Palermo 11 settembre 2007 – E’ stato riaperto in via definitiva e torna dunque alla fruizione di cittadini, visitatori appassionati d’arte e turisti, uno spazio monumentale di inestimabile valore : il Chiostro del Duomo di Cefalù. Un risultato ottenuto grazie al contributo della Provincia che ha investito oltre un milione di euro per un minuzioso restauro durato quattro anni con il coinvolgimento di 10 esperti. Un’operazione di recupero di un patrimonio culturale di inestimabile valore voluta dalla Giunta guidata da Francesco Musotto che ha riportato all’antico splendore un gioiello di architettura dopo decenni di abbandono.
“ E’ stato un omaggio dovuto al nostro passato – sottolinea il Presidente della Provincia Francesco Musotto – ma anche una svolta sul fronte dell’impegno per i beni culturali del territorio che la Provincia ha prodotto su un bene artistico non di sua proprietà scegliendo così un’opera per il suo valore e non semplicemente in base alle proprie competenze. Un passo importante verso il recupero del nostro patrimonio, percorrendo dunque una strada non convenzionale che ha conseguito il migliore risultato possibile con la riscoperta di un gioiello ingiustamente oscurato dall’oblio”.
All’inaugurazione con il Presidente Musotto, hanno preso parte, tra gli altri, il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè, l’assessore provinciale Salvatore Sammartano, il sindaco della cittadina normanna Giuseppe Guercio, il vescovo di Cefalù monsignor Francesco Sgalambro e monsignor Crispino Valenziano.
Prima dei lavori l’opera era gravemente danneggiata: un’ala era scomparsa per un incendio, un’altra era stata smontata e mai rimontata, un’altra sostituita, l’ultima stava per essere definitivamente perduta a causa del degrado; infine, mancava la copertura delle corsie.
Attorno al sito, dunque, è sorto un grande cantiere: sono stati affrontati test preliminari, analisi delicatissime, emergenze di ogni tipo.
Oltre ogni più rosea previsione, il bilancio degli interventi. Due ali di colonne sono state recuperate, ripristinando quelle originarie e integrando quelle mancanti. Altre due, irrimediabilmente perdute, sono state riconfigurate con strutture in ferro stilizzate, di gusto moderno, sobrio e minimale. Interventi di consolidamento sono stati realizzati su tutto l’edificio, con la messa in sicurezza dei vari elementi dell’impianto e la copertura delle corsie.
L’obiettivo più ambizioso è stato il recupero dei sontuosi capitelli decorati con motivi vegetali e simboli del mondo animale. Gli elementi in pietra sono stati rimossi, ripuliti da uno spesso strato di sali, irrobustiti da iniezioni di una particolare resina che rafforza la coesione della pietra, consolidati con fibre di carbonio.
Restano intatti il fascino e il mistero che avvolgono la costruzione del Chiostro. Non si sa con certezza né la data di esecuzione, né il nome degli artisti che hanno lavorato al suo primo cantiere. Forse le sue sculture sono state realizzate nella prima metà del XII secolo, in contemporanea con la Cattedrale, e “montato” successivamente, intorno al 1300-1400 (ovvero 200 anni dopo il Duomo, il che spiegherebbe il curioso rapporto di spazi e strutture che lega i due complessi, del tutto incoerente). Sicuramente la qualità delle materie usate e le tecniche di costruzione fanno pensare ad uno stile meno aulico e raffinato di quello normanno, ben oltre dunque il regno di Ruggero II che, pur nella sua lungimiranza di politico e mecenate, aveva lasciato la sua Cattedrale incompiuta. O forse, altra ipotesi altrettanto valida, il chiostro fu montato, smontato e rimontato. In ogni caso, la questione è insoluta.
“ E’ stato un omaggio dovuto al nostro passato – sottolinea il Presidente della Provincia Francesco Musotto – ma anche una svolta sul fronte dell’impegno per i beni culturali del territorio che la Provincia ha prodotto su un bene artistico non di sua proprietà scegliendo così un’opera per il suo valore e non semplicemente in base alle proprie competenze. Un passo importante verso il recupero del nostro patrimonio, percorrendo dunque una strada non convenzionale che ha conseguito il migliore risultato possibile con la riscoperta di un gioiello ingiustamente oscurato dall’oblio”.
All’inaugurazione con il Presidente Musotto, hanno preso parte, tra gli altri, il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè, l’assessore provinciale Salvatore Sammartano, il sindaco della cittadina normanna Giuseppe Guercio, il vescovo di Cefalù monsignor Francesco Sgalambro e monsignor Crispino Valenziano.
Prima dei lavori l’opera era gravemente danneggiata: un’ala era scomparsa per un incendio, un’altra era stata smontata e mai rimontata, un’altra sostituita, l’ultima stava per essere definitivamente perduta a causa del degrado; infine, mancava la copertura delle corsie.
Attorno al sito, dunque, è sorto un grande cantiere: sono stati affrontati test preliminari, analisi delicatissime, emergenze di ogni tipo.
Oltre ogni più rosea previsione, il bilancio degli interventi. Due ali di colonne sono state recuperate, ripristinando quelle originarie e integrando quelle mancanti. Altre due, irrimediabilmente perdute, sono state riconfigurate con strutture in ferro stilizzate, di gusto moderno, sobrio e minimale. Interventi di consolidamento sono stati realizzati su tutto l’edificio, con la messa in sicurezza dei vari elementi dell’impianto e la copertura delle corsie.
L’obiettivo più ambizioso è stato il recupero dei sontuosi capitelli decorati con motivi vegetali e simboli del mondo animale. Gli elementi in pietra sono stati rimossi, ripuliti da uno spesso strato di sali, irrobustiti da iniezioni di una particolare resina che rafforza la coesione della pietra, consolidati con fibre di carbonio.
Restano intatti il fascino e il mistero che avvolgono la costruzione del Chiostro. Non si sa con certezza né la data di esecuzione, né il nome degli artisti che hanno lavorato al suo primo cantiere. Forse le sue sculture sono state realizzate nella prima metà del XII secolo, in contemporanea con la Cattedrale, e “montato” successivamente, intorno al 1300-1400 (ovvero 200 anni dopo il Duomo, il che spiegherebbe il curioso rapporto di spazi e strutture che lega i due complessi, del tutto incoerente). Sicuramente la qualità delle materie usate e le tecniche di costruzione fanno pensare ad uno stile meno aulico e raffinato di quello normanno, ben oltre dunque il regno di Ruggero II che, pur nella sua lungimiranza di politico e mecenate, aveva lasciato la sua Cattedrale incompiuta. O forse, altra ipotesi altrettanto valida, il chiostro fu montato, smontato e rimontato. In ogni caso, la questione è insoluta.
Il Chiostro del Duomo di Cefalù osserverà i seguenti orari di apertura al pubblico : da lunedì a sabato, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14 alle 18.