CITTA’ D’ARTE O A VOCAZIONE TURISTICA: PER CHIEDERE IL RICONOSCIMENTO I COMUNI AVRANNO TEMPO FINO AL 30 GIUGNO

Palermo, 8 gennaio 2009 – I comuni siciliani avranno tempo fino al 30 giugno per presentare l’istanza per il riconoscimento di centri ad economia prevalentemente turistica o di città d’arte. L’assessore regionale alla cooperazione Roberto Di Mauro ha così accolto la richiesta ufficiale di proroga avanzata dal Presidente della Provincia, Giovanni Avanti. I termini scadevano infatti il 31 dicembre. L’esigenza di una proroga era stata proposta nel corso della conferenza dei sindaci convocata lo scorso 21 novembre da Avanti e dall’assessore alle attività produttive Dario Falzone e dal quale era emerso che solo 2 comuni della provincia di Palermo su 82 avevano ottenuto il riconoscimento.
“Accogliamo con soddisfazione – sottolinea il Presidente Avanti – la  proroga concessa dalla Regione che permetterà  ai comuni interessati di attivare le procedure e accedere così ai benefici previsti dalla legge. Abbiamo ritenuto di intervenire sulla vicenda nel quadro di un ruolo di servizio del nostro ente, ma anche nell’ambito di un programma di sostegno che la Provincia sta disegnando per lo sviluppo turistico degli 82 comuni”.
Il riconoscimento di centri ad economia prevalentemente turistica o di città d’arte è un opportunità offerta dall’assessorato regionale alla cooperazione, in base alla legge 28 del 1999,  che permette di individuare i comuni nei quali gli esercenti possono derogare agli ordinari orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali. I requisiti necessari per la concessione sono la presenza nel comune di beni culturali o ambientali o zone balneari, operatività nei giorni festivi di enti o strutture museali, artistiche, culturali, ricreative o di svago, edifici di culto o religiosi che possono attirare un rilevante flusso di visitatori, e la riserva nel bilancio comunale di una quota destinata all’attività turistica. La richiesta deve essere inoltrata dal sindaco, con la delibera del consiglio comunale, sentite le associazioni di categoria e i sindacati.