LE NOZZE GRECO-BIZANTINE: PRESENTATO A LERCARA UN LIBRO SULLA CULTURA ARBERESHE

5 aprile 2007 – Un viaggio avvincente tra immagini, resoconti, testimonianze, alla scoperta delle origini e delle identità del popolo di etnia greco-albanese che da secoli vive nel nostro territorio dove si è perfettamente integrato, senza comunque snaturarsi. Ma soprattutto  il confronto tra la liturgia greco – bizantina e quella latina- romana che vengono celebrate per unire gli sposi in matrimonio. Tutto questo, e altro, viene  raccontato nel volumetto pubblicato con il contributo della Provincia, che è stato presentato nell’auditorium dell’Istituto comprensivo “Trieste” di Lercara Friddi. Una manifestazione nel segno della tradizione arberesche, promossa dall’assessorato provinciale ai Beni culturali guidato da Giuseppe Colca e dall’associazione “Paradiso arberesce” di Palazzo Adriano, che si è  basata sull’analisi del testo di Ilaria Parrino, curatrice dell’opuscolo ricco di fotografie, attraverso gli interventi degli storici Domenica Granà e Carmela Di Giovanni.  Presenti anche il primo cittadino di Palazzo Adriano Giuseppe Alessi, il vice sindaco di Lercara Friddi Marcantonio Gargagliano e il religioso don Mario Cassata. Si è fatta così  una comparazione tra i riti delle due religioni  e quello greco – bizantino è risultato diverso da quello latino, più gestuale e alla riscoperta di una società culturalmente vivace. Un confronto comunque che mette in risalto l’importanza della donna nella famiglia alla quale viene affidata la “domus”. Quindi regnante in casa. Ad introdurre il pubblico numeroso nel mondo delle tradizioni arberesche due giovani sposi vestiti con i costumi tipici realizzati con il contributo dell’Amministrazione provinciale.
“E’ un’iniziativa – ha sottolineato l’assessore Colca – che vuole valorizzare gli usi, costumi e la cultura di un popolo ormai stabilizzato in cinque comuni della nostra provincia, integrandosi con le altre cittadinanze e che guarda al futuro con l’orgoglio della propria storia. L’intenzione adesso è quella di ripetere l’esperienza in altre scuole del territorio, ma anche a Palermo, per fare conoscere le tradizioni arbresche, retaggio nobile e prezioso di cultura e vita in comune, che rappresenta un patrimonio di grande valore da tutelare e promuovere”.