Palermo 28 settembre 2007 – Un palazzo del ‘700, rinnovato e restaurato, per ricordare l’eroe dei due mondi. Palazzo Jung, recuperato dalla Provincia con un investimento di due milioni e mezzo di euro, ha aperto i battenti sabato 29 settembre con la mostra “Giuseppe Garibaldi – I tesori della Collezione Tronca”. Prima del taglio del nastro da parte del Presidente Francesco Musotto, il giardino del palazzo di via Lincoln ospiterà la cerimonia di consegna delle benemerenze civiche, appuntamento istituzionale di “Provincia in Festa”.
IL PALAZZO. La residenza di via Lincoln, situata lungo l’antico “stradone di Alcalà”, faceva parte di quella cortina edilizia che, a partire dalle fine del ‘700, aveva occupato l’area di risulta dell’antico fossato della città e si era assiepata a ridosso dei bastioni e delle mura cittadine ormai in disuso. Il Palazzo risponde nello stile e nella visione architettonica dello spazio alle esigenze imprenditoriali della nuova classe capitalista, alla quale si doveva il risveglio del commercio e della finanza siciliana.
Realizzato alle fine del ‘700, in un’epoca di forte espansione della città, ebbe nei baroni di Verbumcaudo i suoi primi proprietari che lo fecero costruire come simbolo di un’acquistata nobiltà. L’edificio viene fruito come residenza privata fino agli inizi del Novecento quando in una cartolina dell’epoca lo si ritrova sotto il nome di Pensione Tersenghi. Il palazzo viene acquistato nel 1921 dalla famiglia Jung – ebrei di origine svizzera giunti in città nel XIX secolo per impiantare un’impresa di esportazione di frutta secca, essenze, agrumi e sommacco – che ne fa la propria residenza. Guido Jung, uno dei figli, diventerà anche un grande esperto di problemi economici e finanziari, tanto da essere nominato nel 1944 Ministro delle finanze nel primo governo Badoglio. La famiglia Jung rimase proprietaria dell’immobile fino al 1958.
Acquistato nel 1959 dall’allora Ente Provinciale per il Turismo, il palazzo diviene sede dell’Istituto Professionale Alberghiero di Stato – che lo adegua alle esigenze di istituto professionale con pesanti trasformazioni – fino alla metà degli anni Ottanta, quando l’Istituto si trasferisce, determinandone il totale abbandono fino al 2000 quando la Provincia avvia lavori di restauro.
Al di là del prospetto a tre ordini, con un portale con balcone decorato da colonne in pietra, si apre la corte da cui si domina il suggestivo giardino, anche questo restituito dalla Provincia alla fruizione del pubblico.
Il progetto di recupero ha affiancato al consolidamento dell’edificio e al suo adeguamento agli standard più moderni, l’attento restauro degli affreschi e dei solai lignei.
I lavori hanno interessato una superficie totale di circa 6 mila metri quadri, suddivisi tra piano terra, primo e secondo piano, più una serie di ammezzati e naturalmente il bellissimo giardino risanato dopo anni di incuria che lo avevano trasformato in una giungla di arbusti, sterpaglia e rifiuti.
Nel corso della prima tranche di lavori, oltre al consolidamento dell’intera struttura, all’interno dell’antico palazzo sono stati ripresi gli affreschi, i solai lignei e i controsoffitti. Restaurati anche i prospetti esterni, quelli interni e le chiostrine. L’ultimo stralcio di lavori ha riguardato invece il completamento del restauro, degli impianti tecnologici e di climatizzazione e la realizzazione delle opere di cablaggio.
LA MOSTRA.
Palazzo Jung ospita dal 29 settembre al 4 novembre la mostra “Giuseppe Garibaldi – I tesori della Collezione Tronca”, organizzata dalla Provincia regionale di Palermo e da “Il Cigno – Galileo Galilei Edizioni” nell’ambito delle manifestazioni di Provincia in Festa. La mostra, inaugurata sabato 29 settembre dal Presidente Francesco Musotto, permette di rileggere le vicende storiche e umane di Giuseppe Garibaldi attraverso le migliori opere della Collezione Tronca, fra le più ampie raccolte documentarie dedicate ad una delle figure fondamentali del Risorgimento italiano, considerato l’artefice dell’unità d’Italia. Sculture, dipinti, spade e cimeli, per rivivere uno dei periodi storici più significativi della storia italiana e per approfondire la conoscenza di un personaggio affascinante e controverso come Garibaldi nell’anno che celebra il bicentenario della sua nascita avvenuta a Nizza il 4 luglio 1807.
La mostra, curata da Massimo Fino, propone circa 150 opere fra ritratti a olio, litografie, stampe, sculture in bronzo, bandiere, sciabole e spade, bassorilievi, tutte legate a Garibaldi e a personaggi della sua epoca. Il percorso espositivo è articolato in sezioni per ripercorrere in maniera organica la storia “garibaldina”, con particolare risalto all’impresa in Sicilia e al rapporto del generale con la popolazione dell’isola. Fra le opere di maggiore pregio un ritratto di Garibaldi, olio su tela di Girolamo Induno, un busto in terracotta del generale di Ettore Ximenes, un bronzo di Garibaldi a cavallo di Raffaello Pagliaccetti, un arazzo con Garibaldi che guida la sua cavalleria nella battaglia di Calatafimi, una preziosa sciabola donata al generale nel 1860 dal Comitato Unitario Nazionale, un grande fazzoletto realizzato dopo la sua morte con al centro la sua immagine in età già avanzata e con indosso uno dei copricapo ricamati che era solito usare negli ultimi anni della sua vita.
La mostra sarà affiancata da una serie di iniziative collaterali, come la proiezione, in un’apposita sala, di un filmato che raccoglie spezzoni di pellicole su Garibaldi, una serata con proiezione del primo film muto sui fatti di Palermo e musica dal vivo, un dibattito critico curato da Gaetano Savatteri e Lorenzo Zichichi, serata sui poeti italiani a cura di Francesco Merloni.
La mostra resterà aperta fino all’11 novembre (e non fino al 4, come previsto) con i seguenti orari: dal martedì al giovedì dalla 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, il venerdì e il sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 22, la domenica dalle 16 alle 20.
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Realizzato alle fine del ‘700, in un’epoca di forte espansione della città, ebbe nei baroni di Verbumcaudo i suoi primi proprietari che lo fecero costruire come simbolo di un’acquistata nobiltà. L’edificio viene fruito come residenza privata fino agli inizi del Novecento quando in una cartolina dell’epoca lo si ritrova sotto il nome di Pensione Tersenghi. Il palazzo viene acquistato nel 1921 dalla famiglia Jung – ebrei di origine svizzera giunti in città nel XIX secolo per impiantare un’impresa di esportazione di frutta secca, essenze, agrumi e sommacco – che ne fa la propria residenza. Guido Jung, uno dei figli, diventerà anche un grande esperto di problemi economici e finanziari, tanto da essere nominato nel 1944 Ministro delle finanze nel primo governo Badoglio. La famiglia Jung rimase proprietaria dell’immobile fino al 1958.
Acquistato nel 1959 dall’allora Ente Provinciale per il Turismo, il palazzo diviene sede dell’Istituto Professionale Alberghiero di Stato – che lo adegua alle esigenze di istituto professionale con pesanti trasformazioni – fino alla metà degli anni Ottanta, quando l’Istituto si trasferisce, determinandone il totale abbandono fino al 2000 quando la Provincia avvia lavori di restauro.
Al di là del prospetto a tre ordini, con un portale con balcone decorato da colonne in pietra, si apre la corte da cui si domina il suggestivo giardino, anche questo restituito dalla Provincia alla fruizione del pubblico.
Il progetto di recupero ha affiancato al consolidamento dell’edificio e al suo adeguamento agli standard più moderni, l’attento restauro degli affreschi e dei solai lignei.
I lavori hanno interessato una superficie totale di circa 6 mila metri quadri, suddivisi tra piano terra, primo e secondo piano, più una serie di ammezzati e naturalmente il bellissimo giardino risanato dopo anni di incuria che lo avevano trasformato in una giungla di arbusti, sterpaglia e rifiuti.
Nel corso della prima tranche di lavori, oltre al consolidamento dell’intera struttura, all’interno dell’antico palazzo sono stati ripresi gli affreschi, i solai lignei e i controsoffitti. Restaurati anche i prospetti esterni, quelli interni e le chiostrine. L’ultimo stralcio di lavori ha riguardato invece il completamento del restauro, degli impianti tecnologici e di climatizzazione e la realizzazione delle opere di cablaggio.
LA MOSTRA.
Palazzo Jung ospita dal 29 settembre al 4 novembre la mostra “Giuseppe Garibaldi – I tesori della Collezione Tronca”, organizzata dalla Provincia regionale di Palermo e da “Il Cigno – Galileo Galilei Edizioni” nell’ambito delle manifestazioni di Provincia in Festa. La mostra, inaugurata sabato 29 settembre dal Presidente Francesco Musotto, permette di rileggere le vicende storiche e umane di Giuseppe Garibaldi attraverso le migliori opere della Collezione Tronca, fra le più ampie raccolte documentarie dedicate ad una delle figure fondamentali del Risorgimento italiano, considerato l’artefice dell’unità d’Italia. Sculture, dipinti, spade e cimeli, per rivivere uno dei periodi storici più significativi della storia italiana e per approfondire la conoscenza di un personaggio affascinante e controverso come Garibaldi nell’anno che celebra il bicentenario della sua nascita avvenuta a Nizza il 4 luglio 1807.
La mostra, curata da Massimo Fino, propone circa 150 opere fra ritratti a olio, litografie, stampe, sculture in bronzo, bandiere, sciabole e spade, bassorilievi, tutte legate a Garibaldi e a personaggi della sua epoca. Il percorso espositivo è articolato in sezioni per ripercorrere in maniera organica la storia “garibaldina”, con particolare risalto all’impresa in Sicilia e al rapporto del generale con la popolazione dell’isola. Fra le opere di maggiore pregio un ritratto di Garibaldi, olio su tela di Girolamo Induno, un busto in terracotta del generale di Ettore Ximenes, un bronzo di Garibaldi a cavallo di Raffaello Pagliaccetti, un arazzo con Garibaldi che guida la sua cavalleria nella battaglia di Calatafimi, una preziosa sciabola donata al generale nel 1860 dal Comitato Unitario Nazionale, un grande fazzoletto realizzato dopo la sua morte con al centro la sua immagine in età già avanzata e con indosso uno dei copricapo ricamati che era solito usare negli ultimi anni della sua vita.
La mostra sarà affiancata da una serie di iniziative collaterali, come la proiezione, in un’apposita sala, di un filmato che raccoglie spezzoni di pellicole su Garibaldi, una serata con proiezione del primo film muto sui fatti di Palermo e musica dal vivo, un dibattito critico curato da Gaetano Savatteri e Lorenzo Zichichi, serata sui poeti italiani a cura di Francesco Merloni.
La mostra resterà aperta fino all’11 novembre (e non fino al 4, come previsto) con i seguenti orari: dal martedì al giovedì dalla 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, il venerdì e il sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 22, la domenica dalle 16 alle 20.
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