In piazza Magione torna “Agorà contemporanea”: da Bregovic a Moni Ovadia, viaggio nelle culture nomadi in cinque serate

Quest’anno, dal 5 al 9 settembre, dopo la prima edizione dello scorso anno con 15mila persone in piazza ad applaudire Roy Paci, Tinturia e l’Orchestra di piazza Vittorio, si rilancia con ospiti internazionali, duetti inediti, incontri virtuosi sul palcoscenico. Con un tributo speciale – attraverso una galleria di foto d’autore dedicate all’India e all’umanità disperata del Terzo Mondo – a Madre Teresa di Calcutta, scomparsa il 5 settembre di dieci anni fa, testimone della missione della carità e dell’abnegazione, che a Palermo ha come testimoni le suore del convento di piazza Magione. 
Mercoledì 5 settembre aprirà la rassegna l’artista serbo Goran Bregovic, fama planetaria e passione inesauribile per la ricerca sonora, osannato compositore delle musiche per i film di Emir Kusturica (dallo stralunato “Il tempo dei gitani” all’epico “Underground”), che presenterà, oltre ai brani più amati, il suo ultimo disco, dal titolo “Karmen”, che ospita, al suo interno, una canzone di Carmen Consoli, “Focu di raggia”, interamente in dialetto siciliano. E proprio l’interprete catanese sarà ospite di Bregovic e della sua ormai storica formazione di musicisti della Wedding & funeral Band”.
A fianco dell’artista di Sarajevo ci sarà anche Shantel dj, considerato da molti come l’erede dello stesso Bregovic, originario della Bucovina, ex Principato di Moldavia, oggi diviso fra Romania e Ucraina, ma trapiantato a Francoforte. Shantel, produttore di musica elettronica, dj e musicista di talento, uno dei maggiori interpreti europei di musica balcanica, salirà sul palco con “Bucovina club”, per proporre un mix di musica tradizionale rivisitata in una chiave più moderna, quasi metropolitana. Sarà dunque una vero e propria festa gitana, degna delle scene più tenere e malinconiche di Kusturica, che unirà idealmente la cultura dell’Europa centro-orientale con quella occidentale.
Giovedì 6 settembre sbarcano a piazza Magione gli “Avion Travel”, per la tappa siciliana del loro tour “Danson Metropoli – Canzoni di Paolo Conte”, dal titolo dell’ultimo album. Sotto la direzione artistica del maestro astigiano, la “piccola orchestra” casertana  – nella nuova formazione a quattro: Peppe Servillo (voce), Fausto Mesonella (chitarra), Mimì Ciaramella (batteria) e Vittorio Remino (basso) – ri-arrangia e re-interpreta brani indimenticabili come “Aguaplano”, “Spassiunatamante”, “Cosa sai di me”, “Elisir”, più l’inedito “Il giudizio di Paride”. Ma non mancheranno, naturalmente, i successi del gruppo, sulla scena da oltre vent’anni. Con il quartetto, ci saranno anche archi, tastiere e percussioni.
Terza serata, Venerdì 7 settembre, con i rimi caldi del Salento, in un gemellaggio tutto mediterraneo tra Puglia e Sicilia. In scena, Ambrogio Sparagna – l’artefice dell’ormai rodata “Notte della Taranta” e neo direttore dell’Auditorium Parco della Musica di Roma – con i 31 componenti della sua nuova Orchestra popolare italiana (di cui 3 stranieri: albanesi, rumeni, marocchini) più 5 artisti e un gruppo siciliani (Mario Incudine, Massimo La Guardia, Antonio Vasta, Matilde Politi, le Trizziridonna, Sergio Vespertino). Suoni, colori e danze avranno una “musa” molto particolare, l’immortale Giufà, che avrà il volto di Vespertino, maschera candida per antonomasia che dalla letteratura popolare è entrata di diritto nell’immaginario collettivo e per una curiosa “transumanza narrativa” ha ormai un alter ego in ogni paese del Mediterraneo.
Per il penultimo appuntamento della kermesse, sabato 8 settembre, Moni Ovadia si esibirà per la prima volta in Sicilia con la “Stage Orchestra” in “Goles”, concerto per cantare, e raccontare, l’esilio. L’artista – nato in Bulgaria in una famiglia ebraica, cresciuto a Milano, esordi da musicista e cantante, con una predilezione per il genere etnico, uomo di teatro e di impegno civile, che ha saputo coniugare arte e politica, narrazione intima e memoria collettiva – sarà voce narrante e trait d’union di due mondi e due popoli – i rom e gli ebrei della yiddishkeit – gli unici che – secondo Ovadia – hanno fatto del loro nomadismo e dell’esilio una “celebrazione”, una condizione da “glorificare” e tramandare.  Ovadia sarà affiancato dalla voce di Lee Colbert; in scena dieci musicisti, diretti da Emilio Vallorani.
E’ una nomade “sui generis”, siciliana del mondo che ha saputo allargare i propri orizzonti creativi rimanendo fedele a se stessa e alla sua terra, Carmen Consoli, una delle interpreti più originali del panorama italiano, protagonista dell’ultimo appuntamento, domenica 9 settembre. La “cantantessa” – come ama definirsi – dopo aver affiancato Bregovic nella serata inaugurale, suonerà con i Lautari, per un concerto che è soprattutto un incrocio virtuoso di ritmi e strumenti, dal Mediterraneo all’Oriente: il mandolino di Massimo Roccaforte, il violino di Andrea De Cesare, il contrabbasso di Marco Siniscalco, le chitarre acustiche della Consoli e di Santi Pulvirenti, il bozouki, dello stesso Pulvirenti, i fiati di Giancarlo Parisi, la batteria di Puccio Panettieri. Corde che “cantano” con toni sommessi, morbidi e discreti, nel segno della nostalgia e del retaggio, note e atmosfere che troveranno un leit motiv narrativo nei testi scritti per Carmen dall’autrice e regista Emma Dante, ispirati ad alcuni dei personaggi più intensi che popolano le canzoni dell’artista catanese.
Alle 21 circa, prima di ogni concerto, Marcello Mandreucci, storico anfitrione dello spettacolo siciliano e della gloriosa stagione delle tv e delle radio locali, introdurrà gli artisti della serata. Alle 22 l’inizio del concerto.