Musica, cabaret, commedia e impegno civile nella quarta edizione di “Teatrando”

Si inizia il 10 marzo, alle 21.15, al Teatro Orione di Palermo (via don Orione 5). In scena le gag e le improvvisazioni del “Gruppetto”, ovvero Emanuela D’Antoni, Giorgia Lo Grasso, Giuseppe Sorgi e Rosario Terranova. Ogni compagnia in cartellone proporrà un piccolo estratto degli spettacoli che andranno in scena nei giorni successivi. Sorgi presenterà un omaggio musicale in memoria di Gabriella Ferri, scomparsa nell’aprile di quattro anni fa. L’ingresso al pubblico è gratuito.
Seconda serata in programma l’11 marzo con “A Famigghia difittusa”, al Teatro Aiello di Carini (ingresso libero); si replica il 22 al Teatro Orione di Palermo (5 €); il 15 andrà in scena “Corea”, al teatro Al convento (5 €), il  21 sarà la volta di “Cirano”, al teatro Agricantus (3 €), il 28 tocca a “La collina”, al teatro Orione (8 €), il 29 marzo “Salvatore Giuliano” è di scena al teatro Crystal (5 €), il 30 al teatro Crystal è in programma “41/5” (5 €). Il 4 aprile sarà la volta di “A Scummissa”, al teatro Agricantus (3 €). Si chiude il 5, al teatro Orione, con i due atti unici “Da due monologhi” e “En Passant” (ingresso libero).


GLI SPETTACOLI

 

A FAMIGGHIA DIFITTUSA
Di Calogero Maurici, con Marcello Scaglione e Eleonora Gaglio, produzione “Atma”
Una brillante commedia in due atti, una tipica vicenda familiare con tanto di vicini curiosi. L’improbabile fidanzamento di Lavinia con un ragazzo balbuziente e l’incontro tra le famiglie dei due innamorati che complica le cose e fa sorgere nella stessa Lavinia inevitabili dubbi.

COREA
Scritto e diretto da Cosimo Lupo, con Giusi Malarico, Anna Cavalleri e Giovanna Di Lella, produzione “Mohole”.
Un ironico atto unico sulla bioetica che prende spunto dal test che permette di diagnosticare la fatale Corea di Huntington. I corpi di due attrici coprono lo spazio scenico correndo, danzando e giocando con e contro la morte producendo sul palco un piccolo trattato etico sulla ingegneria genetica; una riflessione sull’etica, la psicologia, la politica e la società.

CIRANO –  L’anarchico dal naso lungo
Di Piero Macaluso, con Luna Scalia, produzione Teatrozeta.
Liberamente tratto dal testo di Edmond Rostand, lo spettacolo racconta le vicissitudini di un attore di provincia che si prepara a recitare il Cyrano con l’aiuto di un giovane servo di scena. E’ la storia amara di un teatro in decadenza e di un vecchio uomo stanco di una vita in palcoscenici di provincia. Tra duelli e dialoghi epici la miseria della vita di un attore si consuma in un camerino che costituisce la sua gabbia.

LA COLLINA
Di Michele Alessi, con Nando Bagnasco e Antonio Ribisi La Spina; ballerini Silvana Battipaglia, Fabio Madonia, Salvo Vicari e Valentina Tarantino; musicisti Serena Casentino, Giuseppe Collura e Gianfranco Marino.
Un omaggio al cantautore Fabrizio De Andrè e al suo album Non al denaro, non all’amore né al cielo tratto dalla Antologia di Spoon river, di Edgar Lee Master. Lo spettacolo fa rivivere otto personaggi dell’antologia che, ormai defunti, raccontano in completa libertà la propria vita ed i loro desideri dicendo quello che in vita non potevano pronunciare. Poesia, canti e balli si alternano davanti una scenografia richiamante un tipico cimitero americano.

SALVATORE GIULIANO
Di Angelo Vecchio, regia di Marco Pupella, con Gianpiero Maria Tarantino e Lavinia Pupella, produzione Compagnia Nuova Palermo.
A sessant’anni dalla strage di Portella delle Ginestre, lo spettacolo ricostruisce l’intricata vicenda di Salvatore Giuliano tra banditismo e indipendentismo siciliano, fino alla strage del primo maggio e alla misteriosa morte del protagonista.

QUARANTUNOZEROCINQUE

Il “fatto sta”, di Rosario Palazzolo interpretato e diretto da Anton Giulio Pandolfo e Rosario Palazzolo. “La porta accanto”, di Mirko Di Martino, regia di Ciro Fragrante, interpretato da Titti Nuzzolese. E’ una produzione “Compagnia del tratto”.
“Il fatto sta” è un testo tratto dal racconto “Quel giorno si dipartì”; una storia di uomini, dolore e follia, la lotta tra la ragionevolezza del singolo individuo ed il cinismo della società moderna con l’inevitabile sconfitta della prima. Un testo di denuncia civile scritto in una lingua forte e improvvisa.
“La porta accanto” è invece tratto da un precedente testo di Mirko Di Martino dal nome “Il peso dell’aria” e si ispira ad un fatto realmente accaduto nella Polonia del 1941: prima dell’arrivo dei tedeschi, gli abitanti polacchi del villaggio di Jedwabne fanno strage di 1600 ebrei, praticamente la metà della popolazione. La storia è narrata attraverso la vicenda di una donna rifugiata in una stanza buia, atroce luogo di vita e sofferenza.

A SCUMMISSA
Di e con Marcella Colaianni e Salvo Dolce
Partendo dalla raccolta del Pitrè Fiabe, novelle e racconti popolari siciliani, i due attori narrano e interpretano le storie giocando col corpo, la voce e l’immaginazione in un o scambio continuo di ruoli. La parola diventa immagine, la essenzialità della scena fa sì che soltanto la voce conduca lo spettatore – e l’attore stesso – dal quotidiano all’infinito e dalla realtà alla fantasia.

EN PASSANT
Di Emiliano Pellissari e Giuseppe Sorgi, con Alessandra Ponti e Giorgia Lo Grasso, regia di Giuseppe Sorgi
All’interno di un salotto alto borghese si svolge il menage familiare di una coppia non più giovanissima che per noia si consuma in insulti e battute al vetriolo. Il dramma monta lentamente e quasi per caso e senza salti temporali coinvolge lo spettatore in una storia sofisticata dai ritmi sostenuti che ricorda la commedia all’inglese.

DA DUE MONOLOGHI
Diretto  da Antonio Bonanno, con Pietro Massaro e Stefania Zappalà, produzione “Cassiope”
Due monologhi si snodano assumendo le sfumature del giallo, due personaggi apparentemente perdenti che nello svolgersi dello spettacolo emergono con la loro voglia di raccontarsi e descrivere il mondo che li circonda. Nel primo, Natale a Croceverde, la protagonista racconta in tribunale la sua vicenda di ragazza madre, in Piazzetta Crociferi alla Noce un giovane ipovedente gestisce una bottega di ceri. Entrambi vivono nella convinzione che soltanto l’accettazione della loro natura potrà aiutarli ad affrontare le difficoltà.