CONSIGLIO PROVINCIALE: VITO BARONE (LA MARGHERITA) SUBENTRA AL DIMISSIONARIO BERNARDO MATTARELLA. CARMELO LUCA’ ADERISCE AL MOVIMENTO PER L’AUTONOMIA

Palermo 7 agosto 2007 – Un nuovo consigliere entra a palazzo Comitini, un altro aderisce all’Mpa, e poi un nuovo attacco all’Assemblea regionale siciliana sul disegno di legge elettorale per gli enti locali. Tutto questo nell’ultima seduta del Consiglio provinciale prima della pausa estiva. A presiedere i lavori il vice Presidente vicario Domenico Porretta.
Esce dunque dal Consiglio provinciale Bernardo Mattarella che si è dimesso dopo essere stato eletto nei mesi scorsi deputato regionale. Al suo posto è subentrato oggi Vito Barone primo dei non eletti nella lista della Margherita nel 2003 nel collegio di Palermo II con 1876 voti alle spalle di Mattarella. 48 anni, nativo di Ciminna, quadro direttivo del Banco di Sicilia, sposato, due figli, Vito Barone è stato negli anni passati  consigliere d’amministrazione della Gesap, segretario provinciale del Ccd per poi aderire alla Margherita. In Consiglio provinciale farà parte adesso del neonato gruppo del Partito democratico e subentra a Bernardo Mattarella anche nella quarta commissione, turismo e cultura. Auguri di buon lavoro al neo consigliere sono giunti da diversi esponenti sia del centrodestra che del centrosinistra. Il vice Presidente Porretta, oltre al benvenuto a Barone ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto in questi anni da Bernardo Mattarella, che lo ha affiancato nella vice Presidenza del Consiglio.  
Intanto, sempre oggi, il consigliere Carmelo Lucà ha comunicato il suo passaggio al gruppo dell’Mpa. Lucà, che proveniva dal gruppo misto, ha sottolineato di “avere sposato il progetto dell’Mpa, unico partito oggi che conduce battaglie autentiche per i veri interessi della Sicilia”. Con l’ingresso di Lucà, l’Mpa alla Provincia può contare adesso su cinque consiglieri.
Chiusa questa fase procedurale, il Consiglio ha preso ancora una volta posizione in maniera dura contro il disegno di legge elettorale per gli enti locali in discussione in queste ore all’Assemblea regionale siciliana. Ad aprire il dibattito il capogruppo di An Salvo Coppolino che ha sottolineato come “il disegno di legge non riguarda solo il taglio delle indennità dei consiglieri, ma propone un sistema elettorale per l’assegnazione dei seggi che penalizza i collegi della provincia e rischia di trasformare il consiglio provinciale in una fotocopia del consiglio comunale”.
Il capogruppo del Partito democratico Giovanni Palma ha criticato i deputati dell’Ars “che continuano a godere di una serie di privilegi anacronistici e costosissimi e poi mortificano i rappresentanti politici degli enti locali”. Sulla stessa linea anche Franco Muscarella, capogruppo dell’Mpa, che ha criticato l’operato del Presidente della prima commissione Nicola Cristaldi invitandolo provocatoriamente ad essere coerente con il suo disegno di legge e quindi ad autoridursi lo stipendio.  Giusi Scafidi (Italia dei Valori)  ha parlato di “falso moralismo sulla pelle dei consiglieri provinciali, forse sarebbe meglio abolire direttamente le Province”, mentre Silvio Moncada (Partito democratico) ha affermato che “sulla legge elettorale all’Ars sta andando in scena la festa della demagogia”. Antonio Marotta, capogruppo di Rifondazione comunista, ha detto che “è ora di finirla con questi politicanti e demagoghi dell’Ars. Il nuovo meccanismo di legge elettorale rischia di produrre uno scompenso di rappresentanza a danno dei collegi della provincia. Per non parlare poi del taglio delle indennità dove davvero si gioca a mortificare ed esautorare gli enti locali”.  
Il Consiglio provinciale sarà adesso riconvocato a domicilio. Prossimo appuntamento, l’approvazione del conto consuntivo 2006.