Palermo, 10 maggio 2008 – Una ragazza su 2 vive con disagio il suo corpo; per i ragazzi la percentuale è di uno su 6. Si conferma l’incidenza dei disturbi della percezione corporea e del comportamento alimentare negli adolescenti che vivono a Palermo e in provincia. Incidenza che cresce e coinvolge ormai anche la popolazione maschile, malgrado la differenza di genere rimanga la discriminante principale.
E’ questa la fotografia emersa dall’indagine condotta dalla Fondazione don Giuseppe Puglisi con l’Università di Palermo e finanziata dalla Provincia regionale. La ricerca, avviata ad ottobre 2007 e conclusa nel marzo 2008, ha coinvolto 563 studenti (359 femmine e 204 maschi), iscritti ai primi due anni di corso in 15 istituti superiori del territorio (in calce l’elenco).
I risultati dello screening sono stati presentati all’Astoria Palace Hotel nel corso di un incontro con esperti, docenti, operatori e con gli studenti che hanno partecipato al progetto. Sono intervenuti padre Mario Golesano, presidente della Fondazione; i dottori Valentina Licata, Valentina Vivona, Davide Ruvolo e Sandro De Santis, che hanno curato l’indagine; il professore Franco Di Maria, del Dipartimento di Psicologia dell’Ateneo palermitano, i i professori Antonio Bongiorno, Marie Di Blasi, Daniele La Barbera, Mario Mulè, Anna Scialabba.
“Le famiglie – sottolinea il commissario straordinario della Provincia, Patrizia Monterosso – non possono essere lasciate sole nell’affrontare questi problemi e nel difficile compito di assistere i giovani. Per questo motivo tutte le iniziative rivolte a informare e sensibilizzare la comunità hanno un valore fondamentale. E’ importante, inoltre, che l’educazione e la sensibilizzazione parta dalla scuola, terreno fertile di grandi entusiasmi ma anche primo vero banco di prova per i giovani alla ricerca della loro identità”.
Gli addetti ai lavori hanno utilizzato due strumenti: le 71 domande del BUT (Body Uneasiness Test) messo a punto da un equipe di specialisti italiani, e le 16 suggerite dal Ministero della Salute. Il primo è un questionario composto da due parti: la prima comprende 34 domande per sondare comportamenti, abitudini, ansie, aspettative in relazione al proprio aspetto fisico; le risposte sono articolate in sei possibili opzioni (sempre, molto spesso, spesso, qualche volta, raramente, mai): alla prima opzione corrisponde il punteggio più alto. La seconda parte del But ha le stesse opzioni per la risposta, ma le domande (in tutto 37) sono finalizzate a determinare quale parte del proprio corpo, quale ‘complesso’, i ragazzi vivono con maggiore difficoltà. Da qui è emerso che il problema più imbarazzante, sia per i maschi che per le femmine, è la sudorazione, seguito da cosce, peli e arrossire.
Oltre a questi due questionari, sono state somministrate agli interpellati anche le domande suggerite dal Ministero della Salute, 16 in tutto, con risposta affermativa o negativa.
I ricercatori hanno anche individuato due variabili importanti, che insieme al sesso influenzano i ragazzi: la collocazione geografica – in provincia questo genere di problemi sono meno diffusi che in città – e l’indirizzo di studio – gli Istituti d’Arte e gli Istituti magistrali sono i più “colpiti”.
Difficile, se non impossibile, individuare una soluzione utile per tutti i casi. Ma per fornire un primo sostegno la Fondazione Puglisi ha attivato un numero verde, 800-034-427, che sarà operativo dal 12 maggio e poi dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.
Per i primi tre mesi il numero verde sarà gestito con fondi propri della Fondazione Don Giuseppe Puglisi. Don Mario Golesano rivolge un appello alle persone di buona volontà affinché seguendo l’insegnamento di Padre Pino Puglisi, “e se ognuno fa qualcosa” questo servizio possa continuare ed essere ampliato con altri servizi utili per affrontare queste problematiche”.
L’incontro si è concluso con una lettera anonima: la testimonianza di una giovane ragazza che sta vincendo la sua battaglia contro l’anoressia e che attraverso le sue parole infonde speranza in quanti soffrono di disturbi alimentari. Guarire – ribadiscono gli esperti – è possibile.
E’ questa la fotografia emersa dall’indagine condotta dalla Fondazione don Giuseppe Puglisi con l’Università di Palermo e finanziata dalla Provincia regionale. La ricerca, avviata ad ottobre 2007 e conclusa nel marzo 2008, ha coinvolto 563 studenti (359 femmine e 204 maschi), iscritti ai primi due anni di corso in 15 istituti superiori del territorio (in calce l’elenco).
I risultati dello screening sono stati presentati all’Astoria Palace Hotel nel corso di un incontro con esperti, docenti, operatori e con gli studenti che hanno partecipato al progetto. Sono intervenuti padre Mario Golesano, presidente della Fondazione; i dottori Valentina Licata, Valentina Vivona, Davide Ruvolo e Sandro De Santis, che hanno curato l’indagine; il professore Franco Di Maria, del Dipartimento di Psicologia dell’Ateneo palermitano, i i professori Antonio Bongiorno, Marie Di Blasi, Daniele La Barbera, Mario Mulè, Anna Scialabba.
“Le famiglie – sottolinea il commissario straordinario della Provincia, Patrizia Monterosso – non possono essere lasciate sole nell’affrontare questi problemi e nel difficile compito di assistere i giovani. Per questo motivo tutte le iniziative rivolte a informare e sensibilizzare la comunità hanno un valore fondamentale. E’ importante, inoltre, che l’educazione e la sensibilizzazione parta dalla scuola, terreno fertile di grandi entusiasmi ma anche primo vero banco di prova per i giovani alla ricerca della loro identità”.
Gli addetti ai lavori hanno utilizzato due strumenti: le 71 domande del BUT (Body Uneasiness Test) messo a punto da un equipe di specialisti italiani, e le 16 suggerite dal Ministero della Salute. Il primo è un questionario composto da due parti: la prima comprende 34 domande per sondare comportamenti, abitudini, ansie, aspettative in relazione al proprio aspetto fisico; le risposte sono articolate in sei possibili opzioni (sempre, molto spesso, spesso, qualche volta, raramente, mai): alla prima opzione corrisponde il punteggio più alto. La seconda parte del But ha le stesse opzioni per la risposta, ma le domande (in tutto 37) sono finalizzate a determinare quale parte del proprio corpo, quale ‘complesso’, i ragazzi vivono con maggiore difficoltà. Da qui è emerso che il problema più imbarazzante, sia per i maschi che per le femmine, è la sudorazione, seguito da cosce, peli e arrossire.
Oltre a questi due questionari, sono state somministrate agli interpellati anche le domande suggerite dal Ministero della Salute, 16 in tutto, con risposta affermativa o negativa.
I ricercatori hanno anche individuato due variabili importanti, che insieme al sesso influenzano i ragazzi: la collocazione geografica – in provincia questo genere di problemi sono meno diffusi che in città – e l’indirizzo di studio – gli Istituti d’Arte e gli Istituti magistrali sono i più “colpiti”.
Difficile, se non impossibile, individuare una soluzione utile per tutti i casi. Ma per fornire un primo sostegno la Fondazione Puglisi ha attivato un numero verde, 800-034-427, che sarà operativo dal 12 maggio e poi dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.
Per i primi tre mesi il numero verde sarà gestito con fondi propri della Fondazione Don Giuseppe Puglisi. Don Mario Golesano rivolge un appello alle persone di buona volontà affinché seguendo l’insegnamento di Padre Pino Puglisi, “e se ognuno fa qualcosa” questo servizio possa continuare ed essere ampliato con altri servizi utili per affrontare queste problematiche”.
L’incontro si è concluso con una lettera anonima: la testimonianza di una giovane ragazza che sta vincendo la sua battaglia contro l’anoressia e che attraverso le sue parole infonde speranza in quanti soffrono di disturbi alimentari. Guarire – ribadiscono gli esperti – è possibile.