri di Sughi sono stati esposti in tutte le più significative rassegne d’Arte Contemporanea, alla Biennale Internazionale di Venezia, alla Quadriennale di Roma, di cui negli Anni Novanta è stato presidente, ed in molti musei italiani e stranieri.
Dopo l’allestimento palermitano la mostra sarà ospitata a Londra, all’Istituto Italiano di Cultura.

 Aperture al pubblico dal 10 maggio al 2 agosto, con orario continuato, dalle 10 alle 19. La mostra potrà essere visitata tutti i giorni, tranne il lunedì. Ingresso 7 euro (intero); 5 euro (ridotto). Per informazioni, Palazzo S.Elia 091-6169799 (fax: 091-6628289); ufficio-relazioni con il Pubblico di Palazzo Comitini 091-6628923/8450/8290. Catalogo Skira in vendita al pubblico. 

nella foto: da sinistra, il presidente della Provincia, Giovanni Avanti; il pittore Alberto Sughi; l’assessore regionale ai Beni culturali e Pubblica Istruzione, Antonello Antinoro